Siccità, Protezione Civile: “criticità maggiori nel Distretto del Po e in quello dell’Appennino Centrale”

La Protezione Civile sta lavorando al problema della siccità che stringe in una morsa l'Italia, in modo più grave il Nord del Paese
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Il Dipartimento della Protezione Civile è al lavoro sugli elementi tecnici relativi alla crisi idrica che sta interessando il Paese e con maggiore severità alcune aree. Il lavoro insieme ai Ministeri, alle Regioni e le Province autonome, alle Autorità Distrettuali di Bacino e alle tante realtà coinvolte nella complessa gestione del tema dell’acqua nel nostro Paese, proseguirà nei prossimi giorni per definire le modalità di intervento.  

Al momento la situazione di maggiore criticità interessa il Distretto del Fiume Po e quello dell’Appennino Centrale, criticità generate in particolare da precipitazioni al di sotto delle medie del periodo, sulle pianure del nord e al centro sud, e da temperature superiori alle medie stagionali. 

Regioni a Curcio: serve intesa per produttori idroelettrico  

Favorire intese a livello territoriale con i produttori di energia idroelettrica affinche’ si possa abbassare la percentuale di produzione in favore dell’utilizzo umano e agricolo dell’acqua. E’ questa una delle proposte che i governatori avanzeranno domani – a quanto si apprende dalle Regioni – all’incontro con il capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio. Ma finche’ non ci sara’ lo stato di emergenza nazionale – viene sottolineato – nessuna norma puo’ obbligare a nuove disposizioni in questo senso.  

Tra le altre proposte anche quella di attivare lo stato di emergenza per la siccita’ con provvedimenti mirati che puntino da subito a razionare l’acqua in favore di un uso maggiore a scopi umani (di prima necessita’) e agricoli, anche per scongiurare in futuro un’immediata chiusura di parchi acquatici, piscine o la disattivazione di fontane monumentali.  

Sertori: “in Lombardia –60% di acqua, situazione drammaticamente difficile” 

Siamo in una crisi idrica e rispetto allo storico abbiamo meno 60 per cento della risorsa idrica. E’ chiaro che e’ una situazione drammaticamente difficile perche’ la neve non e’ scesa copiosa e quella che c’era si e’ gia’ sciolta. Per cui siamo senza scorte per l’estate. Quella poca che c’e’ dobbiamo utilizzarla bene, pero’ al momento in Lombardia grossi problemi per quanto riguarda l’uso potabile non ne abbiamo“. Lo ha detto oggi l’assessore regionale a enti locali, montagna e piccoli comuni, Massimo Sertori, a margine della commissione agricoltura, che si e’ riunita per discutere proprio della siccita’. 

Fondamentale, ha sottolineato l’assessore, e’ preservare “almeno il primo raccolto”. “L’obiettivo che noi abbiamo perseguito fin dal primo incontro del 31 marzo era quello di tutelare il comparto dell’agricoltura. Per fare questo abbiamo fatto piu’ interventi: abbiamo chiesto a quegli agricoltori che potevano farlo di posticipare la semina – ha spiegato Sertori -. Questo ci ha consentito di caricare i laghi e quindi di immagazzinare acqua. Ma questo dipende molto dalle colture: ad esempio sotto il lago Maggiore – dove sono presenti risaie – non e’ stato possibile. Mentre nel bacino dell’Adda questo e’ stato possibile e, ad esempio sul lago di Como, abbiamo alzato il livello anche di 60 centimetri”. “Abbiamo fatto un tavolo con i gestori idroelettrici ai quali abbiamo detto di concentrare il rilascio d’acqua presente nelle dighe in questi 10 giorni che ci servono per salvare almeno il primo raccolto. Quindi abbiamo fatto questo accordo in base al quale, per quanto riguarda le centrali idroelettriche in Valtellina, prevede il rilascio di quattro milioni di metri cubi di acqua al giorno per i prossimi 10 giorni“, ha sottolineato l’assessore regionale. 

