Il satellite cattura le immagini dell’eruzione dello “Sharkcano”

L’immagine immortala quella che gli scienziati hanno descritto come un'eruzione dello "Sharkcano" nel Pacifico sud-occidentale, ossia l'eruzione del vulcano Kavachi
MeteoWeb

Tipicamente, un’eruzione vulcanica minaccia l’ambiente locale e gli animali terrestri al suo interno. Una situazione che si è venuta a creare di recente nell’Oceano Pacifico, tuttavia, è stata tutt’altro che tipica. Il 17 maggio, l’account Twitter dell’Earth Observatory della NASA ha condiviso i dettagli delle eruzioni sottomarine avvenute pochi giorni prima al vulcano Kavachi, vicino alle Isole Salomone nell’Oceano Pacifico, a est della Nuova Guinea.

Secondo lo Smithsonian Global Volcanism Program, il vulcano è entrato in una fase eruttiva nell’ottobre 2021 e i dati satellitari hanno mostrato acqua scolorita intorno a Kavachi per diversi giorni tra aprile e maggio 2022. L’immagine in alto, acquisita il 14 maggio 2022 dall’Operational Land Imager-2 (OLI-2) sul satellite Landsat 9 dell’agenzia spaziale americana, mostra un pennacchio di acqua scolorita emesso dal vulcano sottomarino, che si trova circa 24 chilometri a sud dell’isola di Vangunu. L’immagine immortala quella che gli scienziati hanno descritto come un’eruzione dello “Sharkcano” nel Pacifico sud-occidentale.

Prima di questa recente attività, nel 2014 e nel 2007 sono state osservate grandi eruzioni a Kavachi. Il vulcano erutta quasi continuamente e i residenti delle isole abitate vicine spesso riferiscono di vapore e cenere visibili.

Fumo e cenere fanno parte del periodo di eruzione attiva a Kavachi ma la natura unica della posizione del vulcano minaccia alcuni enormi abitanti: un’inaspettata fiorente popolazione di squali all’interno del profondo cratere dell’oceano. Da qui deriva il nome “Sharkcano”. Gli scienziati hanno trovato incredibili filmati di due specie di squali che vivono all’interno del cratere del vulcano, inclusi squali martello che possono pesare tra 230 e 450kg.

La presenza di questi squali, hanno scritto i ricercatori in un articolo del 2016 su Oceanography, ha sollevato “nuove domande sull’ecologia dei vulcani sottomarini attivi e sugli ambienti estremi in cui possono esistere grandi animali marini”. “Se lo zooplancton gelatinoso, gli squali e altre specie di pesci hanno una tolleranza particolare per l’acqua calda e acida, questi gruppi hanno maggiori possibilità di sopravvivere ai cambiamenti indotti dall’uomo alla chimica oceanica e ai periodi di maggiore vulcanismo su scala globale?”, si chiedevano gli autori nell’articolo. I ricercatori di Oceanography hanno osservato razze e meduse (tra le altre creature) che vivono accanto agli squali all’interno del cratere.

Dalla sua prima eruzione registrata nel 1939, Kavachi ha creato isole effimere in diverse occasioni. Ma le isole, lunghe fino a un chilometro, sono state erose e spazzate via dall’azione delle onde. La cima di Kavachi, stima la NASA, si trova a circa 20 metri sotto il livello del mare, mentre la base giace sul fondo del mare a una profondità di 1,2km. Il vulcano si è formato in un’area tettonicamente attiva nota per le eruzioni freatomagmatiche. Queste eruzioni sono l’interazione di magma e acqua, che causano eruzioni esplosive che possono espellere materiale come vapore, cenere e frammenti di roccia vulcanica.

Ora gli squali si trovano nel mezzo di tali eruzioni, con dettagli ancora da svelare sulla sicurezza sia delle specie martello che delle specie di squali setosi che nuotano all’interno del cratere.

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Credit: NASA
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