Non piove e fa sempre più caldo: l’emergenza siccità si aggrava al Nord Italia e in modo particolare al Nord/Ovest, tanto che stamani il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, in un incontro con la stampa appositamente convocato per l’emergenza ha spiegato che “questa crisi idrica è peggiore di quella del 2003, il Po ha una portata d’acqua del -72% rispetto a quello che dovrebbe essere il dato di portata naturale. La criticità riguarda l’acqua di sorgente, perché non c’è neve sulle montagne. Dove ci si approvvigiona da falda bassa non c’è la stessa emergenza“. E le previsioni meteo non aiutano: nei prossimi giorni continuerà a fare molto caldo, si rinforzerà l’Anticiclone e su tutto il Nord/Ovest non cadrà una goccia di pioggia almeno per altri 4-5 giorni, e forse anche di più.
“Non avere l’acqua in agricoltura è una calamità naturale in un anno in cui i costi dei concimi sono triplicati, i costi della benzina agricola è più o meno uguale al costo della benzina tradizionale, quindi gli agricoltori piemontesi si trovano già in grande difficoltà, per questo non possiamo lasciarli da soli” ha detto Cirio spiegando che “circa un centinaio di comuni si sono già attivati con ordinanze e razionano l’acqua soprattutto nel periodo notturno dando priorità di utilizzo“. “Dobbiamo intervenire, il razionamento per l’intera estate può essere un’ipotesi, ma soprattutto è necessario il sostegno soprattutto a chi oggi rischia davvero di non portare a casa il risultato del proprio lavoro. Razionare l’acqua anche di giorno non è un’ipotesi sul tavolo, al momento si stanno adottando in via precauzionale alcune misure per non arrivare allo stato di emergenza reale, quindi ad essere costretti a razionamenti durante il giorno, ma si tratta di ipotesi che vanno vagliate giorno dopo giorno“, ha detto ancora Cirio.
Siccità, in 170 Comuni del Piemonte l’acqua c’è solo per uso alimentare
“Al momento in Piemonte sono 170 i comuni con ordinanze adottate o in corso di adozione sull’uso consapevole dell’acqua potabile, cioè finalizzato agli scopi alimentari, e di limitazione o divieto di usi impropri e 10, concentrati nel Novarese, quelli che hanno dovuto ricorrere all’interruzione notturna della fornitura“, ha spiegato il governatore Cirio nella conferenza stampa di stamani, sottolineando che “al momento la situazione è sotto controllo per quanto riguarda gli usi civili dell’acqua potabile, ma abbiamo uno stato di emergenza molto grave per l’agricoltura“. Andando nel dettaglio, Cirio spiega che “il Piemonte è tutto in emergenza, ma in modo disomogeneo. In provincia di Torino al momento sono 80 i comuni con ordinanze e solo in 3 è stato necessario intervenire con autobotti per rifornire di notte le cisterne“. “In provincia di Cuneo – prosegue – abbiamo 10 comuni con ordinanza, in 5 si è già intervenuti con autobotti. A Biella e Vercelli 9 comuni con ordinanze e 12 interventi con autobotte, ad Alessandria 30 comuni con ordinanza e un intervento con autobotte ad Asti la situazione meno critica perché preleva al 100% da faglia profonda“. La situazione più critica, aggiunge Cirio, è a Novara e Vco “con 40 ordinanze e 10 interruzione notturne di fornitura nel Novarese e mille interventi con autobotti“.
“Abbiamo adottato un Psr che va nella direzione, in modo innovativo, di utilizzare i fondi europei per costruire delle vasche per contenere l’acqua nei momenti dell’anno in cui è in abbondanza in modo che sia pronta per i momenti d’emergenza” ha poi annunciato Cirio nel punto stampa convocato sull’emergenza idrica e la siccità in Regione.