Enel: in Lombardia finita acqua per uso agricolo  

L’acqua e’ agli sgoccioli: tutta la disponibilita’ e’ stata impiegata” dagli operatori del settore idroelettrico “per coprire la necessita’ del comparto agricolo nei prossimi 10 giorni“. Ma “e’ stato fatto tutto il possibile. L’acqua e’ finita. Tutta quella a disposizione e’ stata ripartita nel tempo richiesto“. E’ quanto ha riferito il legale rappresentante di Enel, Giovanni Rocchi, in audizione alla commissione congiunta di Agricoltura e Montagna di Regione Lombardia. 

Per i laghi in Valtellina “gia’ da tempo abbiamo dato disponibilita’ per 500mila metri cubi d’acqua al giorno. Di piu’ non possiamo fare su quest’asta: le risorse sono esaurite“, ha aggiunto Rochi. Sui laghi della Valcamonica, nei tavoli “e’ stato stabilito di rilasciare 900mila metri cubi al giorno medi settimanali” che “per ora sono sufficienti”. Per i fiumi Serio e Brembo “la disponibilita’ data e’ rispettivamente di 250mila e 200mila metri cubi d’acqua per i prossimi dieci giorni“. La situazione, spiega ancora Rocchi, “impatta molto sulla nostra attivita'”. Roberto Scottoni, responsabile impianti idroelettrici di A2A, ha aggiunto che la societa’ “sta turbinando e rilasciando acqua per 3 milioni di metri cubi al giorno nell’arco della settimana. Pari al 75% della richiesta. Riteniamo di aver fatto uno sforzo importante”. Mauro Bonanni, responsabile adeguatezza operativa di Terna ha sottolineato che “la scarsita’ delle risorse idriche tocca anche la capacita’ della produzione idroelettrica“, ma “le attuali informazioni non ci fanno prevedere rischi nell’immediato”.  

Ho chiesto se la Commissione europea possa intervenire per creare un fondo a favore degli agricoltori che subiranno dei danni”, ha detto il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana parlando delle interlocuzioni oggi a Bruxelles con l’esecutivo europeo in particolare rispetto alla siccita’. “Nel medio periodo – ha aggiunto – e’ chiaro che si dovra’ vedere il programma di realizzazione di una serie di interventi che salvaguardino maggiormente l’acqua quando cade e la si possa immagazzinare per i periodi di siccita’, che purtroppo negli ultimi anni si sta dimostrando non essere piu’ un evento assolutamente eccezionale ma una cosa che ciclicamente si realizza. E’ evidente che questi interventi dovranno essere fatti per tutta l’Europa”.  

Scarsità di precipitazioni in Valle d’Aosta  

La scarsita’ di precipitazioni dell’inverno 2021-2022 in Valle d’Aosta e’ confermata dalle misure di accumulo nevoso effettuate il 18 maggio 2022 sul ghiacciaio del Timorion (Valsavarenche) e il 20 maggio al ghiacciaio del Rutor (La Thuile), con le quali si e’ conclusa la prima fase del monitoraggio dei ghiacciai regionali destinata alla misura degli apporti nevosi. Lo rende noto Arpa Valle d’Aosta.  

Gli accumuli dell’inverno passato sul ghiacciaio di Timorion sono del 50% inferiori rispetto alla media degli ultimi 22 anni, di poco superiore a 467 mm di equivalente di acqua. Nell’anno 2008, il piu’ basso della serie, erano stati registrati accumuli nevosi corrispondenti a 389 mm di equivalente di acqua, mentre nel 2013, il piu’ alto della serie, erano stati registrati accumuli corrispondenti a piu’ di 1400 mm di equivalente in acqua. E’ come se in questo momento – esemplifica Arpa – la superficie del ghiacciaio fosse interamente coperta da circa 45 cm di acqua, contro 1 m e 40 cm circa del 2013.  

