“Nel Regno Unito sembra esserci un aumento dei casi di epatite acuta di origine sconosciuta e hanno avuto anche diversi bambini trapiantati. Da noi si sta valutando la situazione, per ora abbiamo meno di 10 casi definiti probabili. Chiaramente, con l’attivazione della rete e del monitoraggio ogni giorno ci sono nuove segnalazioni, ma per ora i casi ritenuti probabili sono ancora limitati. Non sappiamo se questo rappresenta un aumento o meno rispetto agli altri anni e a quello che ci saremo aspettati“. Lo ha detto Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del Ministero della Salute, a margine del convegno “Vaccinazione del paziente oncologico. Nuove opportunità per la sanità pubblica” al Ministero della Salute.
“Effettivamente, al momento, abbiamo un solo bambino sottoposto a trapianto, e ogni anno ci sono alcuni casi. Per il resto non abbiamo altri segnali particolari, Ma la situazione va certamente monitorata con attenzione”. “L’Oms – ha precisato Rezza – ha modificato, ieri, la definizione di caso, perché non ci sono casi ‘confermati’ ma casi ‘probabili’, in quanto non c’è un marcatore unico o un agente, che si tratti di un virus o meno. Quindi la situazione va monitorata con attenzione e non possiamo dire ora se c’è una diffusione maggiore a quello che normalmente accade”. Rispetto alle cause, ha concluso Rezza, “gli inglesi si sono concentrati su un tipo di adenovirus ma non escludono altro, quindi anche questo va valuto“.
Intanto il Lazio registra un altro caso sospetto di epatite acuta: si tratta di un bambino di Roma che è in buone condizioni ed è monitorato. I casi totali ad eziologia sconosciuta nella regione salgono a 3.