Nessuno può negare che i “blue jeans” siano uno dei capi più iconici di sempre, infatti, a un secolo e mezzo dalla loro nascita godono di una splendida salute e se ci pensate sono stati utilizzati prima o poi da praticamente tutti gli attuali abitanti del pianeta. Ma la loro storia ufficiale inizia in un giorno ben preciso: il 20 maggio del 1974, quando Levi Strauss e Jacob Davis brevettarono i jeans con i celebri rivetti di rame.
La nascita degli iconici jeans
In quel periodo storico si era incrementata l’immigrazione verso gli Stati Uniti d’America, fomentata anche dalla leggendaria “corsa all’oro” che si sviluppò soprattutto nella costa occidentale del paese. Fu in quelle circostanze che la famiglia ebrea di origine bavarese degli Strauss rivoluzionò il mercato da una piccola merceria di New York.
Il terzo figlio Loeb, che più tardi cambiò nome in Levi, andò fino in Kentucky per lavorare nel ranch di uno zio e qui iniziò a osservare l’abbigliamento usato da chi praticava lavori manuali. Anche lui fu sedotto dalle ricerche d’oro in California, ma la sua miniera si trovava non nelle gallerie ma nelle esigenze dei minatori, in particolare, negli indumenti che potevano servire loro.
Nel 1866 Levi fondò la Levi Strauss & Co. e subito aprì un negozio di stoffe, abiti e stivali da lavoro. Oltre alla rivendita di Battery Street si recava come ambulante presso le miniere per vendere un comodissimo indumento conosciuto come salopette. Questa veniva realizzata con una pesante stoffa blu che prendeva il nome di de Nimes, dall’omonima città provenzale e più tardi sarebbe stata conosciuta con il nome di “denim”.
Un tessuto analogo veniva prodotto già nella Genova mercantile del XVI secolo e utilizzato dai marinai, si trattava di un tessuto molto resistente e dal colore blu, chiamato “tela blue”, utilizzato per confezionare sacchi per vele e per coprire merci sulle navi mercantili. Il termine Jeans (o Blue Jeans) si ritiene che derivi direttamente dalle parole in lingua francese “Bleu de Gênes” ovvero “Blu di Genova” in italiano. Levi iniziò a produrre dei pantaloni da lavoro a cui diede appunto il nome di jeans.
Tuttavia, si accorse che i suoi jeans non erano privi di difetti e soprattutto si verificava di sovente un cedimento del tessuto all’altezza delle tasche. Jacob Davis, un sarto di origini lettoni, ebbe modo di studiare i jeans e in un’occasione in particolare si trovò a ripararli per un cliente che presentava una stazza notevole. Ebbe lui l’intuizione di rinforzarli con piccoli rivetti di rame, questi ultimi, posti all’attaccatura delle tasche e in corrispondenza dei punti critici rendevano il pantalone incredibilmente resistente.
La collaborazione tra i due fece nascere il jeans così come lo conosciamo noi oggi: come un pantalone con i caratteristici rivetti di rame, con il bottone centrale di metallo, il taglio a 5 tasche, di cui le posteriori cucite sopra la stoffa del corpo dei pantaloni e l’etichetta inserita nella parte posteriore in alto a destra.
Il 20 maggio del 1874, con il numero 139.121, venivano brevettati i jeans che presentavano la doppia cucitura sulle tasche “The Arcuate” e l’etichetta di cuoio sul retro a destra.
La fortuna dei jeans
Nel corso del XX secolo il brevetto di Levi Strauss scadde e altri poterono iniziare a produrre l’iconico capo d’abbigliamento contribuendo ad accrescerne la popolarità così che presto passò dall’essere un semplice pantalone da lavoro a esprimere simbolicamente la libertà delle nuove generazioni.
Da capo della moda made in USA divenne un capo universale ed evergreen, tuttavia, nonostante l’evoluzione della moda e la nascita di grandi marchi di jeans come Lee o Wrangler il più ambito rimane il Levi’s. Questo anche grazie alle indimenticabili campagne pubblicitarie che durante lo scorso secolo si sono distinte per originalità e appeal.
Sebbene i jeans siano un capo principalmente indossato dai giovani oggi chi non vuole rinunciare al comfort e alla resistenza del jeans può scegliere tra tantissimi modelli realizzati in tessuti che non sono il tipico denim, come il twill, il velluto, la gabardine e molti altri che rendono il pantalone adatto anche a occasioni diverse da quelle sportive e informali, nonché indossabili anche da una clientela più adulta.