Invece sul ghiacciaio del Rutor, che ha beneficiato delle perturbazioni atlantiche arrivate dalla Francia, gli accumuli misurati risultano essere maggiori se confrontati con quelli dei settori piu’ interni della regione alpina. Qui l’accumulo specifico e’ pari a 1077 mm di equivalente d’acqua, valore che colloca l’inverno 2022 al sesto posto per scarsita’ di massa, con valori leggermente inferiori alla media degli ultimi 18 anni. 

Stato di crisi regionale in Emilia Romagna

Piogge scarsissime, alte temperature, un bilancio idro-climatico con valori, nel mese di giugno, paragonabili solo a quelli di fine estate e portate dei fiumi in diminuzione. L’Emilia-Romagna dichiara lo stato di crisi regionale per gli effetti della siccità prolungata: è la decisione assunta oggi dalla Cabina di regia per l’emergenza idrica, convocata con urgenza in Regione dall’assessore all’Ambiente, Irene Priolo, in accordo col presidente della Giunta regionale, Stefano Bonaccini.

L’osservato speciale resta il Po, soprattutto per quanto riguarda i livelli misurati in località Pontelagoscuro, che afferiscono all’approvvigionamento idropotabile di Ferrara e Ravenna. In quest’ottica, è fondamentale che i livelli del Cer (il Canale Emiliano Romagnolo) non scendano al di sotto di 2,58 metri sul livello del mare. Altre criticità rilevate riguardano le valli Taro e Ceno, nel parmense, e la val d’Arda nel piacentino. Del monitoraggio di queste situazioni specifiche e degli interventi, in corso e in caso di necessità, si occupa la Cabina di regia.  

Al momento, non verranno adottate misure straordinarie in Emilia Romagna per affrontare la sofferenza del Grande Fiume e le conseguenze. “La situazione e’ molto complessa, ma in questo momento nella nostra regione non abbiamo ancora un livello di allarme tale da mettere in discussione l’idropotabile – ha sottolineato Priolo – la cabina di regia e lo stato di emergenza nazionale servono per scongiurare quegli interventi che possono poi mettere in difficolta’ la popolazione”.  

Ma gia’ domani tutti i comuni dell’Emilia Romagna sono invitati a emettere ordinanze per il risparmio idrico, sensibilizzando i cittadini sul tema. “Abbiamo incaricato Atersir (agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi idrici e rifiuti) di scrivere un’ordinanza tipo per tutti i comuni affinche’ possano da domani adottare una propria ordinanza per la riduzione del consumo di acqua per gli usi non indispensabili. E’ cosa buona e giusta – sottolinea Priolo -: non e’ il momento di lavare l’auto, ma di risparmiare per avere l’acqua da bere. Tutti dobbiamo fare la nostra parte”. Oggi a destare maggiori preoccupazioni anche dal punto di vista idropotabile sono Ferrara, Ravenna e in parte Piacenza e Parma.  

“Abbiamo una sola centrale idroelettrica ferma da 4 giorni, quella dell’Isola Serafina. Però si tratta ancora di un unico caso, le altre continuano a funzionare. Se pensiamo al medio periodo c’è il rischio che si possano fermare”, ha detto l’assessore Priolo. “Non dobbiamo dimenticare, però, che ci sono anche gli impianti petrolchimici. Anche quelli potrebbero subire una battuta d’arresto perché l’acqua è impiegata per il raffreddamento dell’impianto”, ha concluso Priolo.  

