La popolazione dell’Italia è scesa ancora: adesso siamo 58 milioni 983 mila | DATI ISTAT 2022

Natalità al minimo storico, record di ultracentenari: oltre 20mila. Tutti i dati ISTAT sulla popolazione italiana aggiornati ad oggi
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Rallenta il calo della popolazione in Italia: su base annua nel 2021 si passa a -4,3 per mille rispetto al -6,8 per mille del 2020. La popolazione residente in Italia al 1° Gennaio 2022 è pari a 58.983.122. La variazione è stata pari a -253.091 contro i -405.275 dell’anno precedente.

Natalità al minimo storico, mortalità alta ma in calo sul 2020, con 7 neonati e 12 decessi ogni mille abitanti.

Flussi migratori con l’estero in ripresa: il saldo è di +157 mila, pari a 2,7 per mille abitanti, circa il doppio del 2020 e superiore a quello del 2019.

Età media della popolazione in rialzo: 46,2 anni al 1° gennaio 2022.

Il ruolo della pandemia sulle componenti demografiche

Il 2021 restituisce un quadro complessivo nel quale la pandemia continua a esercitare effetti sul comportamento demografico, per quanto non al livello dell’anno precedente. Sulla componente più diretta, quella della mortalità, nell’anno si riscontrano 709 mila decessi, il 4,2% in meno sul 2020 con un tasso per abitante pari al 12 per mille. Di tali decessi, circa 59 mila sono dovuti a mortalità da e con Covid-19, come accertato dal Sistema di Sorveglianza Nazionale integrata coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS).

La progressiva riduzione delle misure nei confronti della mobilità ha permesso un sostanziale rialzo delle migrazioni sia con l’estero sia tra Comuni. Le iscrizioni dall’estero sono state 286 mila, registrando un rialzo del 15,7% sul 2020. Le cancellazioni per l’estero, in totale 129 mila, subiscono invece una frenata del 19% sull’anno precedente, cosicché il saldo migratorio netto risultante perviene nel 2021 al livello di +157 mila (2,7 per mille), ossia a un livello analogo a quello rilevato nel 2019 quando della pandemia non vi era ancora traccia.

Nella tabella si evidenzia il saldo naturale e il saldo migratorio con l’estero.

Persi in un anno oltre 250 mila residenti

La popolazione residente è in riduzione costante dal 2014 quando risultava pari a 60,3 milioni. Al 1° gennaio 2022, secondo i primi dati provvisori, la popolazione scende a 58 milioni 983 mila unità cosicché nell’arco di 8 anni la perdita cumulata è pari a 1 milione 363 mila. La variazione relativa della popolazione è pari al -4,3 per mille, in moderato miglioramento rispetto al 2020 (-6,8 per mille).

In un quadro tendenziale dove le diseguaglianze territoriali tornano a essere evidenti, la crisi demografica colpisce maggiormente il Mezzogiorno (-6,5 per mille) e, in particolar modo, regioni come Molise (-12 per mille), Basilicata (-9,5) e Calabria (-8,6), sempre più sul procinto di essere coinvolte in una situazione da cui appare difficile poter uscire.

Speranza di vita in parziale recupero ma ampia disomogeneità sul territorio

Nel 2021 la speranza di vita alla nascita è stimata in 80,1 anni per gli uomini e in 84,7 anni per le donne. Senza distinzione di genere risulta pari a 82,4 anni. Le stime, pertanto, mostrano un recupero rispetto al 2020, quantificabile in 4 mesi di vita in più per gli uomini e in circa 3 per le donne. Rispetto al periodo pre-pandemico, tuttavia, il gap rimane sostanziale. Nel confronto con il dato del 2019, per esempio, gli uomini subiscono una perdita in termini di speranza di vita alla nascita di 11 mesi, le donne di 7.

Nella figura sotto vediamo la speranza di vita alla nascita per sesso e regione nell’anno 2021 e le variazioni rispetto al 2020.

Natalità e numero medio di figli per donna

Il numero medio di figli per donna si attesta nel 2021 a 1,25 figli per donna, dunque in lieve rialzo rispetto all’1,24 del 2020, nonostante l’ulteriore declino delle nascite.

Segnali di ripresa provengono dalla nuzialità. Nel 2021 si è quasi tornati alla normalità grazie a 179 mila celebrazioni (3 per mille abitanti), quando nel 2020 se ne riscontrarono appena 97 mila (1,6 per mille). Non si tratta di un livello, quello espresso nel 2021, precisamente analogo a quello del 2019 (184 mila matrimoni) ma senz’altro in linea col trend discendente degli anni antecedenti la pandemia (270 mila matrimoni nel 2002).

Oltre 20 mila centenari

La popolazione ultrasessantacinquenne, 14 milioni 46 mila individui a inizio 2022 in base alle stime (+105 mila), costituisce il 23,8% della popolazione totale contro il 23,5% dell’anno precedente. Viceversa, risultano in diminuzione tanto gli individui in età attiva quanto i più giovani: i 15-64enni (-198 mila) scendono dal 63,6% al 63,5% mentre i ragazzi fino a 14 anni (-160 mila) passano dal 12,9% al 12,7% del totale.

Diversamente da quanto si possa essere portati a ritenere sul piano logico, i margini di crescita più importanti si rilevano tra la popolazione di 90 anni e più e di 100 anni e più.

Sta di fatto che il numero di ultracentenari (100 anni di età e più) raggiunge nel 2022 il suo più alto livello, oltrepassando la soglia delle 20 mila unità.

In basso il grafico dell’andamento della popolazione ultracentenaria negli ultimi 20 anni (2002-2022)*

*erroneamente nel grafico Istat è segnato l’anno 2002 invece del 2022.

Dalla figura n. 7 si nota come l’andamento della popolazione ultracentenaria in Italia sia progressivamente cresciuta dal 2002 al 2015, per poi ridursi fino al 2019 e, infine, risalire raggiungendo il picco il 1° Gennaio 2022 con un valore di 20.159.

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