Sebbene il primo navigatore ad esplorare le coste del Brasile fu Amerigo Vespucci, fu Pedro Álvares Cabral a scoprire ufficialmente quello che sarebbe divenuto il Brasile il 22 aprile del 1500. L’esploratore approdò nello stato di Bahia la collina che fu avvistata venne chiamata Monte Pascal perché ci si trovava proprio in prossimità della Pasqua.
L’equipaggio di Cabral si muoveva su 13 caravelle che erano partite nel mese di marzo da Lisbona alla volta delle Indie e l’esploratore era convinto di aver scoperto solamente un’isola a cui diede il nome di Vera Cruz e che solo nel 1511 prese il nome di Brasil.
L’impero lusitano delle esplorazioni
A partire dal ritorno di Colombo dal suo viaggio alla ricerca delle Indie, la navigazione dall’Europa verso occidente ebbe un notevole impulso e presto fu chiaro che un intero mondo di isole sconosciute si poneva come una risorsa inestimabile sul cammino delle potenze marittime come Spagna e Portogallo seguite anche da Francia e Inghilterra.
Questo moltiplicarsi di isole, terre e continenti interi di cui non si conoscevano i confini geografici generò un qualche tipo di confusione e in qualche caso si ebbe più di uno scopritore di uno stesso territorio. È il caso del Brasile, che fu dapprima esplorato da Amerigo Vespucci e solo un anno più tardi scoperto da Pedro Álvares Cabral.
Di lui abbiamo la certezza fosse di nobili natali e che a 12 anni venne inviato alla corte di re Alfonso V per ricevere un’adeguata istruzione classica che affiancasse quella militare.
I regnanti portoghesi pretendevano che le imprese marittime fossero assunte da equipaggi alla guida dei quali erano messi militari in carriera e fu questa la strada assunta anche dal giovane Pedro che fu gratificato dall’appellativo di moço fidalgo, cioè giovane nobiluomo; un titolo minore accordato dal sovrano probabilmente in occasione del suo ritorno da una prima campagna militare in Nord Africa.
Più tardi nel 1497 ottenne dal re Manuel I il tirolo di fidalgo e un’indennità annuale di 30.000 rèis nonché l’entrata nel Consiglio del Re che seguì alla nomina a Cavaliere dell’Ordine di Cristo e lo decretò come pronto a servire il suo paese come meglio si confaceva alle sue caratteristiche.
Il regno lusitano aveva già inviato Vasco da Gama alla testa di una flotta che aveva la missione di circumnavigare l’Africa per raggiungere le Indie via mare e che era tornata nel 1499. Lo scopo dei portoghesi era quello di utilizzare l’India come base logistica per espandersi in missioni commerciali e fondazioni di nuove colonie.
I primi, in effetti, ad avventurarsi in Brasile furono dli spagnoli Pinzòn e de Lepe che nei primi mesi del 1500 viaggiarono lungo la costa settentrionale della regione ma sempre in modo superficiale. Cabral fu invece il primo ad avere contatti prolungati e fruttuosi con le popolazioni autoctone e si permase a lungo in quei luoghi così da potersi a buon diritto considerare il primo scopritore del Brasile.
La spedizione di Cabral alla scoperta del Brasile
Di Pedro Cabral non si sa molto ma si tramanda che fosse cortese e sensibile seppure vanesio e legato al suo prestigio sociale. Fu il 15 febbraio del 1500 che venne nominato comandate in capo di una flotta che aveva il compito di raggiungere le Indie da Occidente e come di norma per il regno lusitano anche i comandanti delle altre imbarcazioni erano comandate da nobili di professione militare che avevano anche una maggiore esperienza dello stesso Cabral, tra di loro figuravano, infatti: Bartolomeu e Diogo Dias ma anche Afonso Lopes e Nicolau Coelho (capitano che aveva esperienza del viaggio di Vasco da Gama).
Cabral fu messo capo come comandate in capo di 13 navi, 9 caracche e 3 caravelle rotonde e un nau, che trasportavano 1500 uomini di cui la metà era rappresentato da soldati e l’altra metà da semplici cittadini in cerca di avventura e soprattutto fortune. A Cabral furono concessi con il contratto l’equivalente di 35 chili di oro e il diritto di acquistare fino a 30 chili di pepe e 10 scatole di spezie da poter rivendere esentasse alla corona.
La flotta partì da Lisbona il 9 marzo del 1500 e dopo aver fatto tappa alle Canarie e nella colonia di Capo Verde seguì una rotta che consentisse di evitare le bonacce tipiche della zona situata oltre il golfo della Guinea e sfruttare la corrente equatoriale dell’Atlantico, tecnica conosciuta come “volta do mar”, letteralmente virata del mare.
Il 9 aprile fu attraversato l’equatore e il 22 aprile Cabral scopriva il Brasile poiché approdò nel punto più orientale della costa di quello che sarebbe diventato lo Stato che oggi conosciamo.
Qui avvenne il primo scambio di regali con un piccolo gruppo di indigeni Tupiniquim. Il cronista di bordo, Pêro Vaz da Caminha, descriveva con queste parole gli abitanti del luogo: “Sono di pelle scura, leggermente rossastra, con bei volti formosi e bei nasi. Camminano nudi, senza vestiti. A loro non importa se nascondono o mostrano la loro vergogna, e in questo mostrano la stessa innocenza con cui mostrano il loro volto (…) i loro capelli sono lisci, e sono stati rasati, in alto, tutti calvi ben al di sopra delle orecchie. E uno di loro portava sotto l’elmo dei capelli, da una tempia all’altra, intorno alla nuca, una specie di parrucca di piume di uccello gialle.” Cabral decise poi di proseguire lungo la costa in cerca di un ancoraggio più adatto giungendo circa 65 chilometri a sud dell’attuale Bahia in quello che venne chiamato Porto Seguro.
Tutte le notizie riportate nelle Carte de Pêro Vaz de Caminha vengono considerate alla stregua di un certificato di nascita del Brasile e tra di esse vi sono molte informazioni sul popolo dei Tupi come il fatto che fossero cacciatori-raccoglitori che dipingessero i loro corpi e dormissero su amache in lunghe abitazioni comuni senza che vi fossero una gerarchia di comando o una religione. Era a loro noto l’uso del fuoco ma non avevano sviluppato la metallurgia, erano divisi in piccole tribù di sovente in aperta rivalità e praticavano il cannibalismo.
La fine della spedizione di Cabral
Negli ultimi giorni della spedizione di Cabral le navi furono caricate al fine di proseguire il viaggio verso l’India, ma non prima di aver posizionato un’imponente croce di legno a sancire che la nuova terra si trovava oltre la linea di demarcazione che era stata stabilita tra Spagna e Portogallo in occasione della firma del trattato di Tordesillas.
Come omaggio proprio alla croce cattolica Cabral rinominò la terra come Ilha de Vera Cruz, l’Isola della Vera Croce; ma con il tempo marinai e mercanti europei iniziarono a chiamare quella terra come Brasile dal legno brasiliano che cresceva floridamente lungo le coste. Legno che produceva un colorante rosso molto apprezzato dall’industria tessile europea che ne fece il primo prodotto commercialmente sfruttato della nuova regione.
Tuttavia, il re portoghese non accolse con entusiasmo Cabral poiché non fu in grado di immaginare quale notevole ritorno economico e quali vantaggi potevano derivare dalla scoperta di nuovi territori. All’esploratore non vennero più affidati altri incarichi e dopo essersi ritirato a vita privata Cabral morirà nel 1520 presso la cittadina di Santarém.