Una sepoltura che risale con molta probabilità ad un’epoca posteriore a quella romana, VI o VII secolo d.C., appartenente ad una donna, e alcune tracce dell’antica coltivazione della vite, resti di vinaccioli datati fine IV secolo, e alcuni frammenti di legno di vite nella fornace, sono emersi dagli scavi archeologici della “Villa dei Mosaici” di Negrar di Valpolicella (Verona), in cui erano già’ stati scoperti pavimenti in mosaico tra i filari delle viti. “I nuovi ritrovamenti – ha spiegato Gianni De Zuccato, della Soprintendenza ai Beni archeologici di Verona – sono stati scoperti dopo aver portato alla luce la parte residenziale della villa, quando gli operatori hanno iniziato gli scavi della parte esterna, cortile e peristilio. La villa, presumibilmente, dopo l’abbandono della famiglia romana fu occupata da popolazioni longobarde per un certo periodo”.
Il sindaco di Negrar, Roberto Grison, ha annunciato che il progetto del proseguimento dei lavori di scavo “potrebbe essere supportato da un finanziamento statale, ancora non confermato e in iter di approvazione, di circa un milione e mezzo di euro destinato ai beni culturali e archeologici“. Oltre a questa potenziale fonte di finanziamento, è stata lanciata, in collaborazione con l’associazione Adige Nostro, una campagna crowdfunding per coinvolgere aziende e privati cittadini a contribuire al recupero di questo importante sito, per ampliare il progetto e garantire anche la realizzazione di un parco archeologico museale, aperto alle visite del pubblico. Domani e sabato 27 maggio gli scavi saranno di nuovo eccezionalmente aperti ai visitatori gratuitamente durante quattro fasce orarie giornaliere, con visite guidate.