Siccità, Emilia Romagna verso la richiesta dello stato d’emergenza: “preoccupa anche il fronte idropotabile”

"L'emergenza idrica per ora coinvolge principalmente l'attività irrigua del settore agricolo ma ci preoccupa anche il fronte idropotabile", ha detto Irene Priolo, assessore regionale all'Ambiente e Protezione Civile dell'Emilia-Romagna
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La situazione della siccità è grave al Nord Italia, tanto da spingere le regioni e i Comuni ad adottare misure drastiche per prevenire gli sprechi d’acqua dopo un inverno e una primavera con scarsissima pioggia e neve. Il Piemonte ha già inviato la richiesta dello stato di calamità naturale e dello stato d’emergenza e anche l’Emilia Romagna è pronta ad intraprendere questa strada.  

La siccita’ ci preoccupa e la Regione e’ pronta a chiedere al Governo lo stato di emergenza nazionale. Un passo necessario per fronteggiare una situazione complessa dal punto di vista ambientale, che ha preoccupanti ricadute sul fronte delle produzioni agricole, ma non solo”, ha detto Irene Priolo, assessore regionale all’Ambiente e Protezione Civile dell’Emilia-Romagna annunciando una cabina di regia, martedi’ prossimo, per affrontare la situazione della “preoccupante siccita’” che ha colpito l’Italia, e in particole le regioni padane dell’asta del Po. “Gli habitat naturali sono messi a dura prova e registriamo anche una forte risalita del cuneo salino – sottolinea Priolo – In queste ore stiamo gia’ lavorando per istruire la pratica, completa e approfondita, affinche’ sia accolta da Palazzo Chigi”.  

“Oggi – aggiunge Priolo – ho parlato con il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, che ha condiviso con noi che la situazione e’ seria e problematica. Si e’ impegnato a portare la questione all’attenzione del Governo e in particolare dei Ministri competenti, ed e’ gia’ al lavoro in queste ore”.  

Per il pomeriggio di martedi’ 21 giugno la Regione ha quindi convocato a Bologna una cabina di regia ad hoc per gestire l’emergenza. Saranno analizzati i dati aggiornati dell’Osservatorio del distretto del Po, che si riunisce lunedi’, per avere una situazione ancora piu’ chiara. Con la Regione faranno il punto i gestori del settore idropotabile, Atersir (Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi Idrici e rifiuti), Anbi (Associazione nazionale bonifiche irrigazioni miglioramenti fondiari), Consorzio Canale emiliano-romagnolo e la stessa Autorita’ di distretto del Po. “L’emergenza idrica – conclude Priolo – per ora coinvolge principalmente l’attivita’ irrigua del settore agricolo, comparto fondamentale per l’economia regionale, ma ci preoccupa anche il fronte idropotabile alla luce delle previsioni meteo delle prossime settimane. La forte siccita’ del Po potrebbe impattare con la capacita’ di approvvigionamento del canale emiliano-romagnolo che contribuisce anche alla fornitura della risorsa idropotabile della Romagna“.

Confagricoltura: “senza pioggia risaie a rischio da luglio” 

Senza pioggia e adeguate misure le risaie del vercellese saranno a rischio “dalla prima settimana di luglio”. “Tutto ruota attorno a tre fattori: le precipitazioni, il rilascio di acqua dai bacini montani e una deroga al deflusso minimo vitale dei fiumi. Purtroppo per il riso non abbiamo un piano B“, sostiene Benedetto Coppo, Presidente di Confagricoltura Vercelli e Biella. “Nei due territori sono coltivati circa 74.000 ettari di terreno, un terzo della superficie totale in Italia, e 70.000 ettari si trovano solo nel Vercellese”, aggiunge.  

Tutto dipende – ha aggiunto Coppo – dalla disponibilita’ di rilasciare un po’ d’acqua dagli enti che gestiscono i bacini montani di Piemonte e Valle D’Aosta, oltre ad una deroga al deflusso minimo vitale dei fiumi, che ci permetterebbe di prelevare piu’ quantita’ d’acqua per i campi. Cosi’ ci sarebbe piu’ disponibilita’ per irrigare le colture compreso il riso, e l’agonia si allungherebbe un po’, forse alla prima settimana di luglio. Ovviamente si spera nelle precipitazioni, ma non se ne vedono all’orizzonte”. Coppo esclude soluzioni tampone. “Non ce ne sono, almeno nell’immediato – aggiunge il Presidente -. Forse dopo questa esperienza tragica riusciremo a trarre le giuste conclusioni e individuare nuove strategie per non perdere i raccolti”. 

 

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