Questo spettacolare fenomeno è stato osservato sabato 28 maggio dal massiccio del Monte Bianco, in particolare da Sallanches (Alta Savoia, Francia). Si tratta di red sprites, fenomeni di luce transitoria nell’alta atmosfera, avvenuti sopra il vasto sistema temporalesco che interessava il Nord-Ovest dell’Italia la sera del 28 maggio (vedi foto della gallery scorrevole in alto). Il raro e sfuggente fenomeno meteo è stato catturato da Didier Plassard.
Quando si verifica un fulmine, solitamente danza attraverso le nuvole di un temporale o colpisce il suolo ma quando le condizioni sono ideali, un certo tipo di fulmine può estendersi ben al di sopra del temporale. Questo tipo di fulmine è conosciuto come “spettro rosso” (“red sprite” in inglese). Si ritiene che il colore rosso sia causato dall’interazione tra gli spettri e il nitrogeno nell’atmosfera, secondo l’Università di Washington.
“Gli spettri rossi hanno breve durata e sono lampi rossi che si verificano a circa 800km nell’atmosfera. Con lunghi filamenti verticali come una medusa, queste scariche elettriche possono estendersi fino a 20-30km nell’atmosfera e sono connesse ai temporali e ai fulmini”, riporta la NASA. Per dare un’idea delle loro dimensioni, la maggior parte dei jet commerciali vola ad un’altitudine di crociera di circa 10-13km, solo una piccola parte dell’altitudine a cui si verificano gli spettri.
Nonostante gli spettri siano luminosi e notevolmente più grandi dei fulmini classici, sono osservati raramente. “Gli spettri rossi sono difficili da osservare perché durano per pochi millisecondi e si verificano sopra i temporali, il che significa che solitamente sono bloccati alla vista a terra dalle nuvole che li producono”, spiega la NASA. “Raramente sono osservati ad occhio nudo, quindi sono spesso catturati con fotocamere molto sensibili”, afferma la NOAA. Si possono osservare guardando un temporale in lontananza, spesso da alte montagne sulle tempeste nelle pianure sottostanti.
Gli spettri sono così grandi ed emettono così tanta energia che sono in grado di rilevarli anche le telecamere e gli strumenti sulla Stazione Spaziale Internazionale, che orbita a circa 400km dalla superficie terrestre. La ricerca condotta nello spazio ha aiutato gli scienziati a verificare l’esistenza degli spettri 30 anni fa. Per decenni, i piloti avevano riportato grandi lampi di luce che si estendevano ben al di sopra dei temporali, ma i loro rapporti erano poco considerati dalla comunità scientifica fino alla fine degli anni ’80. Nel 1989, i ricercatori dell’Università del Minnesota hanno casualmente fotografato gli spettri sopra un lontano temporale. Nel corso dello stesso anno, la loro esistenza fu confermata dagli strumenti a bordo dello space shuttle Discovery. Ulteriori studi sono stati compiuti a bordo di altre missioni shuttle e della Stazione Spaziale per fotografare il fenomeno al di sopra dei temporali in tutto il mondo.