La popolazione mondiale oggi è pari a 7,9 miliardi di persone. Sono servite decine di migliaia di anni per arrivare a un miliardo di persone e solo duecento anni per passare da 1 a quasi 8 miliardi.
Ma quanto crescerà ancora la popolazione? Ha risposto Max Roser in un articolo pubblicato su Our World in Data, l’ente di ricerca da lui fondato e diretto.
La crescita della popolazione si fermerà
Una delle grandi lezioni della storia della demografia è che le esplosioni demografiche sono temporanee. Per molti paesi, infatti, la transizione demografica è già terminata e – visto che il tasso di fertilità globale si è già dimezzato – sappiamo che complessivamente si sta andando verso la fine della rapidissima crescita della popolazione a cui abbiamo assistito nell’ultimo secolo.
La popolazione globale è cresciuta molto lentamente fino al 1700, con una media di crescita pari allo 0,04% all’anno. L’altissima mortalità dei bambini, infatti, contrastava l’elevata fertilità, non facendo aumentare in maniera rilevante la popolazione. Il mondo era quindi nella prima fase della transizione demografica.
Con il miglioramento delle condizioni di salute e il calo della mortalità infantile, però, le cose sono cambiate velocemente. Negli ultimi cento anni la popolazione mondiale è più che quadruplicata e lo ha fatto con una velocità sempre maggiore, fino ad arrivare a un picco del tasso di crescita del 2,1% nel 1968. Oggi la popolazione cresce in media dell’1% all’anno: si tratta di un tasso di crescita ancora veloce, nel senso che ogni anno nascono 140 milioni di persone e ne muoiono 60 milioni, per un aumento di circa 80 milioni di persone all’anno.
Le stime delle Nazioni Unite prevedono che il tasso di crescita della popolazione continuerà a diminuire, arrivando allo 0,1% nel 2100, quando ci saranno 10,9 miliardi di persone. A quel punto il mondo sarà molto vicino alla fine della transizione demografica. Se queste proiezioni saranno corrette vorrà dire che la popolazione mondiale sarà aumentata di oltre 10 volte nell’arco di 250 anni.
A quel punto ci sarà in un nuovo equilibrio, ma sarà diverso dal passato: prima era l’altissima mortalità a tenere bassa la crescita demografica, mentre in futuro sarà invece la ridotta fertilità a tenere bassa la crescita della popolazione.
Nel grafico possiamo notare la crescita della popolazione mondiale dal 1700 ad oggi e la stima fino al 2100, insieme al tasso di crescita annuo.
Struttura demografica della popolazione
Nel 1950 c’erano tanti bambini e pochi anziani. Questo avveniva per l’alto numero di nascite e un elevato rischio di morte che si correva per tutta la vita. Il tasso di mortalità infantile è passato da 1 su 5 del 1950 a meno di 1 su 20 di oggi. Secondo le proiezioni ci saranno meno bambini alla fine di questo secolo rispetto ad oggi.
Roser spiega come siamo a un punto di svolta nella storia della popolazione mondiale. Tra il 1950 e oggi è stato l’aumento delle nascite il principale responsabile della crescita della popolazione. In futuro, invece, il numero di bambini diminuirà, ma crescerà sensibilmente il numero di persone in età lavorativa e di quelle anziane. Grazie ai miglioramenti della salute globale ci si attende infatti un miglioramento dell’aspettativa di vita: per ogni bambino di età inferiore ai 15 anni c’erano 1,8 persone in età lavorativa (da 15 a 64 anni) nel 1950, mentre oggi sono 2,5 ed entro la fine del secolo ci saranno 3.
Come cambierà la distribuzione geografica della popolazione
Il cambiamento maggiore si verificherà in Africa: attualmente ha una popolazione di 1,3 miliardi di persone e per il 2100 dovrebbe crescere arrivando a 4,3 miliardi.
Negli ultimi 50 anni l’Asia ha registrato una rapida crescita della popolazione: oggi la sua popolazione è di circa 4,6 miliardi. Entro il 2050 dovrebbe salire a 5,3 miliardi, per poi diminuire nella seconda metà del secolo e tornare per il 2100 al livello odierno. Secondo le stime, nel 2100 l’India sarà il paese più popoloso del mondo con 1,5 miliardi di persone contro gli 1,1 miliardi della Cina.
Entro la fine del secolo, insomma, più di 8 persone su 10 nel mondo vivranno in Asia o in Africa.
A crescere leggermente saranno anche l’America e l’Oceania, mentre l’Europa è l’unica regione dove la popolazione calerà passando dagli attuali 750 milioni di abitanti a 630 milioni nel 2100. Meno del 6% della popolazione mondiale vivrà quindi nel continente europeo.
Quanto sono affidabili le proiezioni demografiche?
Un modo per valutare la credibilità delle proiezioni delle Nazioni Unite per il futuro è guardare il suo track record di previsioni in passato. Periodicamente, infatti, le Nazioni Unite pubblicano le statistiche sulla popolazione, che coprono stime storiche e attuali e proiezioni future. Le ultime previsioni sono state formulate nel 2017 e sono le venticinquesime elaborate dalle Nazioni Unite.
Roser ha confrontato le varie proiezioni elaborate dal 1968 al 2017, confrontandole con la popolazione che si aveva nel 2015. Dai dati si vede come, sebbene ogni previsione abbia dato proiezioni diverse, la maggior parte si è rivelata vicina alla realtà. Ad esempio, nel 1968 le Nazioni Unite prevedevano 5,44 miliardi di persone nel 1990 e furono nella realtà 5,34 miliardi.
Nel 2010 la popolazione mondiale era pari a 7 miliardi; le proiezioni precedenti comprendevano stime tra 6,8 e 7,2 miliardi. Nel 2015 la popolazione mondiale era di 7,4 miliardi di persone: la proiezione del 1990 ha sovrastimato il dato con una stima di 7,7 miliardi, mentre quella del 1998 lo ha sottovalutato fermandosi a 7,2 miliardi.
Le proiezioni migliorano costantemente, ma “la sorprendente accuratezza delle proiezioni storiche dovrebbe darci la certezza che, sebbene imperfette, le proiezioni demografiche delle Nazioni Unite si sono generalmente rivelate molto vicine alla verità”, conclude Roser.