Nel 2021 (dati provvisori – Fonte Ministero della Transizione Ecologica) l’Italia ha importato 72.728 milioni di metri cubi di gas naturale con un aumento del 9,5% rispetto al 2020 (66.393 milioni). Il grafico mostra le importazioni italiane di gas naturale per paese di origine per l’anno 2021, la colonna a sinistra in valore assoluto per milioni di metri cubi, quella a destra in percentuale.
Il 40% delle importazioni di gas naturale proviene dalla Russia, il 31% dall’Algeria, il 10% dall’Azerbaigian, il 9,5% dal Qatar.
Nel prossimo grafico vediamo l’andamento delle importazioni italiane di gas naturale, in milioni di metri cubi, a livello totale e quelle provenienti dalla Russia dal 1990 al 2021.
Il valore più basso di importazioni totali di gas naturale è stato nel 1994 (29.156 milioni di metri cubi), il più alto nel 2006 (77.399). Il valore più basso di importazioni di gas naturale dalla Russia è stato nel 1992 (13.219), il più alto nel 2019 (33.449). Rapportando il dato delle importazioni dalla Russia con quello totale otteniamo che l’anno in cui si dipendeva in minor misura dal gas russo è stato nel 2010 con circa il 20% (19,86%), quello in cui si è avuta, invece, una maggior dipendenza è stato il 2018 con il 48,39%. Nel 2021 tale valore è pari a circa il 40% (39,86%).
L’approvvigionamento energetico dell’Italia
Nel 2019 l’Italia ha consumato 6.099.593 TJ (Terajoule) di energia elettrica; in particolare la fonte principale per la produzione di energia è stata proprio il gas (41,8%), seguito dal petrolio (34,4%) mentre le fonti rinnovabili sono staccate, e hanno raggiunto complessivamente (idroelettrico, eolico, solare/fotovoltaico e biocombustibili) il 19,4%, meno di un quinto del totale fabbisogno nazionale. Nel 2020 il consumo si è ridotto a 5.660.890 (-7,2%) a causa di lockdown e restrizioni per la pandemia di Covid-19.
Per valutare il mix energetico del nostro Paese sono presi a riferimento i dati del 2020 dell’International Energy Agency. Come si può osservare anche dal grafico, la maggior parte dell’elettricità proviene dal gas naturale (43,3%), seguita dal petrolio (32,5%), dal biocombustibile (10,8%), dal solare + eolico (6,9%), dal carbone (3,5%), dall’idroelettrico (3%).
I dati mostrano quindi quanto l’import del gas sia importante non solo per l’utilizzo del gas in sé, ma anche per la produzione energetica. Attenzione, quindi, a prendere sottogamba l’estate; se il gas viene usato per i riscaldamenti e quindi soprattutto d’inverno, in Italia il consumo di energia – che per quasi la metà come abbiamo visto si produce sempre dal gas – raggiunge i picchi massimi d’estate per gli impianti di condizionamento che rinfrescano l’aria negli ambienti chiusi durante le torride settimane mediterranee.
Durante il G7 è stata avanzata l’ipotesi di un embargo totale al gas russo. Le nazioni sono preparate a questo irrigidimento delle sanzioni? Quali sono gli Stati che dipendono maggiormente dal gas russo? Vediamolo grazie ai dati del 2020 dell’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione tra i regolatori dell’energia.
Il nostro Paese sarebbe in grado di sostenere una misura così drastica? “I primi mesi non sarebbero critici, perché abbiamo riserve non grandissime ma sufficienti ad affrontare i prossimi mesi. Dovremmo essere molto bravi ad accelerare invece gli stoccaggi, cioè la preparazione delle riserve per l’inverno ’22-’23” ha detto Roberto Cingolani, ministro della Transizione Ecologica.
Anche il Ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, parlando di un embargo totale del gas russo l’ha definita una “strada percorribile”, “perché entriamo in una stagione in cui viene usato meno gas e perché stiamo affrontando bene la diversificazione dei nostri approvvigionamenti. I Paesi europei però devono aiutarsi a vicenda, agevolando chi ha un maggior danno dalle sanzioni o dall’embargo“.
La Germania importa circa la metà del proprio gas dalla Russia, mentre la Francia solo un quarto. Il Regno Unito si trova in una posizione diversa, attingendo metà della sua fornitura di gas da fonti nazionali e importando principalmente dalla Norvegia e anche dal Qatar. Anche la Spagna non è nell’elenco dei principali clienti della Russia, i maggiori partner commerciali del paese sono Algeria e Stati Uniti. L’Italia sarebbe, invece, tra le più colpite con una dipendenza del 46% dal gas russo.