Nonostante la situazione critica del fiume Po, si può proseguire con l’irrigazione: è l’indicazione arrivata dall’osservatorio sul Po che si è riunito per affrontare il problema della siccità. E’ stato proposto un provvedimento transitorio per equilibrare l’uso dell’acqua rimasta: diminuire i prelievi del 20% per continuare l’irrigazione, garantendo l’afflusso di acqua anche al Delta.
Il cuneo salino nel Po ha raggiunto i 21 km, secondo quanto reso noto dall’osservatorio per il Po, convocato dall’autorità di bacino a Parma, per fare il punto della situazione. Quando la portata è troppo debole, l’acqua salata del mare “risale” lungo il corso del fiume, rendendola inutilizzabile per l’irrigazione. A Pontelagoscuro è stata registrata una portata di 180 metri cubi al secondo, sintomo di uno stato di “estrema gravità idrica“.
La continuità dell’irrigazione si garantisce, al momento, grazie al prelievo dai laghi: lo ha affermato Meuccio Berselli, segretario generale dell’Autorità di bacino del Po, al termine dell’incontro sull’osservatorio sul fiume. “Giunti a questi livelli ogni decisione porta con sé margini di criticità ma il traguardo, in ottica di area vasta, è minimizzare il danno quanto più possibile in attesa di potenziali integrazioni amministrative dei territori e organi di governo,” ha spiegato Berselli. “La siccità estrema con severità idrica alta ci obbliga ad un cosiddetto ‘semaforo rosso’ che bloccherebbe ogni tipo di uso, consentendo solo quello idropotabile. Ma grazie ad alcuni provvedimenti mirati utili, per quel che resta in termini di quantità disponibile, assicuriamo la continuità dell’irrigazione, pur se in misura ridotta, all’agricoltura e approvvigionamento per l’habitat mantenendo, come primo obiettivo, l’idropotabile“.