Prendere l’acqua dalla nebbia, dagli iceberg e dai corsi sotterranei per affrontare la crisi idrica che affligge diverse zone del pianeta. Descritte nel volume Unconventional Water Resources, edito da Springer, queste proposte sono state avanzate dagli scienziati dell’Istituto per l’acqua, l’ambiente e la salute e dell’Istituto per la gestione integrata dei flussi di materiali e delle risorse, entrambi presso Universita’ delle Nazioni Unite (UNU-INWEH e UNU-FLORES) e dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO).
I ricercatori hanno raccolto informazioni e contributi da scienziati, esperti e professionisti di tutto il mondo, evidenziando il potenziale di diversi tipi di risorse idriche, come le acque sotterranee profonde offshore e onshore o i bacini di scarico. Gli autori sottolineano che la raccolta di acqua da fonti non convenzionali potrebbe contribuire a migliorare la fornitura d’acqua delle persone che combattono con la carenza idrica. “Con l’inasprirsi delle difficili condizioni associate al cambiamento climatico – commenta Vladimir Smakhtin, presidente dell’UNU-INWEH – la carenza d’acqua rappresenta una delle principali minacce per lo sviluppo umano e la sicurezza di molte comunita’. Sfruttare il potenziale delle fonti d’acqua non convenzionali potrebbe costituire un vantaggio per miliardi di persone”.
Tra le proposte piu’ bizzarre, c’è sicuramente la raccolta di acqua dalla nebbia. Gli scienziati propongono di utilizzare dei collettori in grado di conservare l’acqua contenuta nella foschia. Nell’atmosfera, spiegano, ci sono circa 13 mila chilometri cubi di vapore acqueo, e un solo chilometro cubo sarebbe sufficiente a riempire circa 400 mila piscine olimpioniche. Gli studiosi precisano che esistono delle tecniche in grado di aumentare le precipitazioni fino al 15%, il che permetterebbe di ottimizzare il rapporto costi-benefici. In Cile, Marocco e Sud Africa vengono impiegati metodi di raccolta della nebbia da piu’ di un secolo e molti approcci consentono di ottenere acqua potabile in modo efficace, efficiente e relativamente ecologico. Con un costo complessivo inferiore a 250 dollari per metro quadrato, affermano gli esperti, possono essere prodotti circa 75 mila litri di acqua per metro quadrato, per una media di circa 33 centesimi ogni litro.
Un’altra strategia importante potrebbe essere la desalinizzazione, che attualmente contribuisce al miglioramento delle condizioni del 5% della popolazione mondiale. Entro la fine del decennio, i ricercatori prevedono un dimezzamento dei costi e un aumento del volume di acqua prodotta. Questo metodo potrebbe pertanto risultare il piu’ conveniente al mondo.
Un’altra delle strategie proposte è quella di sviluppare sistemi avanzati di trattamento e riciclo delle acque reflue. Oggi viene riutilizzato circa il 70% delle acque di scarico, ma tale valore cala drasticamente all’8% nei Paesi a basso reddito. Le acque reflue trattate forniscono il 25% della fornitura di acqua potabile di Windhoek, Namibia, e soddisfano il 40% della domanda di Singapore. Gli scienziati aggiungono poi che si potrebbero raccogliere le acque dal drenaggio agricolo. Ad oggi solo il 25% delle terre coltivate vengono irrigate, ma queste producono circa il 40% della domanda di fabbisogno alimentare. Una migliore conservazione delle risorse idriche potrebbe ottimizzare la gestione e la resa dei raccolti.
Tra le altre fonti non convenzionali, i ricercatori indicano i corsi sotterranei dolci e salmastri, che potrebbero generare un volume di 5 milioni di chilometri cubici di acque rinnovabili, e la raccolta dell’acqua piovana, che altrimenti evaporerebbe. Gli esperti suggeriscono anche di spostare fisicamente l’acqua nelle aree di scarso apporto idrico tramite le stive delle navi, oppure trasportando gli iceberg. In Artico e in Antartide ci sono oltre 100 mila iceberg che ogni anno si sciolgono nell’Oceano e si potrebbero progettare delle reti speciali in grado di evitare la rottura del ghiaccio.
Lo sfruttamento delle fonti d’acqua non convenzionali, concludono gli autori, e’ sicuramente associato a numerose sfide e richiedera’ lo sviluppo di soluzioni innovative, ma potrebbe aiutare moltissime persone a far fronte all’emergenza idrica.