“Chiederemo a coloro che hanno la concessione dei grandi invasi del Piemonte di rilanciare dell’acqua“, ha detto ancora Cirio. “Sicuramente è una soluzione parziale – ha spiegato – perché non può risolvere la complessità del problema. Però almeno i grandi invasi, cioè le dighe che abbiamo in Piemonte, potrebbero rilasciare un po’ d’acqua per l’emergenza delle nostre colture. Questa è una strada che ci permetterebbe di tamponare la situazione“. “Abbiamo convocato questa mattina le organizzazioni agricole per quantificare il danno della Siccità – ha detto Cirio – anche se è un danno che si potrà quantificare solo strada facendo. In Piemonte si coltiva il 70% del riso che c’è in Italia, poi c’è il mais e la frutta, ogni giorno che passa il danno aumenta“. Il governatore ha spiegato che “il rilascio di acqua da parte dei bacini idroelettrici, che oggi sono ancora capienti in Piemonte è un rilascio molto graduale, perché in questo momento ci manca l’energia, dobbiamo avere energie alternative e le energie alternative sono costituite dall’idroelettrico. Però se noi usiamo l’acqua per i campi, non la possiamo usare per l’idroelettrico, quindi diventiamo di nuovo schiavi del gas. E’ dunque una situazione molto complessa“.
Siccità, il Sindaco di Torino: “situazione critica nelle zone montane”
“La situazione idrica a Torino è sotto controllo, risulta critica in alcune aree pedemontane e montane in quanto servite da acqua proveniente da sorgente che, a causa delle scarse precipitazioni, sono in sofferenza“. Ad affermarlo, il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, al termine della visita, con il presidente della Smat, Paolo Romano, nella “control room“, la sala di controllo del gestore del servizio idrico per tutta la rete idrica dell’area metropolitana. “A oggi – continua – rimangono sotto stretta osservazione quei Comuni a cui è stato chiesto di emettere ordinanze anti spreco, per un uso responsabile dell’acqua potabile. I piani per l’emergenza idrica al momento non prevedono criticità tali da compromettere la somministrazione di acqua potabile alla popolazione“. “E’ una situazione che prevede la massima attenzione, ci stiamo rendendo conto tutti – spiega il sindaco – di quanto sia importante questa risorsa e di quanto sia importante la programmazione degli interventi come la manutenzione delle reti, gli invasi, le opere di mitigazione, di stoccaggio e di accumulo, che devono essere messe in campo“. “Torino – prosegue – ha il suo approvvigionamento idrico prevalentemente da pozzi a oltre duecento metri di profondità, i quali dopo la verifica fatta anche oggi in ‘control room’ non manifestano sofferenze“. “Dobbiamo prevedere un uso più attento delle acque potabili, dobbiamo metterci in cautela e sicurezza qualora, come pare, questo periodo di Siccità continui” conclude.
Siccità in Lombardia, dall’Enel più acqua per i fiumi Brembo e Serio
Per mitigare la grave crisi idrica in Lombardia Enel si è resa disponibile a rilasciare acqua anche per i fiumi Brembo e Serio con lo stesso orizzonte temporale di Adda e Oglio. In particolare, il produttore idroelettrico rilascerà fin da subito, per almeno 10 giorni, 200.000 metri cubi di acqua al giorno per il fiume Brembo e 250.000 metri cubi di acqua al giorno per il fiume Serio. Ad annunciarlo è l’assessore alla Montagna della Regione Lombardia, Massimo Sertori, nell’ambito delle azioni coordinate dalla Regione per far fronte all’attuale situazione di Siccità dovuta alla scarsa piovosità. “La disponibilità concessa dagli operatori idroelettrici – ha spiegato Sertori – di far defluire l’acqua a valle è un segnale forte nella direzione di preservare il comparto agricolo. La priorità e l’urgenza è quello di salvaguardare il raccolto“. E comunque “stiamo facendo il massimo in maniera collegiale – ha concluso – contemperando tutte le esigenze per gestire al meglio la poca risorsa idrica disponibile“.
