L’Autorita’ russa per le comunicazioni ha annunciato il blocco di Facebook in Russia, accusando il social network di “discriminare” i media russi. “La decisione di bloccare l’accesso a Facebook e’ stata presa oggi”, ha annunciato Roskomnadzor su Telegram.
Da ottobre 2020, riferisce Roskomnadzor, “sono stati registrati 26 casi di discriminazione contro i media russi e le risorse informative da parte di Facebook. Nei giorni scorsi il social network ha limitato l’accesso agli account del canale televisivo Zvezda, l’agenzia di stampa Ria Novosti, Sputnik, Russia Today, Lenta.ru e Gazeta.ru“.
Mosca aveva gia’ annunciato una settimana fa “limitazione dell’accesso” e “rallentamento” del funzionamento di Facebook, in risposta alle iniziative contro le testate russe. Secondo l’autorita’ di regolamentazione russa, queste restrizioni “violano i principi chiave della libera diffusione delle informazioni e dell’accesso senza ostacoli degli utenti russi ai media nazionali su piattaforme Internet straniere”.
Nick Clegg, presidente per i global affairs di Meta – sotto il cui cappello sono Facebook, Instagram, WhatsApp e Messenger, ha scritto in un tweet: “presto milioni di cittadini russi si troveranno tagliati fuori dalle informazioni attendibili, privati della loro modalita’ quotidiana di connettersi con famiglie e amici e silenziati. Continueremo a fare il possibile per rendere i nostri servizi nuovamente disponibili alle persone e per metterli in grado di esprimersi in maniera sicura e mobilitarsi. Milioni di russi presto privati di informazioni affidabili”.
Dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca, il 24 febbraio, le autorita’ russe hanno intensificato la pressione contro gli ultimi media indipendenti e sui principali social network. I deputati russi hanno approvato un disegno di legge che punisce con pene fino a 15 anni di detenzione coloro che diffondono “informazioni false sull’esercito“. Roskomnadzor ha anche limitato l’accesso alla BBC, alla radio e alla televisione internazionale tedesca Deutsche Welle, al sito russo indipendente Meduza, a Radio Svoboda, alla filiale russa di RFE/RL, a Voice of America. Intanto sono state chiuse anche la radio Eco di Mosca e la Tv Dozhd note per ospitare spesso posizioni critiche del Cremlino.