Nel quadro di una Space Economy globale, “i lanciatori europei Ariane e Vega simboleggiano la capacità di accesso dell’Europa“. Lo ha sottolineato l’ingegnere Morena Bernardini, Direttore Strategia e Innovazione di ArianeGroup, intervenendo agli Stati Generali della Space Economy. “Non voglio togliere nulla a Elon Musk, voglio però solo ricordare che Elon non è ‘l’unico bravo a scuola’”, ha aggiunto.
Bernardini ha sottolineato inoltre di essere convinta che “lo spazio debba sempre rimanere strategico”. “Una grande potenza spaziale ha sempre, sempre una ferrea volontà governativa alle spalle” come “ci insegna proprio SpaceX. Si parla di contratti di business, di contratti di lancio di 30-40 ordini che vengono fatti dal governo: il modello americano ce lo insegna“, ha detto l’ingegnere.
I lanciatori europei Ariane e Vega – le cui versioni Ariane 6 e Vega C sono prossime al lancio – “non sono mai stati in reale competizione sul mercato”, ha chiarito Bernardini, evidenziando che “invece di concentrarci su eventuali competizioni fra lanciatori così diversi, che peraltro non fanno lo stesso lavoro, dobbiamo invece guardare al contratto che Arianespace ha sottoscritto con Amazon il 5 aprile scorso”. Grazie a questo accordo, ha ricordato l’ingegnere, “lanceremo la costellazione Kuiper, la costellazione di Amazon: questa è la dimostrazione che sappiamo lavorare insieme” e che “Amazon ha scelto Ariane per lanciare il suo progetto. È fantastico ma” tutto ciò “deve anche metterci in guardia su quanto lo spazio sia strategico”. “In nessun caso l’Europa” dovrà essere limitata rispetto “alla libertà di accesso allo spazio“, ha osservato ancora Bernardini, sottolineando che l’evoluzione della costellazione Kuiper di Amazon è “un esempio importante” di quanto in Europa bisogna essere uniti e “guardare a modelli di business comuni“, piuttosto che a eventuali competizioni.
Nelle attività spaziali “servono subito più regole”, altrimenti “sarà un Far West”. “C’è spazio per tutto” eppure, ha argomentato Bernardini, lo spazio “sarà quello che noi decideremo sia nel futuro“, anche in termini di “connettività o per la difesa” ma “non sono per ‘lo spazio per tutti’ anche perché è estremamente costoso in termini energetici e anche ambientali”. L’ingegnere di ArianeGroup ha quindi ricordato come dal recente studio di Morgan Stanley emerga che “ammonterà a circa 30 miliardi di dollari il valore dei servizi dallo spazio da qui al 2030, ovvero fra 8 anni: riflettiamoci”. “Sono convinta che lo spazio non rappresenti una produzione di massa e che se non ci diamo delle regole al più presto allora sì che sarà un Far West perché – lezioni politiche, interessi privati, proliferazione di oggetti nello spazio – sono fattori notevoli che potrebbero portare a questo Far West”. “C’è un grande bisogno di regole per lo spazio per evitare che quello che oggi è un terreno di gioco di alcuni abbia poi conseguenze su tutti“, ha concluso Bernardini.