Siccità, il Sindaco di Ferrara: “situazione drammatica lungo il fiume Po, non è più sostenibile”
“La situazione per la nostra agricoltura è drammatica. La Siccità record e l’impatto economico della guerra stanno creando un mix di effetti negativi non più sostenibili. Occorre essere uniti per dare risposte immediate, sollecitando al governo azioni urgenti, soprattutto nell’area del bacino padano, dove è concentrata vasta parte della produzione nazionale. Appoggio quindi la richiesta, avanzata da alcuni governatori, di stato di calamità naturale per l’agricoltura e chiedo alla Regione Emilia-Romagna la convocazione di una riunione urgente, tra enti locali, associazioni e tecnici, per studiare soluzioni immediate“. Lo dice il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, dopo un sopralluogo in alcune aree in sofferenza idrica nel bacino del Po. “Sollecito inoltre – e come enti locali siamo pronti a fare la nostra parte e a dare il nostro contributo – una nuova strategia per la raccolta e lo stoccaggio dell’acqua piovana, e per l’efficientamento di una rete che spreca acqua. La tendenza registrata soprattutto negli ultimi anni, e i cambiamenti climatici, ci impongono di trovare al più presto una soluzione strutturale. La sfida è adesso, anche e soprattutto attingendo alle opportunità generate dal Pnrr“, continua il primo cittadino
Siccità, negli invasi della Liguria 7.171.000 metri cubi di acqua in meno rispetto a un anno fa
Negli invasi della Liguria ci sono ad oggi 7.171.000 mc di acqua in meno rispetto al giugno 2021. E’ il dato fornito all’Agi da Iren. “La situazione degli invasi richiede attenzione, ma non è ancora drammatica – specifica la società – Iniziano ad esserci solo alcuni isolati problemi di portata esigua in qualche sito servito solo da piccole sorgenti“. Le principali fonti di approvvigionamento di acqua, in particolare in Liguria, sono costituite proprio dagli invasi artificiali collocati sull’Appennino. Questi bacini consentono di accumulare riserve consistenti durante la stagione invernale e di usufruirne durante la stagione secca. Ma i mesi passati sono stati poveri di precipitazioni. Se guardiamo ad esempio l’invaso del Brugneto, attualmente la maggior riserva idrica della regione Liguria, con una capienza massima di 25,13 milioni di metri cubi d’acqua, i dati dicono che al 15 giugno 2021 l’invaso conteneva 23.961.000 mc di acqua, un anno dopo 19.124.000. L’invaso Val Noci è praticamente dimezzato: dai 3.082.000 dello scorso anno, all’1.414.000 di questo. Inverso il trend del Lungo: dai 2.835.000 del 2021 ai 3.224.000 di questo giugno. Lavazze e Busalletta invece in calo: il primo 2.315.000 il 15 giugno 2021, 2.008.000 quest’anno; il secondo 4.517.000 lo scorso anno, 3.769.000 in questo 2022. Se nel 2021 si poteva contare su 36.710.000 mc, quest’anno a disposizione ci sono 29.539.000 mc, quindi appunto 7.171.000 i meno.
Razionamento dell’acqua in provincia di Pordenone
Lunedì mattina scatteranno i primi razionamenti di acqua lungo l’asta del fiume Meduna, in provincia di Pordenone. Lo ha annunciato il Consorzio di Bonifica che ridurrà da due a una sola ora per ettaro al giorno l’irrigazione nei campi bagnati con l’acqua del torrente. “I soci che non avessero ancora ricevuto le nuove turnazioni ci contattino al più presto – è l’appello del presidente del Cellina-Meduna, Valter Colussi – Sul versante del Cellina la situazione risulta leggermente migliore, ma le riserve di neve in quota sono già esaurite e non possiamo più tenerle in conto. I recenti temporali hanno mitigato la portata dei due corsi d’acqua ma non possiamo parlare di eventi rilevanti. La verità è che se non pioverà, entro breve dovremmo adottare contingentamenti per l’intero territorio“. La scorsa settimana il razionamento dell’acqua era già stato deciso dal Consorzio irriguo del Cividalese, in Friuli.