Covid, l’allarme del cardiologo: “l’aumento di miocarditi è collegato ai vaccini mRna”

Secondo il dottor Capucci, non c'è alcun dubbio: le miocarditi in aumento tra giovani e atleti, hanno una precisa correlazione col vaccino anti-Covid mRna
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“Nel 2021 si è riscontrato un aumento dei casi di miocardite giovanile e negli atleti. Anche le morti improvvise tra i calciatori sono superiori alla media. Dagli studi emerge un legame significativo con i vaccini mRna, il Ministero non dovrebbe minimizzare. Il problema è più accentuato negli atleti maschi e giovani, specie a causa dei livelli di catecolamine”. E’ quanto messo nero su bianco, in un articolo, dal medico piacentino Alessandro Capucci, Ordinario di Malattie Cardiovascolari (già direttore della Clinica di Cardiologia, Università Politecnica delle Marche). “La cronaca ci mostra come molti atleti abbiano avuto problemi di miocardite, problemi che li hanno tenuti lontano dai terreni di gioco”, precisa l’esperto.

La miocardite acuta può anche essere fatale, non parliamo di una percentuale alta: la miocardite da vaccino non pare essere fatale, però è difficile esprimersi in maniera precisa perché dipende anche dall’individuo e da quando si scopre di avere questo problema”, sottolinea Capucci. “Recenti dati della UK Health Security Agency, relativi alla situazione nel Regno Unito, ci mostrano come sia i casi di malattia sia le ospedalizzazioni sia, infine, i decessi avvengano in prevalenza in persone vaccinate (72%, 74% e 82% rispettivamente) ponendo dei seri dubbi sulla decantata sicurezza ed efficacia degli attuali vaccini anti-Covid (JR Hope, The Desert Review, April 2022)”, si legge nell’articolo.

Resta da chiedersi come mai siano proprio giovani e atleti i soggetti più a rischio. E Capucci, per rispondere a questo quesito, fa ricorso ai risultati di uno studio brasiliano, messo a punto da Flavio Cadegiani: “Gli atleti, particolarmente di sesso maschile, hanno usualmente livelli elevati di catecolamine attive anche in condizioni di riposo, come si può osservare dall’analisi delle catecolamine urinarie notturne che risultano nettamente superiori negli atleti rispetto ai non atleti; tutto questo mentre la loro eliminazione rimane simile nei due gruppi. Inoltre i giovani ne presentano un livello più elevato rispetto agli atleti più anziani (> 40 anni) ed i maschi rispetto alle femmine”.

“Succede quindi che soprattutto gli atleti maschi, che sono già esposti ad elevati livelli di catecolamine, ne incrementano ancora il livello, a seguito dell’inoculazione di questi vaccini, con conseguente necrosi di parti del tessuto muscolare miocardico”, conclude il dottor Capucci, me, lanciando così l’allarme e invitando il Ministero della Salute a non sottovalutare il problema.

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