Siccità: nel Piemonte orientale “riserve al minimo di sempre”, “ci aspettiamo zone rosse in quasi tutta Italia”

"E' evidente che c'è una situazione drammatica in molte zone del Paese; ci aspettiamo quasi tutta Italia in zona rossa nelle prossime settimane", ha detto il Ministro Patuanelli
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La siccita’ affligge l’Italia, soprattutto il Nord, e le piogge di queste ore non basteranno di certo a risolvere o alleviare la situazione di fiumi e laghi ridotti a rigagnoli e letti di sabbia. Tra i settori piu’ colpiti dall’emergenza, c’e’ senza dubbio l’agricoltura, mentre si moltiplicano di giorno in giorno i comuni e le regioni che adottano misure per risparmiare l’acqua.  

Per il Ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, la situazione è talmente grave che nelle prossime settimane, quasi tutta Italia si troverà in “zona rossa” a causa della siccità. “Fare previsioni in questo momento e’ oggettivamente complicato. E’ evidente che c’e’ una situazione drammatica in molte zone del Paese; che le aree cosiddette rosse, quelle in cui c’e’ una diminuzione dei livelli dei fiumi e dei Laghi e dove la risorsa idrica sta mancando, si stanno allargando sempre di piu’ e quindi quasi tutto il Paese nel corso delle prossime settimane ci aspettiamo che entri in zona rossa, ha detto Patuanelli a Fanpage, sottolineando che “non deve stupirci la preoccupazione sul fatto che anche in centri abitati di dimensioni maggiori ci possa essere un intervento”. 

Dichiarato lo stato di emergenza in Lombardia  

A causa della “grave situazione di deficit idrico“, e “a sostegno della popolazione, dell’ambiente e delle attivita’ produttive“, la Regione Lombardia ha dichiarato lo stato di emergenza regionale. Lo prevede un decreto del Presidente Attilio Fontana, valido fino al 30 settembre, che attiva il sistema regionale di Protezione Civile e raccomanda a tutti i cittadini “di utilizzare l’acqua in modo estremamente parsimonioso, sostenibile ed efficace, limitandone il consumo al minimo indispensabile”. A Comuni e’ raccomandato inoltre di limitare l’impiego dell’acqua potabile per attivita’ per le quali non ne sia necessario l’uso (quali ad esempio il lavaggio strade, l’irrigazione dei parchi pubblici e degli impianti sportivi quali campi di calcio, tennis, golf, ecc). 

Il decreto di Fontana stabilisce inoltre che la Regione metta a disposizione dei sindaci uno schema di ordinanza su risparmio idrico e limitazioni per l’uso dell’acqua potabile, raccomandandone l’adozione, inviandone copia all’ente per monitorarne l’adozione sul territorio. Il decreto prevede ancora che “i concessionari delle utenze irrigue diano priorita’ al servizio irriguo, tenendo conto delle culture e della loro fase fenologica“, attivando anche delle campagne di sensibilizzazione nei confronti dei consorziati. Al governo, infine, viene chiesta la costituzione di una cabina di regia permanente, congiunta tra lo Stato e le Regioni, per il monitoraggio della crisi idrica a livello nazionale. 

Fontana: “accordo con gestori sull’acqua per 10 giorni” 

Si è aggiornato oggi il tavolo con i gestori idroelettrici durante il quale è stata fotografata la situazione dei volumi disponibili negli invasi, nonché l’operatività delle centrali idroelettriche. A fronte degli episodi temporaleschi delle ultime ore e nonostante la riduzione dei volumi disponibili, i gestori idroelettrici hanno accettato la nostra richiesta di mantenere per altri 10/15 giorni il flusso concordato di almeno 4 milioni di metri cubi d’acqua al giorno sul bacino dell’Adda“. Ad annunciarlo sono oggi il Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e Massimo Sertori, assessore regionale a Enti locali, Montagna e Piccoli Comuni, nell’ambito delle azioni coordinate da Regione Lombardia per far fronte all’attuale grave situazione di crisi idrica. “Tornando disponibili anche le acque degli invasi di Alpe Gera in Valmalenco, che fino a oggi è rimasta fuori servizio – continua l’assessore Sertori – ci sarà la possibilità di mantenere lo stesso valore di 4 milioni di metri cubi al giorno, anche fino alla fine del mese di luglio“.  

