Epatite sconosciuta nei bambini, parte il monitoraggio allo Spallanzani: escluso il trapianto per il bimbo di Prato

Scongiurato il pericolo di trapianto del fegato per il piccolo ricoverato al Bambin Gesù di Roma. Intanto lo Spallanzani ha avviato un monitoraggio su tutto il territorio
MeteoWeb

La situazione è stabile e sotto controllo per il bambino di Prato ricoverato all’Ospedale Bambino Gesù di Roma. Al momento, si apprende dall’ospedale, non c’è necessità di eseguire un trapianto. Le analisi finora non hanno escluso le origini della malattia. Negativi anche i primi esami virologici per l’adenovirus. “L’episodio di epatite acuta resta quindi ancora di natura da definire, come ne capitano diversi ogni anno“, specifica l’ospedale pediatrico.

In mattinata si erano diffuse notizie contrastanti, e il essere trapianto di fegato sembrava essere l’unica strada percorribile per il piccolo, ma in seguito il quadro è cambiato. Dopo essere stato rianimato mercoledì 20 aprile al pediatrico Meyer di Firenze, con una grave crisi respiratoria, il bambino è stato trasferito al Bambino Gesù di Roma, dove si trova ora in rianimazione, e dove si stanno effettuando tutte le analisi per comprendere la natura dell’infezione. Il timore è che possa esservi una gran parte con i casi in Europa, numerosi in Inghilterra, di epatiti a eziologia sconosciuta.

Il bambino è arrivato con una crisi respiratoria e dolore all’addome: è stato ricoverato la sera di mercoledì ed è peggiorato in modo improvviso il giovedì mattina. Non aveva sintomi riconducibili all’epatite. E’ dalle analisi al fegato che si è poi capito che poteva trattarsi di un caso sospetto di epatite acuta pediatrica“. Lo ha spiegato Pier Luigi Vasarri, il primario di pediatria dell’ospedale Santo Stefano di Prato che ha avuto in cura il bambino poi trasferito al Meyer e in seguito a Roma. Il piccolo, di origine straniera, ha tre anni e vive a Prato con la famiglia. Tra gli accertamenti anche quelli per il Covid, al quale è risultato negativo. Non avendo effettuato il vaccino i medici hanno dedotto che possa aver contratto il virus in precedenza.

Una mia collaboratrice – ha aggiunto Vasarri – aveva trovato segnalazioni di questa strana epatite, da lì è stato un filone che abbiamo provato a seguire. Nonostante i problemi del bambino fossero respiratori gli indici di citolisi erano di trenta o quaranta volte superiori al valore normale. Abbiamo terminato la valutazione riscontrando uno scompenso metabolico che stava progredendo senza che ci fosse una causa precisa. Per fortuna poi il trasferimento del paziente è stato molto veloce“.

Rezza, “indagini approfondite”

Dopo i casi registrati in Gran Bretagna e in altri paesi europei, sono arrivate anche in Italia alcune segnalazioni di epatiti acute da causa non nota e “su queste si sta indagando in maniera molto approfondita“. A dirlo è il direttore per la prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza. Due di queste segnalazioni sono state trasmesse dall’assessorato al Welfare di Regione Lombardia: attualmente ricoverati in osservazione, i due bambini non sono in pericolo di vita. “In Europa e in particolare nel Regno Unito sono arrivate diverse segnalazioni di casi di epatite acuta da causa non nota, soprattutto fra bambini sotto i 10 anni. A seguito di questa segnalazione il Ministero della Salute dal 14 aprile si è prontamente attivato per aggiornare e informare le regioni e per sollecitare a segnalare i casi sospetti che aderissero alla definizione di caso fatta dall’OMS“.

Epatite acuta, segnalati 13 casi in Spagna

Da quando è stata lanciata una prima allerta nel Regno Unito, in Spagna sono stati segnalati finora 13 casi di epatite acuta di origine sconosciuta che colpisce minorenni, secondo quanto reso noto in un documento del Centro di coordinamento delle allerte ed emergenze sanitarie del Ministero della Salute. Otto casi, si aggiunge, sono considerati confermati in quanto riguardano bimbi di età uguale o inferiore ai 10 anni, mentre 5 sono stati classificati come probabili perché’ si riferiscono a persone di età compresa tra gli 11 e i 16 anni. Per il momento, conclude il documento, il numero di casi di epatite di origine sconosciuta riportati sinora quest’anno è tuttavia “inferiore a quanto ci si aspetterebbe nei primi 4 mesi dell’anno”.

Avviato il monitoraggio allo Spallanzani

L’Inmi Spallanzani di Roma “di fronte alle segnalazioni di casi di epatite di origine sconosciuta in pazienti europei pediatrici riportati da diversi Paesi ed extra europei, sottolinea come esse necessitano della dovuta attenzione da parte della comunità scientifica ma non dovrebbe essere fonte di allarmismo“. L’Istituto ha prontamente attivato, attraverso il Servizio regionale per la Sorveglianza delle Malattie infettive (Seresmi), “un flusso di segnalazione e monitoraggio di eventuali casi sospetti sul territorio regionale ed è pronto a garantire i necessari approfondimenti anche attraverso tecniche diagnostiche innovative quali la metagenomica, al fine di poter definire il possibile agente etiologico“, sottolinea lo Spallanzani in una nota.

Tutto questo conferma ancora una volta che le malattie infettive emergenti sono un aspetto sempre più influente e decisivo della patologia umana, e su questa emergenza lo Spallanzani è più che mai pronto a ribadire il suo ruolo di riferimento per la sanità regionale e nazionale, per la ricerca internazionale, per la sicurezza e il benessere dei cittadini“, conclude l’Istituto.

Condividi