Il Nord Italia è alle prese con un lungo periodo di siccità, intervallato da sporadiche precipitazioni che non sono riuscite a risollevare una situazione di notevole gravità. Meuccio Berselli, Segretario dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po, ai microfoni di MeteoWeb ha illustrato i dati che certificano la siccità in atto e i problemi che ne conseguono.
L’inverno al Nord è da sempre secco e anticiclonico: la situazione attuale è davvero così anomala?
“Tipicamente il mese più secco risulta di norma Gennaio, mentre tutto l’inverno 2021-22 è stato caratterizzato da accumuli generalmente inferiori ai valori di riferimento, eccetto Novembre che ha visto valori in linea con le medie. Gennaio e Febbraio, salvo episodi modesti e localizzati, non ha registrato accumuli significativi rimanendo al di sotto dei valori di riferimento. Marzo è stato caratterizzato da precipitazioni scarse o del tutto assenti con un ammanco medio di pioggia dell’80%, mentre solo ad Aprile manca il 50% delle piogge ad oggi. Anche le temperature, salvo a Marzo, sono risultate superiori alle medie di 2/3°C. Riassumendo il distretto da ormai sei mesi vive un’endemica mancanza d’acqua”, ha spiegato Berselli.
Berselli ci fornisce poi qualche dato sulla siccità in atto.
“Seppur molti indici non abbiano ancora raggiunto il record negativo assoluto, tutti convergono verso i minimi storici. Il protrarsi di condizioni climatiche caratterizzate da scarsità di pioggia fa sì che gli indici di SPI (Standardized Precipitation Index) a 3, 6 e 12 mesi assumano ovunque valori negativi con picchi particolarmente intensi tipici di condizioni di siccità idrologica estrema in Romagna e in Piemonte; dall’inizio dell’anno idrologico manca oltre il 40% delle precipitazioni diffuse su tutto il distretto. Particolarmente critica la situazione del SWE (snow water equivalent) che segna il minimo storico degli ultimi 20 anni con -70% rispetto le medie di periodo, con un valore di poco superiore di 2000 Milioni m3. Ne consegue che le portate di Po nelle principali stazioni di misura abbiano valori bel al di sotto delle medie, tipici dei periodi estivi. Particolarmente in crisi Piacenza, già da Marzo l’indice SFI (Standardized Flow Index) ha valori inferiori a -2.5, a cui corrisponde una condizione di “estrema siccità idrologica”; condizioni prossime o di poco inferiori a quelle di “estrema siccità idrologica” (SFI inferiore a -2) caratterizzano le restanti sezioni idrometriche. Ad oggi la portata di Pontelagoscuro, sezione di chiusura del bacino, è di 449 m3/s, al di sotto della soglia di allerta di 450 m3/s, con uno scarto di portata del 70%. Tutti gli affluenti hanno in questo momento livelli minimi confrontabili con il DMV (deflusso minimo vitale). Anche la situazione dei grandi laghi non è migliore, per la prima volta nella stagione il lago Maggiore ha un valore inferiore allo zero con -8 cm all’idrometro di Sesto Calende, con un riempimento al 22% e dalla scorsa settimana ha perso 12 cm. Sostanzialmente invariato grazie alle deroghe la situazione del lago di Como (-30 cm) con una riserva d’acqua disponibile prossima al 5%, recupera invece qualche centimetro il Lago Iseo (-6). Stazionario il lago di Garda. Anche i serbatoi alpini hanno livelli prossimi ai minimi storici con riempimenti mediamente attorno al 25%”, ha spiegato Berselli.
Nei prossimi giorni, è previsto il ritorno di precipitazioni più consistenti al Nord. Riusciranno ad avere un effetto sulla situazione attuale?
“Le piogge porteranno sicuramente un beneficio immediato all’agricoltura. I campi, resi aridi dall’assenza di piogge, dalle temperature in aumento e dai venti che hanno sferzato la pianura, tratterranno le precipitazioni che ci attendiamo nei prossimi giorni con accumuli anche localmente superiori ai 40mm. Tuttavia non saranno sufficienti a colmare il gap da inizio anno ed anche in termini di portata ci attendiamo un parziale innalzamento, soprattutto per i tributari a maggior carattere torrentizio, ma nel lungo periodo continuerà l’esaurimento tipico della stagione”, ha detto Berselli.
È un lungo periodo di siccità, che avrà inevitabili conseguenze anche nei prossimi mesi. Cosa dobbiamo aspettarci in estate?
“Il primo effetto è stato aver posticipato le semine dove possibile, in modo da poter immagazzinare nei grandi laghi ed in tutti i bacini la pioggia che cadrà nei prossimi giorni, per poi distribuirla a seconda dei fabbisogni grazie alla fitta rete di canali irrigui del distretto. Sicuramente gli incendi rappresentano un problema, ma l’assenza d’acqua si ripercuote anche in termini di habitat con un forte stress per la fauna ittica, e nel caso dei laghi anche il comparto turistico e la navigazione potrebbero aver dei disagi. Anche l’idropotabile potrebbe subire dei disservizi, in alcuni comuni del Piemonte è già iniziata la razionalizzazione dell’acqua ed il sostegno alla rete con autobotti”, ha affermato il Segretario dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po.
Infine una domanda sulla produzione di energia idroelettrica, che ha subito un calo a causa della siccità. Che effetto ha questo calo sull’energia in Italia, soprattutto alla luce della crisi energetica dovuta alla guerra in Ucraina?
“Nel distretto del Po produciamo il 55% dell’idroelettrico nazionale, ad oggi siamo ai minimi di produzione degli ultimi 20 anni. Si sta sovrapponendo alla crisi idrica una crisi geopolitica che ci porta ad aver necessità di produzione energetica nazionale maggiore rispetto a prima. I livelli degli invasi bassi non permettono alle centrali idroelettriche la produzione, sia quelle a bacino che turbinano valori minimi d’acqua, sia quelle ad acqua fluente che sono praticamente ferme, ma potrebbero esserci ulteriori problemi per il comparto energetico, non solo per l’idroelettrico, ma per il pescaggio dell’acqua di raffreddamento delle centrali termoelettriche del distretto visto il livello basso del fiume Po”, ha concluso Meuccio Berselli.