La Campania, e Pozzuoli in particolare, è nuovamente teatro di terremoti legati all’attività vulcanica dei Campi Flegrei. Una scossa di terremoto di magnitudo 3.5 si è verificata alle 15:14 di oggi, mercoledì 16 marzo, con epicentro proprio a Pozzuoli. L’evento si è verificato ad una profondità di soli 2.7km ed è stato nettamente avvertito dalla popolazione.
In seguito a questa prima scossa se ne sono verificate altre due di minore intensità, ma nella medesima area. La prima è stata registrata dai sismografi INGV alle 15:31, con magnitudo 1.4 e profondità di 2.2; la seconda si è verificata alle 15:39, con magnitudo 1.1 e profondità di 2,5km.
Come ha spiegato ai microfoni di MeteoWeb Francesca Bianco, Direttore dell’Osservatorio Vesuviano, “è una scossa che si produce in area soggetta a bradisismo, a poco meno di 3 km di profondità, e per questo motivo il sisma, sebbene di magnitudo modesta, è stato particolarmente avvertito dalla popolazione“. La zona in cui si è verificato il terremoto, inoltre, è molto popolosa, altro elemento che ha influito sul diffuso risentimento sismico.
“Si tratta di fenomeni dovuti ad attività vulcanica. Al momento gli altri parametri che monitoriamo, pur continuando ad essere anomali perché è in corso una fase bradisismica, non hanno dimostrato anomalie differenti rispetto a quelle che registriamo ormai da qualche anno – ha precisato ha precisato Francesca Bianco –. Il suolo si solleva di 13 mm al mese e osserviamo anomalie tipiche nei flussi e nelle emissioni fumaroliche“.
Tutto nella normalità, dunque? “Non possiamo dire che questo sia normale, perché è pur sempre frutto di bradisismo, ma questo terremoto sembra al momento contestualizzato all’interno di questa fase. La matrice rocciosa è continuamente sottoposta a stress, il quale viene poi rilasciato sotto forma di energia meccanica, ovvero di terremoto” chiosa la ricercatrice INGV.
“L’attività vulcanica dei Campi Flegrei è costantemente monitorata dalle reti di monitoraggio dell’Osservatorio Vesuviano, in stretto contatto con il Dipartimento della Protezione Civile. I parametri geofisici e geochimici analizzati indicano il perdurare dei trend registrati nei mesi precedenti. Allo stato attuale non si evidenziano elementi tali da suggerire significative evoluzioni del sistema a breve termine, fermo restando che una eventuale futura variazione dei parametri monitorati (sismologici, geochimici e delle deformazioni del suolo) può comportare una diversa evoluzione degli scenari di pericolosità“, spiega Francesca Bianco in una nota INGV.