Siccità, situazione molto preoccupante in Europa: gravi ripercussioni su energia e agricoltura | DATI

Un nuovo rapporto del Global Drought Observatory del Copernicus Emergency Management Service ha analizzato la siccità in Europa e i suoi effetti su energia e agricoltura
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Fino a questo punto del 2022, un’eccezionale siccità ha colpito vaste aree dell’Europa dalla Francia sudoccidentale fino all’Ucraina sudorientale, e un nuovo rapporto, che ha analizzato la situazione di siccità in atto in tutto il continente, ha rivelato segnali preoccupanti in alcuni dei bacini fluviali vitali della regione con l’avvicinarsi della stagione estiva.

Il rapporto, pubblicato lunedì 9 maggio dal Global Drought Observatory (GDO) del Copernicus Emergency Management Service (CEMS), ha evidenziato che i fiumi Po e Danubio e i loro affluenti sono i due bacini principali che devono affrontare gravi effetti dovuti al deficit delle precipitazioni. Il Po è il fiume più lungo d’Italia mentre il Danubio, che condivide le sue rive con 19 Paesi, è il secondo fiume più lungo d’Europa. Entrambi i fiumi sono vitali per il trasporto, l’irrigazione, l’approvvigionamento idrico e la generazione di energia idroelettrica. Le condizioni di siccità sono dovute ad una persistente mancanza di precipitazioni da dicembre 2021 nell’area delle Alpi meridionali e ad una grave mancanza di precipitazioni nei primi 3 mesi del 2022 nell’area dell’Est Europa.

Il CEMS è un’agenzia europea che fornisce prodotti di mappatura satellitare, nonché servizi di allerta precoce per inondazioni, incendi e siccità. Il rapporto ha utilizzato uno strumento di monitoraggio della siccità, chiamato Standardized Precipitation Index (SPI), per monitorare la diffusione delle condizioni di aridità in tutta Europa. L’SPI, che fornisce agli esperti indizi sull’intensità e sulla durata dei deficit delle precipitazioni, ha mostrato condizioni estremamente siccitose in gran parte dell’Europa centrale e orientale per il periodo di accumulo di un mese a marzo.

Energia

La siccità si è manifestata in bassi livelli di flusso che indicano una grave siccità idrologica lungo il fiume Danubio. Una scena simile si sta svolgendo lungo la parte orientale del bacino del Po, dove “la maggior parte degli affluenti ha flussi molto bassi, vicini al loro flusso ecologico minimo per l’estate“, secondo il rapporto. Il volume d’acqua immagazzinato per la produzione di energia è molto basso, il che rende difficile l’ottimizzazione per la produzione di energia idroelettrica. Secondo il rapporto, la generazione dagli impianti fluviali fino all’inizio di aprile era più bassa dei valori osservati durante lo stesso periodo nel periodo 2015-2021 per molti Paesi europei, in particolare per: Francia (-1775 GWh dalla media), Italia (-1770 GWh), Portogallo (-1440 GWh).

Inoltre, il livello di stoccaggio idroelettrico per Spagna, Portogallo e Italia è inferiore a quello del periodo 2015-2021 (rispettivamente -3040 GWh, -1050 GWh e -400GWh). Anche le riserve norvegesi mostrano un livello più basso del solito (-7550 GWh). Questo suggerisce che gli operatori hanno avuto difficoltà a riempire gli stoccaggi e, allo stesso tempo, hanno cercato di massimizzare l’uso della produzione di energia idroelettrica per soddisfare le crescenti domande nazionali, considerato il costo più basso rispetto al resto dei mezzi di produzione.

La generazione di energia idroelettrica italiana è stata particolarmente colpita dalla siccità, soprattutto nella parte settentrionale del Paese, dove si trova la maggior parte della capacità installata. I livelli d’acqua in molte riserve italiane sono sotto i valori minimi storici (considerando il periodo 1970-2019) da settembre 2021. All’inizio di aprile 2022, il valore dell’energia immagazzinata nelle riserve italiane era di 1880 GWh, ossia il 27,2% della capacità di stoccaggio totale rispetto al minimo storico (1970-2019) osservato del 27,5% per lo stesso periodo, si legge nel rapporto.

Il basso livello delle riserve idroelettriche europee potrebbe aggravare l’attuale situazione dei mercati energetici europei, che stanno già sperimentando prezzi all’ingrosso da record.

Agricoltura

La Penisola Iberica è stata una delle poche aree in Europa in cui sono state registrate precipitazioni quasi al di sopra del normale sull’SPI di marzo, che “hanno contribuito a un parziale recupero dalle condizioni di siccità sperimentate all’inizio dell’anno”, afferma il rapporto. Alcuni degli eventi di precipitazione di marzo in Spagna sono stati accompagnati da polvere proveniente dall’Africa, che ha creato scene “marziane” ​​in città di mare tipicamente pittoresche. Tuttavia, in termini di benefici per gli interessi agricoli, gli esperti affermano che le precipitazioni in quella parte d’Europa potrebbero essere state troppo poche e troppo tardive. “Le colture invernali in Spagna e in Italia sono in condizioni non ottimali e lo stress idrico ha già ridotto il potenziale di resa“, afferma il rapporto della GDO.

Equivalente in acqua della neve

Ulteriori risultati preoccupanti sono stati rivelati da un’analisi dell’equivalente in acqua della neve, ossia la quantità di acqua contenuta all’interno del manto nevoso, sulle Alpi. Secondo i dati aggiornati ad aprile, le Alpi italiane si trovano ad affrontare un deficit del 61% nell’equivalente in acqua della neve rispetto alla climatologia 2009-2021. L’attuale deficit conferma accumuli estremamente bassi. Queste condizioni sono fonte di preoccupazione per il contributo della fusione della neve alle portate dei fiumi alla fine della primavera, aumentando la probabilità di siccità idrologica nei prossimi mesi.

Secondo il rapporto, condizioni più asciutte del normale sono previste fino a giugno per la maggior parte dell’Europa meridionale e sudorientale.

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