Secondo scienziati dell’Università dell’Alabama a Birmingham, dell’Universitat Autonoma de Barcelona e dello University College di Londra, le variazioni nella distanza tra la Terra e la Luna, che possono essere misurate con un margine di errore di meno di un cm, potrebbero essere utilizzate anche per rilevare le onde gravitazionali a frequenze attualmente impossibili da sondare in altro modo.
Su Physical Review Letters, il team, guidato da Diego Blas e Alexander Jenkins, ha spiegato di avere sviluppato un metodo per calcolare la presenza di onde gravitazionali tramite l’orbita della Luna.
Gli studiosi propongono di sfruttare il sistema Terra-Luna come rilevatore di onde gravitazionali, perché potrebbe scrutare frequenze altrimenti impossibili da monitorare con gli attuali metodi.
Le onde gravitazionali, segnali dei processi più violenti dell’Universo, possono generare delle minuscole deviazioni nell’orbita della Luna: dato che la posizione del satellite è nota con un margine di errore di circa un cm, la calibrazione di laser estremamente precisi potrebbe rilevare anche le variazioni più piccole.
“Questo metodo integra le future missioni delle agenzie spaziali europea e americana (ESA e NASA) con gli obiettivi di osservatori che collaborano al progetto Square Kilometer Array (SKA), volto all’individuazione delle onde gravitazionali,” ha dichiarato Blas.
“Coprire tutte le gamme di frequenza possibili è una sfida, ma il nostro lavoro suggerisce una possibile via di approccio per affrontare le difficoltà ad essa associate,” ha concluso Jenkins.