Il virus H1N1 non deriva da aviaria e suina, ma dal ceppo pandemico del 1918. Lo studio

Secondo un recente studio il virus H1N1 non sarebbe un mix tra virus umano, suino e aviario, come si pensava, ma deriverebbe dalla pandemia del 1918, costata la vita a milioni di persone in tutto il mondo
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Il virus dell’influenza stagionale H1N1, reso noto in particolare dall’influenza pandemica del 2009, potrebbe essere un discendente diretto del ceppo influenzale del 1918 che ha causato una pandemia influenzale globale. A giungere a questa conclusione è stato un studio, illustrato in articolo pubblicato su Nature Communications. I risultati si basano sull’analisi genomica di campioni raccolti in Europa durante la pandemia del 1918.

Si stima che la pandemia del 1918 sia costata la vita a 50-100 milioni di persone in tutto il mondo. La comprensione odierna della sua diffusione e dei tempi si basa su documenti storici e medici, che indicano che il suo picco si verificò nell’autunno del 1918 e continuò fino all’inverno del 1919. Tuttavia, la conferma che fosse di origine virale arrivò solo negli anni ’30, mentre da allora ricerche più recenti hanno suggerito che il virus fosse un virus dell’influenza A (IAV) del sottotipo H1N1. L’analisi genomica del virus del 1918 è difficile a causa della rarità delle sequenze virali del periodo di tempo.

Sébastien Calvignac-Spencer e colleghi hanno ora analizzato 13 campioni polmonari di diversi individui conservati negli archivi storici dei musei in Germania e Austria, raccolti tra il 1901 e il 1931, che comprendevano 6 campioni raccolti nel 1918 e nel 1919. Da questi sono stati in grado di sequenziare due genomi parziali raccolti a Berlino nel giugno 1918 e un genoma completo raccolto a Monaco nel 1918. Gli autori suggeriscono che la diversità genomica dei campioni è coerente con una combinazione di trasmissione locale e eventi di dispersione a lunga distanza. Hanno confrontato i genomi prima e dopo il picco della pandemia e suggeriscono che esiste una variazione nel gene della nucleoproteina che è associata alla resistenza alle risposte antivirali e potrebbe aver consentito l’adattamento del virus all’uomo. Gli autori hanno anche condotto la modellazione dell’orologio molecolare, un metodo che consente di stimare le scale temporali evolutive e suggerisce che tutti i segmenti genomici dell’influenza stagionale H1N1 potrebbero discendere direttamente dal ceppo pandemico iniziale del 1918. Ciò contraddice altre ipotesi che suggeriscono che il virus stagionale sia emerso attraverso il riassortimento, ovvero lo scambio di segmenti genomici tra virus diversi. L’idea infatti è che il ceppo H1N1 virus dell’influenza A sia, geneticamente, una combinazione di virus influenzale suino, aviario e umano.

Gli autori sottolineano che i campioni rilevati sono ancora scarsi, ma le intuizioni acquisite sull’evoluzione e sul progresso della pandemia influenzale del 1918 mostrano il valore della prospezione negli archivi storici.

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