Toscana: -56% precipitazioni nell’area del Bilancino  

Le precipitazioni nelle aree che interessano il bacino idrografico del lago di Bilancino sono state nel periodo gennaio maggio 2022 inferiori del 56% rispetto alla media storica degli ultimi cinque anni. E’ quanto spiegato, in una nota, da Publiacqua. Un dato che evidenzia la situazione di estrema siccita’ che investe la Toscana ma che, grazie alla gestione attenta durante i mesi scorsi dei rilasci dall’invaso e agli investimenti effettuati da Publiacqua per contrastare le perdite idriche (123 milioni anno di euro dal 2018 al 2021 per una riduzione delle perdite idriche del 27%, pari a 21 milioni di metri cubi, il 30% della capacita’ di invaso del Lago di Bilancino) e per interconnettere i territori sprovvisti di risorsa locale con il sistema di produzione di acqua potabile dell’Anconella (come il Chianti e il pistoiese), non desta al momento particolare preoccupazione per l’approvvigionamento idrico nelle aree che oggi sono collegate al sistema idrico metropolitano, si spiega ancora.  

Possibili criticita’ potrebbero verificarsi nelle aree non collegate al sistema idrico metropolitano: Per le frazioni che potrebbero essere interessate da riduzione delle risorse locali (per un totale di 7.700 abitanti su una popolazione di 1,3 milioni) Publiacqua ha gia’ redatto un piano finalizzato in caso di necessita’, ad integrare le stesse risorse locali con autobotti e garantire cosi’ la continuita’ del servizio. E’ necessario, conclude Publiacqua, mantenere comunque attenzione e comportamenti corretti nell’uso della risorsa per evitare il rischio che, un eventuale prolungamento della situazione siccitosa e delle elevate temperature, oltre i mesi estivi (come successe ad esempio nel 2003) possa determinare situazioni critiche.  

Da gestori idroelettrici circa 5 milioni di metri cubi al giorno 

I gestori idroelettrici stanno facendo la loro parte per cercare di sopperire alla drammatica carenza di precipitazioni, ma secondo Terna, non dovrebbero esserci rischi per la produzione di energia. E’, in sintesi, quanto emerso durante l’audizione dei concessionari del servizio idroelettrico in commissione regionale agricoltura, in merito alle misure di contrasto alla siccita’, che si e’ tenuta oggi a Palazzo Pirelli. A2a sta rilasciando, in media, tre milioni di metri cubi di acqua al giorno per il lago di Como, mentre Enel e’ attestata a quasi due milioni.  

La disponibilita’ che abbiamo dato e’ per coprire le necessita’ del comparto agricolo per i prossimi 10 giorni perche’ l’acqua e’ agli sgoccioli”, ha spiegato il rappresentante legale di Enel, Giovanni Rocchi, sottolineando che “tutta l’acqua che abbiamo la abbiamo ripartita nel tempo utile e messa a disposizione”. Enel ha dato disponibilita’ su piu’ aste idroelettriche. “Sulla Valtellina da tempo abbiamo messo a disposizione 500mila metri cubi d’acqua al giorno. Sui laghi della val Camonica, in accordo con il consorzio competente, abbiamo stabilito una disponibilita’ di 900mila metri cubi di acqua al giorno, che per ora sono sufficienti“, ha proseguito. Infine, per i fiumi Serio previsti 250mila metri cubi medi al giorno e 200mila metri cubi al giorno per il Brembo.  

Durante la seduta e’ intervenuto anche il responsabile degli impianti idroelettrici di A2A Roberto Scottoni il quale ha ricordato che la scorsa settimana “si e’ discusso con l’assessore Sertori dei rilasci dell’acqua sull’Adda per farla confluire nel lago di Como. La richiesta era stata soddisfare un fabbisogno giornaliero di quattro milioni di metri cubi da far confluire nel lago di Como. Stiamo gia’ rilasciando in media circa tre milioni di metri cubi al giorno”. “C’e’ una scarsita’ di risorsa idrica che va a toccare anche la produzione idroelettrica, ma attualmente le informazioni non ci fanno prevedere rischi nell’immediato per la produzione elettrica“, ha poi terminato Mauro Bonanni, responsabile adeguatezza operativa di Terna.  

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