“Se interrompessero ora il gas russo avremmo un serio problema con lo stoccaggio“. E’ la preoccupante dichiarazione rilasciata oggi dal ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, alla Camera. “Per raggiungere il 90% di stoccaggio per l’inverno 2022-2023 sarebbero necessari circa 6 mesi, arriveremmo con gli stoccaggi pieni e potremmo affrontare il prossimo inverno e quelli successivi con una certa tranquillità“. “Una interruzione immediata dell’export russo – aggiunge – renderebbe critico il superamento dell’inverno 2022-23 in assenza di rilevanti misure di contenimento della domanda che ovviamente sono previste“.
“Nell’immediato con la situazione attuale, in cui stiamo facendo gli stoccaggi e tutto sta procedendo come prima del periodo bellico, una stima prudenziale di circa 2 miliardi di metri cubi di gas l’anno di risparmio si ottiene prevalentemente riducendo la temperatura di un grado centigrado nel riscaldamento residenziale pubblico e privato o equivalentemente sul condizionamento“, precisa Cingolani alla Camera. “Questo valore – continua – è indicativo ed è destinato ad aumentare progressivamente grazie alle misure di efficientamento energetico in corso“.
Fondamentale rigassificatore entro inizio 2023
“E’ di straordinaria importanza che il primo rigassificatore galleggiante entri in funzione entro l’inizio del 2023, è fondamentale perchè se non l’abbiamo non riusciamo a sostituire la parte di gas gassoso che ci viene a mancare. Il secondo – sottolinea Cingolani – deve essere messo in funzione entro la fine del 2023 o massimo inizio 2024“.
“Sui pagamenti serve posizione unitaria con direttiva chiara”
“L’Europa deve dare indicazioni chiare, o gli Stati, sul fatto che si possa o meno aprire il conto in rubli e pagare in rubli. È stato richiesto al più presto di avere direttive chiare in modo che gli operatori possano operare. Serve una posizione unitaria con una direttiva chiara da dare agli operatori“, ha dichiarato ancora il Ministro in riferimento alla richiesta della Russia che il gas venga pagato in rubli.
Dal governo 15 miliardi in tre trimestri contro i rincari
“Il Governo e il Parlamento sono intervenuti negli ultimi trimestri per attutire l’impatto dei rincari energetici per 29 milioni di famiglie e 6 milioni di imprese, con un mix di misure per un valore superiore a 15 miliardi di euro in tre trimestri che Arera ha attuato per le componenti regolate“, ha precisato il ministro Cingolani nel corso dell’informativa urgente. Tra gli interventi posti in essere con i decreti legge più recenti e rifinanziati dal decreto-legge appena approvato dal Consiglio dei ministri, Cingolani ha ricordato innanzitutto “l’annullamento transitorio degli gli oneri di sistema in bolletta per tutti i clienti, anche mediante destinazione del gettito delle quote di emissione di CO2 e impiegando fondi di bilancio per finanziare oneri non afferenti al sistema energetico”.
Cingolani ha citato anche “il potenziamento del bonus sociale alle famiglie che versano in gravi difficoltà economiche, che in virtù dei provvedimenti precedenti hanno visto compensato una parte dell’aumento tariffario (2,5 milioni di famiglie aventi diritto a bonus sociali elettricità e 1,54 milioni di famiglie a bonus gas). Con il decreto legge n. 21, è stato inoltre elevato il limite Isee da 8.000 euro a 12.000 euro e di questo intervento beneficiano ora 1,2 milioni di famiglie in più, per un totale di 5,2 milioni di famiglie“. Per il terzo trimestre del 2022, queste agevolazioni sono “rideterminate dall’Arera nel limite delle risorse disponibili nel bilancio della Cassa per i servizi energetici e ambientali”.
“Il bonus viene riconosciuto per l’intero anno in corso indipendentemente dal momento della presentazione della dichiarazione Isee”, ha riferito ancora Cingolani, precisano che la riduzione dell’Iva sul gas destinato a usi civili e industriali è al 5%. E’ prevista l’introduzione di contributi straordinari, sotto forma di credito di imposta, a favore delle imprese energivore e delle imprese a forte consumo di gas naturale. “A tali imprese è riconosciuto un contributo straordinario, sotto forma di credito di imposta, pari al 10% della spesa per il gas consumato nel primo trimestre del 2022 per usi energetici diversi dagli usi termoelettrici, se il prezzo di riferimento del gas ha subito un incremento superiore al 30% rispetto al valore corrispondente nel primo trimestre del 2019“.