Ondate di calore marino nel Mediterraneo: temperature nel Mar Ligure e nel Golfo di Taranto più elevate del solito

Come evolverà la situazione nel prossimo futuro e quanto è simile all’ondata di calore che abbiamo vissuto nel 2003?
MeteoWeb

Un’ondata di calore marino (MHW), iniziata all’inizio di maggio 2022, si sta ora diffondendo verso est nel Mar Mediterraneo.

Le ondate di calore marino si verificano quando le temperature oceaniche superano una soglia estrema per più di 5 giorni consecutivi. Nell’ultimo mese, due anticicloni hanno portato aria bollente dall’Africa subtropicale al Mar Mediterraneo. Le recenti osservazioni satellitari della temperatura superficiale del mare (SST, https://doi.org/10.48670/moi-00172), fornite dal Copernicus Marine Service, confermano l’effetto sorprendente che quest’aria calda ha avuto sul mare. Ad esempio, il Mar Ligure ha sperimentato condizioni di MHW per 3 settimane prima che queste decadessero e si ripresentassero a metà giugno. L’ondata di calore ha interessato il Golfo di Taranto più tardi ma con maggiore intensità, raggiungendo quasi 5°C sopra la media.

Il monitoraggio e la previsione delle ondate di calore marino diventeranno fondamentali per valutare ed evitare danni agli ecosistemi e ad attività economiche cruciali come la pesca e l’acquacoltura.

Il CMCC gestisce il Mediterranean Forecasting System (MedFS), che produce previsioni per i prossimi 10 giorni e una ricostruzione del passato recente, entrambe disponibili gratuitamente sul Copernicus Marine Service. Negli ultimi due mesi, l’analisi MedFS è riuscita a catturare con precisione l’insorgenza, la persistenza e il decadimento delle attuali condizioni estreme della temperatura superficiale.

Prodotta martedì 21 giugno, la previsione realizzata per la fine di giugno prevede che la MHW persisterà debolmente nel Mar Ligure ma continuerà a intensificarsi nel Golfo di Taranto. L’ondata di calore marino coprirà ancora la maggior parte del bacino occidentale, ma continuerà a diffondersi nel Mar Adriatico e nel Mar Ionio.

Nel maggio 2003, le condizioni erano simili a quelle attuali. A luglio e agosto sono seguiti gli eventi più gravi, duraturi ed ecologicamente devastanti mai registrati. Da allora, il numero, la durata e l’intensità delle mareggiate hanno continuato ad aumentare in tutto il Mediterraneo. Al CMCC, il lavoro in corso nell’ambito della FEVERSEA ESA Research Fellowship (Dott.ssa Giulia Bonino) e del progetto EuroSea (Dott. Ronan McAdam) continuerà a far progredire la ricerca nella comprensione e nella previsione delle MHWs in questa regione vitale per l’attività economica e la biodiversità.

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