Il Messico si prepara a nazionalizzare il litio: brutte notizie per Cina, Spagna e USA

Le mosse del Messico per nazionalizzare la sua industria del litio danneggeranno gli interessi sia della Cina che dell'Europa, ma potrebbero peggiorare anche le relazioni con gli USA
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Giorni fa, il Presidente messicano Andres Manuel Lopez Obrador ha firmato una legge di riforma del settore minerario nell’ambito della quale viene assegnata una protezione speciale allo sfruttamento del litio, che resterà nella sfera pubblica. Questa legge sarà inviata con procedura d’urgenza alla Camera dei deputati lunedì prossimo nel caso in cui domenica non si riuscisse ad approvare la riforma del settore elettrico, voluta dal capo dello Stato, e che è avversata dall’opposizione, dalle imprese private e dagli Stati Uniti.

“Se domenica non si arriverà ad avere i due terzi per l’approvazione della riforma del settore elettrico per l’azione di lobbisti, di interessi stranieri, invierò il progetto di riforma del settore minerario, che ho già firmato e che non richiede i due terzi per l’approvazione. Il litio è oro bianco, ed è per questo che sono contrari alla riforma della Costituzione”, ha sostenuto Lopez Obrador.

La Camera dei deputati ha all’ordine del giorno domenica la discussione e il voto sull’iniziativa di riforma del settore elettrico che implica modifiche agli articoli 25, 27 e 28 della Costituzione, proponendo di rafforzare un organismo pubblico, la Commissione federale per l’energia elettrica (Cfe), e stabilendo che lo sfruttamento del litio appartiene solo alla Nazione.

L’affermazione di Lopez Obrador sulle riserve di litio della nazione non sorprende, dato il crescente appetito del mondo per il passaggio ai veicoli elettronici e l’allontanamento da fonti di energia che emettono carbonio. Il litio è un elemento importante per i produttori di batterie per veicoli elettrici. Con l’aumento dei prezzi del litio e la potenziale carenza di litio incombente, il Messico sta intensificando i suoi sforzi per controllare meglio le sue riserve, che potrebbero avere un impatto sulla già accesa guerra dei veicoli elettrici tra Cina e Occidente.

La mossa del Presidente messicano ha fatto irritare il governo degli Stati Uniti e l’UE perché le società spagnole perderanno la loro quota dominante nel mercato. Il Messico si è coordinato con altri Paesi ricchi di litio, come la Bolivia e l’Argentina, per sviluppare la risorsa mantenendo la sovranità su di essa. In questo modo, sta creando un potente blocco di litio per infliggere un duro colpo a nazioni come Stati Uniti, Cina e Spagna.

Il ruolo della Cina

Sia la Cina che l’Europa hanno fortemente investito nel settore minerario del Messico. Attualmente, ci sono 17 concessioni di litio attive in Messico, di cui molte nel nord del Paese detenute da Bacanora Lithium, di proprietà della Cina. L’azienda è una sussidiaria della cinese Genfeng Lithium e sta sviluppando il gigantesco progetto Sonora, che dovrebbe produrre 35.000 tonnellate di metallo all’anno a partire dal 2023. Una volta avviato il processo di estrazione, il Messico potrebbe guidare il mondo nella produzione di litio.

La Spagna è destinata a perdere molto

D’altra parte, anche le grandi società spagnole stanno attualmente dominando il settore minerario del litio del Paese. Ma quando l’elemento sarà nazionalizzato, la Spagna e l’UE perderanno il controllo sul litio del Paese. Il voto di Lopez Obrador di cambiare le leggi minerarie nella nazione, quindi, ha fatto irritare l’UE e gli Stati Uniti.

Le mosse del Messico per nazionalizzare la sua industria del litio danneggeranno gli interessi sia della Cina che dell’Europa. L’opposizione di Lopez Obrador sta criticando con veemenza le sue mosse, citando la mancanza di esperienza del Paese nelle operazioni minerarie e il possibile isolamento del Messico nelle catene di approvvigionamento del litio del mondo.

Gli Stati Uniti

Le mosse di Lopez Obrador potrebbero anche peggiorare le relazioni tra Stati Uniti e Messico poiché l’emendamento comporterebbe una violazione delle disposizioni dell’accordo USA-Messico-Canada raggiunto nel 2018, che impediscono ad uno Stato di utilizzare la sua posizione di monopolio per impegnarsi in pratiche anticoncorrenziali in regime di non monopolio.

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