L’Italia riparte dall’industria bellica. L’onda cosiddetta “green” e la questione ecologica sono ormai un lontano ricordo. L’intervento militare della Russia in Ucraina ha infatti gonfiato a dismisura gli investimenti bellici, che in Occidente sono tuttavia in corso da tempi immemori. Requisito degli Stati appartenenti alla NATO è quello di versare il 2% del proprio PIL nell’industria bellica. Nonostante la soglia prefissata sia stata sinora rispettata da una manciata di paesi, i prossimi tempi fanno intuire finanziamenti sempre più massicci. I fondi europei del famoso Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) vengono utilizzati anche per costruire nuove basi militari in territorio italiano. Uno dei luoghi prescelti è il Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli in provincia di Pisa.
Si tratta di un’area protetta, in cui verranno recintati circa 730.000 metri quadrati di terreno dai militari per la costruzione di 440.000 metri cubi di nuovi edifici. Il progetto presentato sulla scrivania del presidente del Parco regionale toscano, Lorenzo Bani, prevede una pista d’atterraggio per elicotteri, due poligoni di tiro, caserme, centri di addestramento, laboratori, magazzini, palestre, piscine, uffici, officine e 18 villette a schiera. L’operazione è stata deliberata con Decreto del Presidente del Consiglio in data 14 gennaio 2022, ma è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale soltanto il 23 marzo. Bani ha messo in guardia dall’impatto ambientale che avrà la realizzazione del progetto: “Sarà devastante”.
Non è dato sapere quanto costerà la realizzazione della cittadella, le stime parlano di centinaia di milioni di euro. Il presidente del Parco regionale non potrà opporsi alla costruzione della cittadella militare. In Gazzetta Ufficiale è infatti contenuto un solo articolo che toglie de facto a Bani ogni potere di veto. Si legge che la nuova base viene destinata ai “centri di eccellenza dell’Arma dei carabinieri, impegnati nell’attività antiterrorismo e nella sicurezza delle rappresentanze diplomatiche a rischio, nonché nella attività delle forze speciali e delle forze per le operazioni speciali delle Forze armate”. Viene definita “opera destinata alla difesa nazionale” e quindi “sottoposta a procedura semplificata”.
Che cosa significa? Che l’opera può essere completata in una zona sottoposta a vincoli ambientali senza l’autorizzazione paesaggistica. Quest’ultima, molto probabilmente, sarebbe stata respinta dalle autorità gestionali del parco. Il Decreto riporta la firma del presidente del Consiglio Mario Draghi e la controfirma del ministro della Difesa, Lorenzo Guerini.
Nelle immediate vicinanze della futura “città militare”, si trova anche la base NATO Camp Darby. Un complesso militare statunitense in territorio italiano localizzato tra Pisa e Livorno. Si tratta di una base mista sotto il controllo delle forze militari italo-americane. Previsti ampliamenti strutturali anche a Camp Darby, per un costo stimato tra i 30 e i 45 milioni di dollari che verranno pagati dagli Stati Uniti d’America. Anche in questo caso, il Governo italiano ha definito l’opera come “destinata alla difesa nazionale”. Secondo quanto riportato ne L’Essenziale del 9 aprile, il parco non si è potuto opporre all’abbattimento di 937 alberi, tra i quali 380 lecci, 164 querce e 96 pini.
Nel frattempo, il controverso progetto del Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli di Pisa è finito in Parlamento. Il 7 aprile le deputate della componente parlamentare di ManifestA, Yana Ehm e Simona Suriano hanno chiesto delucidazioni riguardo alla realizzazione dell’opera. In un’interrogazione parlamentare, Ehm e Suriano hanno contestato al Governo la violazione dei vincoli ambientali. Le deputate chiedono “se con i fondi del Pnrr si finanzieranno altre strutture militari in Italia”. Mentre si sventolano bandiere arcobaleno e si inneggia alla pace, si procede alla devastazione delle ricchezze naturali del proprio territorio per fare spazio a basi militari.