Di Alessandro Martelli (esperto di sistemi antisismici, già direttore ENEA) – Non dimentichiamo che oggi, 6 aprile, è il tredicesimo anniversario della scossa principale del terremoto dell’Abruzzo del 2009. Esso è detto anche de L’Aquila, perché l’epicentro fu nei pressi di tale città ed in essa, a causa delle vaste distruzioni (Figure 1 e 2), il sisma causò gran parte dei danni (che ammontarono, complessivamente, ad oltre 10 miliardi di euro) e molte delle 309 vittime.
Ho già ricordato questo terremoto l’anno scorso su Meteoweb. Però, mi pare che, nell’anno appena trascorso, non si siano fatti grandi passi il avanti, in Italia, in termini di prevenzione sismica, nonostante da decenni possediamo anche noi le più moderne tecnologie atte a rendere sismicamente sicure le nostre strutture, sia di nuova costruzione che esistenti (isolamento sismico, dissipazione di energia, ecc.).
La scossa del 6 aprile 2009, di magnitudo momento stimata Mw = 6,3, si verificò durante la notte. È importante sottolineare che essa fu preceduta da un lungo sciame sismico (iniziato il 14 dicembre 2008). Esso aveva impaurito la popolazione, cosicché molti avevano lasciato la zona de l’Aquila, o, quantomeno, dormivano fuori casa. Purtroppo, però, tanti rientrarono nelle loro case prima della scossa principale, almeno in parte perché rassicurati dalle dichiarazioni molto tranquillizzanti rilasciate il 31 marzo, ad una TV locale (inAbruzzo), dall’allora vice-capo del Dipartimento della Protezione Civile (dichiarazioni che, purtroppo, non furono smentite da alcuno dei componenti della Commissione Grandi Rischi, nonostante le forti preoccupazioni espresse, invece, da noti sismologi).
Fra le vittime vi furono, purtroppo, molti giovani: fra questi mi preme ricordare Ilaria Rambaldi, figlia di una mia carissima amica di Lanciano (Chieti), ed il suo fidanzato Paolo Verzilli. Ilaria era da poco rientrata nella sua abitazione di Via Campo di Fossa a L’Aquila (Figura 1) da Lanciano, assieme a Paolo, per terminare la sua tesi di laurea in ingegneria edile-architettura, appunto perché tranquillizzata dalle dichiarazioni summenzionate.
Per ribadire la necessità e l’urgenza di attivare corrette politiche di prevenzione sismica anche in Italia, affinché simili tragedie non si ripetano più (http://chng.it/YPxczGmY), riporto sotto quanto scrissi nel 2018 in ricordo di Ilaria e delle vicende che la portarono alla morte. Questo mio scritto fu pubblicato dalla mamma di Ilaria nel sito dell’Associazione Ilaria Rambaldi Onlus (http://www.ilariarambaldionlus.it/2018/05/ing-alessandro-martelli-poesia-dedicata-ad-ilaria/) e, l’anno scorso, a pagg. 132-132 del libro “Soffio”, pubblicato da Aletti Editore di Villanova di Guidonia (Roma).
A Ilaria
Era il duemilanove
e uno sciame già ci stava
che in Abruzzo imperversava
impaurendo in ogni dove.
Pria del sisma qualche giorno
che d’aprile il sei colpì,
un gruppetto si riunì
ad un tavol tutto attorno.
Che da “esperti” era formato
della nota commissione
che l’esame ha per missione
d’ogni rischio rilevato.
Alla fin della riunione
il gran capo dichiarò
che tranquilli star si può
e ciò fe’ in televisione.
Disse poi che una bottiglia
di buon vino er’ consigliata
(forse assieme a una mangiata)
da scolarsi lì in famiglia.
Niun degli altri dichiarò
che quel dire er’ scriteriato,
che altrimenti era stimato,
che predire non si può.
Ma che esperti sono quelli,
se poi zitti se ne stanno
e null’altra cosa fanno
che incassare i lor balzelli!