Dopo la forte scossa di terremoto avvenuta alle 23:07 di ieri, venerdì 22 aprile, la Bosnia Erzegovina continua a tremare. Nel Paese, si sono verificate una trentina di repliche, la più forte di magnitudo 4.4. Tutte hanno interessato l’Erzegovina, la regione meridionale del Paese.
Il bilancio provvisorio non sembra essersi aggravato ed è fermo a un morto, diversi feriti e diffusi danni materiali. La vittima è una giovane donna di 28 anni morta in un ospedale di Mostar, dove era stata condotta dopo essere rimasta gravemente ferita nella sua casa a Stolac. Le località con i danni maggiori sono Stolac e Ljubinje, quelle più vicine all’epicentro del sisma di ieri. Si tratta in generale di cornicioni e ciminiere crollati in vecchi edifici, crepe nei muri degli stabili, auto danneggiate da detriti e smottamenti. Anche a Mostar, la città più grande della regione e capoluogo dell’Erzegovina, si sono registrati danni materiali.
Migliaia di persone, fuggite in strada ieri sera in preda al panico, hanno trascorso la notte all’aperto in tante località dell’Erzegovina. Ma tante persone sono scese in strada anche nei Paesi vicini, come in Croazia, Montenegro e Serbia, dove il sisma è stato distintamente avvertito. L’onda sismica si è estesa per centinaia di chilometri, fino a Belgrado.
I Balcani sono tradizionalmente una zona a forte attività sismica. Il precedente grande terremoto nei Balcani, di magnitudo 6.4, si è verificato il 29 dicembre 2020 in Croazia, nella regione di Petrinja: ha provocato la morte di 7 persone e distrutto centinaia di edifici e case. Nel marzo 2020, la capitale croata è stata colpita da un terremoto di magnitudo 5.3 che ha causato ingenti danni. Nel novembre 2019, oltre 50 persone sono morte in Albania a seguito di un terremoto magnitudo 6.4 che ha lasciato anche migliaia di persone senza casa.