Le autorità del territorio di Valparaiso, a nord di Santiago del Cile, hanno dichiarato oggi lo stato di emergenza ambientale, con misure come la sospensione delle lezioni nelle località di Quintero, Concon e Puchuncavi a causa della presenza nell’aria dall’inizio della settimana di un picco di biossido di zolfo, quattro volte superiore al limite consentito. La notizia è stata riportata dal portale di notizie El Ciudadano.
In una nota diffusa dal comune di Quintero si legge che “almeno 50 allievi e 25 membri del corpo insegnante sono stati colpiti dagli effetti del gas tossico e assistiti dalle autorità sanitarie per mal di testa, prurito agli occhi e alla gola, e nausea“. Da tempo l’organizzazione ambientale Greenpeace ha denunciato il degrado della zona, dovuta all’alta concentrazione di attività minerarie e industriali petrolifere e chimiche, ribattezzata come “la Chernobyl del Cile“. Il governatore regionale di Valparaiso, Rodrigo Mundaca, ha accusato la compagnia mineraria Codelco di essere responsabile di gran parte di questa situazione, a causa delle scarse condizioni di ventilazione atmosferica delle sue installazioni. Mundaca ha inoltre denunciato che le fonderie di rame di Codelco lavorano a pieno regime anche quando e condizioni climatiche e di ventilazione sono palesemente negative. Infine Sofia Gonzalez, delegata del presidente Gabriel Boric per la regione di Valparaiso, ha dichiarato in una conferenza stampa che “abbiamo convocato una riunione delle aziende del territorio per coordinare gli interventi e adeguare i piani operativi. Come governo – ha infine detto – siamo stati molto chiari: non tollereremo più zone di sacrificio“.