Epatiti nei bambini: “necessarie misure di prevenzione”. E in Italia nasce l’unità di crisi

Mentre l'Oms ha ribadito l'importanza di misure preventive per evitare un'epidemia di epatite nei bambini, in Italia è stata formata un'unità di crisi ad hoc
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Dal primo rapporto arrivato dal Regno Unito il 5 aprile fino al 1 maggio 2022 ci sono ora almeno 228 casi probabili segnalati da 20 paesi e ce ne sono oltre 50 che sono ora sotto inchiesta. Ora, quindi, abbiamo casi segnalati da cinque regioni dell’Oms, il Mediterraneo orientale, l’Europa, la Pan-America e anche la regione del Sud-est asiatico e del Pacifico occidentale“. E’ quanto riferito da Tarik Jasarevic dell’Organizzazione mondiale della Sanità nel corso di una conferenza stampa a Ginevra.

Non ci sono prove che la comparsa di epatiti di origini ignote nei bambini sia collegata alla vaccinazione, poiché la stragrande maggioranza dei bambini colpiti non ha ricevuto un vaccino Covid-19″. Mentre “una delle ipotesi principali è l’adenovirus, che è un gruppo di virus comuni diffusi da persona a persona che causano sintomi respiratori, vomito e diarrea nei bambini“, precisa l’Oms. “Stiamo lavorando con Paesi e partner per esaminare una serie di possibili fattori esplicativi. Si stanno esplorando un gran numero di strade“, rileva l’Oms. E, “sebbene l’adenovirus sia attualmente un’ipotesi, non spiega completamente la gravità del quadro clinico. Sono stati segnalati casi di epatite in bambini immunocompromessi con infezione da adenovirus, tuttavia è insolito che sia una causa di epatite grave in bambini altrimenti sani“.

Il Sars-CoV-2 è stato rilevato in diversi casi, ma la circolazione di Covid-19 “è attualmente diffusa nella comunità in molti dei Paesi colpiti e il potenziale contributo di questo virus alla presentazione clinica non è chiaro“. L’equipe di esperti del Regno Unito ha suggerito alcuni fattori indirettamente connessi alla pandemia, “come una maggiore suscettibilità tra i bambini piccoli a seguito di un livello inferiore di circolazione di adenovirus durante la pandemia di Covid-19, la potenziale comparsa di un nuovo adenovirus e la coinfezione da Sars-CoV-2 come possibili fattori e devono essere ulteriormente studiati“. I genitori, concludono gli esperti dell’Oms, “dovrebbero prestare attenzione ai sintomi dell’epatite, che sono un esordio acuto di diarrea, vomito, dolore addominale e ittero, dove la pelle e il bianco degli occhi diventano gialli“, mentre “la maggior parte dei bambini non presenta la febbre“. Per evitare che i figli si ammalino, è importante “adottare le normali misure che aiutano a proteggere dai virus comuni“, come lavaggio delle mani e igiene respiratoria.

Costa: “in Italia è nata un’unità di crisi”

Sull’aumento dei casi di epatite acute pediatriche, “con decreto del 27 aprile 2022, è’ stata costituita un’unità di crisi, di cui fanno parte Ministero, Istituto superiore di Sanità, Regioni Agneas, Aifa, Nas e società scientifiche. Nella consapevolezza che la situazione deve essere attentamente seguita e monitorata, al momento, è in corso la definizione una nuova circolare ministeriale, volta a uniformare e coordinare le misure di controllo e sanità pubblica sul territorio nazionale“, ha precisato Andrea Costa, sottosegretario alla Salute, rispondendo, in Commissione Affari sociali, a un’interrogazione della deputata Sportiello (M5s).

Inoltre, “verranno intraprese ulteriori iniziative di comunicazione, con attenzione particolare alla scuola, fondate sul consolidarsi delle conoscenze scientifiche e tenuto conto della situazione epidemiologica“. In merito alla sorveglianza, ha aggiunto Costa, “l’Istituto Superiore di Sanità sta provvedendo a integrare le segnalazioni con quelle che arrivano dal Ministero“. E’ probabile, che “con la ricerca attiva di nuovi casi ne emergeranno altri, prima che la causa possa esser confermata“.

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