Il divieto proposto dall’Unione Europea sulle importazioni di carbone dalla Russia non dovrebbe avere pieno effetto fino ad agosto, un mese dopo il previsto, secondo quanto riporta Reuters, citando due fonti dell’UE.
All’inizio di questa settimana, la Commissione Europea ha proposto il divieto sulla scia delle crescenti prove delle atrocità da parte delle truppe russe contro gli ucraini a Bucha e in altre aree. Il piano originale era di eliminare gradualmente le importazioni di carbone entro tre mesi, ha detto alla CNBC un funzionario dell’UE rimasto anonimo. Lo stesso funzionario ha aggiunto che questo periodo è stato ora esteso a quattro mesi, portando la piena attuazione del divieto a metà agosto.
“Sembra che ci sia stata un’efficace pressione tedesca per estendere a quattro mesi il periodo di eliminazione graduale per i contratti esistenti sul carbone“, ha confermato un secondo funzionario dell’UE alla CNBC, in merito al dietrofront sulle sanzioni alla Russia in tema di energia.
La Germania è una delle nazioni più scettiche quando si tratta di bloccare le forniture di energia dalla Russia, ma non è l’unica. Anche l’Austria e l’Ungheria, ad esempio, mettono in discussione l’idea. Queste nazioni hanno la più alta dipendenza energetica dalla Russia e sostengono che vietare le forniture di energia dal Paese potrebbe avere un impatto maggiore sulle proprie economie rispetto a quelle russe. La Germania, ad esempio, ha acquistato il 21,5% del suo carbone dalla Russia nel 2020. Questo numero è salito al 35,2% per le importazioni di petrolio e al 58,9% per il gas naturale, secondo i dati dell’ufficio statistico europeo.
L’approvazione delle sanzioni energetiche è stata una sfida importante per l’UE, data la sua elevata dipendenza dalle forniture russe. L’UE dipende fortemente dal petrolio e dal gas naturale russi, anche se dipende meno dalle importazioni di carbone, un motivo fondamentale per cui questa è la prima sanzione energetica proposta dalla Commissione Europea. Secondo le statistiche europee ufficiali, oltre il 19% delle importazioni di carbone dell’UE nel 2020proveniva dalla Russia. Il 36,5% delle importazioni di petrolio proveniva dalla Russia e un enorme 41,1% delle importazioni di gas.
Tuttavia, si discute anche di un divieto del petrolio russo. I Ministri degli Esteri dell’UE discuteranno di un divieto sul petrolio la prossima settimana, ma è improbabile che per ora portino avanti una misura del genere poiché è necessario un consenso tra tutti i 27 Stati membri per imporre ulteriori sanzioni.
Per quanto riguarda il gas, sono arrivate le dichiarazioni del Premier olandese Mark Rutte. E’ motivo di “grande frustrazione” il fatto che “non possiamo fermarci di importare gas” dalla Russia, “ma deve arrivare questo momento”, ha detto Rutte in conferenza stampa con il Presidente del Consiglio Mario Draghi. “I Paesi Bassi sono troppo dipendenti dal gas russo, dobbiamo fare di tutto per ridurre presto questa dipendenza. Vorremmo veramente fermarci subito ma in questo momento non è possibile“, ha aggiunto Rutte.