Oggi, conclude Sertori, “abbiamo inoltre confermato il rilascio di circa 1 milione di metri cubi verso il lago di Iseo per altri 10 giorni e i quantitativi di 250.000 metri cubi al giorno per almeno una settimana verso i fiumi Serio e Brembo. L’obiettivo è che con questo ulteriore supporto ai riesca a sostenere il comparto agricolo, alimentando per quanto possibile la prima stagione irrigua”.  

Nel Piemonte orientale, “riserve al minimo di sempre” 

Questa mattina in prefettura a Novara, si è tenuto un incontro per fare il punto sulla crisi idrica nelle province di Novara e del Vco, le più colpite del Piemonte. All’incontro, convocato dal prefetto di Novara Francesco Garsia insieme al collega di Verbania Michele Formiglio, hanno partecipato tutti i soggetti che a vario titolo si occupano della crisi idrica: dalle Province alle Asl, al gestore del servizio idrico integrato Acqua Novara e Vco spa, oltre ad Arpa e Autorita’ d’ambito.  

Nel Piemonte Orientale – dice il direttore di Arpa Piemonte Angelo Robotto – le riserve sono al minimo di sempre. Abbiamo un deficit del 70% su Novara e del 55% sul Vco, che sono i territori piu’ critici in tutto il Piemonte; il Lago Maggiore ha un livello di 3 metri piu’ basso della norma e un tasso di riempimento del 18%, il che vuol dire che manca l’82% dell’acqua. E la pioggia delle scorse ore non ha cambiato niente: con quei quantitativi per reintegrare cio’ che manca dovrebbe piovere per 100 giorni consecutivi”. “Gli agricoltori sono alla disperazione e cominciamo gia’ ad avere le prime perdite dei raccolti. E’ un disastro“, aggiunge il direttore del consorzio irriguo Est Sesia, Mario Fossati.   

Il Prefetto di Novara ha rimarcato l’importanza di un’azione coordinata: “occorre la collaborazione di tutti: oltre agli interventi per affrontare l’emergenza serve un segnale rispetto all’esigenza di risparmiare acqua. Si tratta di un fatto culturale. Non e’ una risorsa illimitata, e sono sempre piu’ necessari comportamenti virtuosi”. Le istituzioni, come ha ribadito il Prefetto di Verbania, sono pronte ad adottare misure per mitigare l’emergenza, “che nel nostro territorio ha aspetti problematici anche per l’importante flusso turistico che ha il Vco come meta”.  

Sul territorio delle due province sono attualmente due i comuni che applicano l’interruzione notturna dell’erogazione dell’acqua, ma la situazione e’ tenuta costantemente sotto controllo. L’assessore Marnati ha definito la situazione “severa ma non estrema” per quanto riguarda l’acqua ad uso idropotabile, “molto severa” per l’agricoltura. “Abbiamo chiesto il rilascio di acqua dai bacini idroelettrici montani, ma anche loro sono ai minimi storici, quindi le quantita’ immesse in circolo sono minime. Lavoriamo anche per contrastare gli allacci abusivi alla rete di distribuzione e al recupero di pozzi abbandonati”.  

Anbi: “Delta Po invaso dal mare, una serve legge speciale” 

Una normativa specifica, come una ‘legge speciale’, a tutela dei territori del delta del fiume Po che, dopo i danni della subsidenza innescata dalle trivellazioni in Alto Adriatico, si trovano ora a fronteggiare la risalita del cuneo salino, segnalata ormai a 30 chilometri dalla foce e che, dopo aver contaminato le risorse idriche costiere, sta pericolosamente avvicinandosi alle falde, che servono la citta’ di Ferrara“. E’ la richiesta che Anbi, l’associazione nazionale dei consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue, ha lanciato da un workshop svoltosi nella polesana Mesola. “L’impressione diffusa – spiega il Presidente Francesco Vincenzi – e’ che non si stia percependo, ai livelli politici decisionali, la gravita’ di quanto sta accadendo tra le province di Rovigo e Ferrara, dove l’ingresso delle acque marine nell’entroterra, non solo sta inquinando gli attingimenti idrici anche per il potabile, ma sta cambiando l’habitat di un patrimonio universale di biodiversita’, pregiudicando la vita delle comunita’ locali”. 

