La sonda Solar Orbiter ha catturato le immagini più ravvicinate del Sole mai scattate, rivelando i minimi dettagli dell’atmosfera esterna della nostra stella, la corona.
Le immagini sono state realizzate il 7 marzo, quando Solar Orbiter si trovava esattamente a metà strada tra la Terra e il Sole, a una distanza di 75 milioni di km da entrambi i corpi.
Uno degli strumenti accesi durante questa opportunità è stato l’Extreme Ultraviolet Imager (EUI), che osserva l’universo nella parte a più alta energia della componente ultravioletta dello spettro elettromagnetico.
A causa della vicinanza di Solar Orbiter al Sole, l’EUI ha dovuto effettuare 25 scatti per riprendere l’intero disco solare, ha spiegato l’Agenzia Spaziale Europea. Ci sono volute 5 ore perché il team EUI catturasse tutti i segmenti, poiché ogni scatto richiedeva un periodo di 10 minuti, incluso il tempo necessario per riposizionare nuovamente il veicolo spaziale, ha affermato l’ESA.
Presto arriveranno immagini migliori.
Dal lancio del veicolo spaziale nel febbraio 2020, i team di controllo a terra hanno gradualmente ristretto la traiettoria di Solar Orbiter attorno alla stella. Mentre i due precedenti perieli – i punti nell’orbita ellittica del veicolo più vicini al Sole – si trovavano a circa la metà della distanza Sole-Terra (77 milioni di km), Solar Orbiter si sta ora dirigendo verso un flyby molto più ravvicinato.
Domani, alle 12:50 ora italiana, il veicolo sorvolerà il Sole a una distanza di soli 48,3 milioni di km, circa un terzo della distanza Sole-Terra, ha dichiarato il deputy project scientist Yannis Zouganelis a Space.com.
La distanza di Solar Orbiter dalla stella comincerà successivamente ad aumentare di nuovo, ma i suoi futuri passaggi ravvicinati lo porteranno ancora più vicino: a soli 42 milioni di km dalla superficie del Sole. Nessun altro veicolo spaziale dotato di una telecamera si è mai avvicinato così tanto.
La sonda solare Parker della NASA effettua avvicinamenti fino a pochi milioni di km, ma, a causa delle temperature estremamente elevate a quelle distanze, la sonda non può trasportare una fotocamera rivolta verso il Sole.
Durante la campagna di imaging del 7 marzo, gli operatori di Solar Orbiter hanno anche scattato immagini con lo strumento Spectral Imaging of the Coronal Environment (SPICE) del veicolo, che ha rivelato il gradiente di temperatura in tutta l’atmosfera solare.
Lo strano comportamento termico dell’atmosfera solare è uno dei più grandi misteri della nostra stella: invece di diventare più fredda con la distanza, l’atmosfera del Sole è in realtà notevolmente più calda ad altitudini più elevate.
Mentre la superficie del Sole fa registrare “solo” circa 5.000 gradi Celsius, la temperatura dell’atmosfera esterna, la corona, sale a quasi 1 milione di gradi Celsius.
Le misurazioni di SPICE hanno individuato i singoli strati dell’atmosfera solare, a partire dallo strato più basso, la cromosfera, dove sono stati rilevati 10.000°C, e poi fino a 630.000°C in alcune parti della corona.