“Vogliamo fornire i mezzi per affrontare le grandi trasformazioni in atto – come il cambiamento climatico – i cui effetti sono evidenti anche qui. Mi riferisco al periodo di siccità durato 110 giorni – uno dei più lunghi nella storia della città e della Regione – a cui sono seguite le grandinate violente di questi giorni”. Lo ha detto il Premier Mario Draghi, intervenendo a Torino alla firma del patto per la città.
Nel giorno in cui l’Autorità Distrettuale del Fiume Po ha rilasciato un altro drammatico bollettino sulla situazione di siccità in cui versa il distretto, il Premier ha parlato degli interventi a favore del fiume previsti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. “La produzione idroelettrica – che rappresenta la principale fonte di energia rinnovabile in Piemonte e in Italia – è scesa a livelli tra i più bassi degli ultimi 20 anni. Queste condizioni anomale si ripercuotono anche sull’agricoltura. Vedere il Po – il nostro fiume ‘più grande, più lungo, più bello, più caro’, come lo definiva Mario Soldati – scarseggiare d’acqua è un colpo alla nostra storia“, ha detto Draghi.
“Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, interveniamo per riattivare i processi naturali e favorire il recupero della biodiversità in tutta l’area del Po, lungo tutto il suo corso. È un progetto importante, a cui destiniamo 360 milioni. Altri 145 milioni andranno al Piemonte per tutelare ulteriormente le risorse idriche. Per contrastare il cambiamento climatico occorre ripensare l’energia, l’industria, la mobilità. Con il PNRR supportiamo Torino e il Piemonte nel processo di rinnovamento manifatturiero, che deve avvenire in linea con le sfide più urgenti che abbiamo davanti. Il Governo può e deve avere un ruolo di sostegno nella gestione di questi cambiamenti, per realizzarli con rapidità e ridurre i costi della transizione per imprese e cittadini”, ha aggiunto il Premier.