Medio Friuli: ristoro da piogge ma la situazione resta grave  

Le piogge delle ultime 24 ore hanno portato beneficio al comparto agricolo in ampie zone del Medio Friuli, ma non nell’intero comprensorio gestito dal Consorzio di Bonifica Pianura Friulana, per il quale la situazione “resta grave“. Nella zona di Attimis e Lauzacco sono state registrate punte di 95 mm, tra 25 e 50 mm nella zona tra Udine e Codroipo, mentre procedendo verso sud le precipitazioni sono calate, fino ad azzerarsi nella Bassa Friulana. A est di Udine le piogge ammontano a circa 45 mm a Orzano e 61 a Pradamano. Meno abbondanti le precipitazioni in montagna, che pero’ hanno consentito di far ridurre le integrazioni dal serbatoio dell’Ambiesta da 6 a 2 m3/s, mantenendo inalterata la portata del sistema derivatorio Ledra-Tagliamento. Anche presso la presa di Zompitta (ove viene derivata acqua dal torrente Torre) e’ stato possibile aumentare parzialmente la portata prelevata per le rogge, interessate nei giorni scorsi da un forte calo rispetto ai valori di concessione.  

Le recenti piogge, pero’, daranno benefici solo per qualche giorno – ha commentato il Presidente del Consorzio Rosanna Clocchiatti -, dunque restano valide le ipotesi di riduzione di portata di alcuni canali secondari, fino alla loro completa chiusura nel caso in cui si ripresentasse una condizione di deficit idrico presso le opere di presa. Tali misure verranno analizzate nel corso della prossima settimana“. A seguito delle precipitazioni, ha riferito il Consorzio, sono stati spenti tutti gli impianti di pompaggio e i pozzi nella zona del Medio Friuli, tranne alcuni impianti nei comuni di Bicinicco, Mortegliano e Lestizza. “La chiusura degli impianti si protrarra’ fino a lunedi’ – ha spiegato Clocchiatti – con benefici anche a livello economico per i consorziati“. Nella Bassa Friulana restano attivi gli impianti di pompaggio e l’irrigazione di soccorso attingendo dai canali di scolo, appositamente invasati da personale consortile.  

Osservatorio Alpi Orientali: “emergenza idrica alta”  

In occasione della riunione dell’Osservatorio per gli utilizzi dell’acqua nel bacino idrografico delle Alpi Orientali – Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Trentino e Alto Adige – e’ stato dichiarato il livello di emergenza idrica “Alto”. Sono particolarmente colpiti i territori del bacino idrografico del Piave, dell’Isonzo e del Tagliamento. Attualmente escluse le aree del bacino idrografico dell’Adige. Nel bacino idrografico dell’Adige e quindi anche in Alto Adige si mantiene il livello di allerta medio in vigore da fine aprile.  

Poiche’ non sono previsti temporali per il prossimo fine settimana e di solito non vi e’ alcun picco di produzione di elettricita’ dai grandi serbatoi d’acqua durante il fine settimana, lo scarico dell’acqua potrebbe scendere. Cio’ potrebbe portare a difficolta’ nella produzione di acqua potabile nella provincia di Rovigo all’inizio della prossima settimana. Per questa ragione Alperia ha deciso, d’intesa con il Presidente Arno Kompatscher e l’assessore provinciale competente, Giuliano Vettorato, e in coordinamento con gli operatori trentini, di modificare i programmi di produzione delle diverse centrali idroelettriche in modo tale da garantire portate costantemente piu’ elevate anche nel fine settimana. I maggiori operatori Alperia, Dolomiti Energia e SF Energy garantiranno complessivamente 26 m3/sec in piu’ di portata, la meta’ dei quali sara’ fornita dall’Alto Adige. Rientrano in tale scarico le centrali S. Floriano (SF-Energy, opera insieme al Trentino) ad Egna con 12 mu3/sec, Lappago/Brunico (Alperia) e St. Giustina/Mezzocorona (Dolomiti Energia) ciascuna con 7 m3/sec.  

Questo per garantire che il flusso dell’Adige nella zona della foce a Boara Pisani sia garantito a 80 mue/sec e quindi la penetrazione dell’acqua salata dal mare e la conseguente salinizzazione delle falde acquifere nella zona della foce dell’Adige possano essere evitate.  

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