Siccità Po, 125 comuni rischiano il razionamento idrico: a Tradate multe a chi innaffia

Siccità: la situazione in cui versa il bacino del Po è talmente grave che i gestori delle reti chiedono un razionamento dell'acqua in 125 Comuni piemontesi e lombardi
MeteoWeb

È molto grave la siccità che sta colpendo il bacino del Po e tutto il Nord Italia, ma l’emergenza non risparmia neanche il Centro, come evidenziato dall’ultimo bollettino dell’ANBI. Come dimostra la mappa seguente, gli indicatori idro-meteo-climatici sono tutti in negativo al Nord. Una siccità estrema e severa copre quasi tutto il Piemonte e la Lombardia, con le temperature che sono di almeno 4°C sopra la media del periodo. 

Il Po è in secca come non si vedeva da 70 anni: a Pontelagoscuro la portata è di 307m3/s e il grande fiume è irriconoscibile. La Centrale Termoelettrica di Ostiglia, in provincia di Mantova, ha fermato 3 gruppi di produzione per scarsità d’acqua di raffreddamento. 

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Fonte: droughtCentral

La situazione è talmente grave che i gestori delle reti chiedono un razionamento dell’acqua, di evitare sprechi (come innaffiare i giardini e riempire le piscine), e di rallentare l’erogazione nelle ore notturne. La richiesta riguarda circa 125 Comuni della valle del Po: un centinaio piemontesi e circa 25 lombardi. 

La società Uniacque, che opera nel Bergamasco, parla di situazione “critica” per “lo stato della dotazione idrica negli acquedotti in gestione. La progressiva riduzione della disponibilità di acqua coinvolge in particolare 25 Comuni di media e alta valle“. È per questo che è stata “inviata richiesta di emissione di ordinanza di contenimento dei consumi idrici. È necessario sensibilizzare tutti i cittadini a un uso consapevole della risorsa idrica“. Per Uniacque “finché non muteranno sostanzialmente le condizioni meteorologiche, il sistema idrico bergamasco non è oggi nelle condizioni di sostenere usi diversi da quelli alimentari e igienici“. È dunque necessario che “tutti i cittadini delle zone interessate interrompano l’uso dell’acqua potabile per gli usi non essenziali quali, per esempio, irrigazione di giardini privati e pubblici, lavaggio dei piazzali e automobili, riempimento di piscine“. 

 

A Tradate multe a chi innaffia 

Il sindaco di Tradate, in provincia di Varese, si è attivato subito su questa linea, firmando una ordinanza per limitare lo spreco di acqua potabile che prevede multe da 25 a 500 euro per chi non rispetta le regole. È vietato innaffiare orti e giardini, lavare la macchina e riempire le piscine. 

A causa della poca pioggia di questi mesi, c’è stata una “sensibile scarsità delle portate d’acqua” rispetto agli anni scorsi, la conseguenza – che si è già verificata in alcune zone della cittadina – è la diminuzione della pressione nelle tubature che fa sì che nelle case, soprattutto quelle ai piani alti, arrivi solo un filo d’acqua. Così il sindaco Giuseppe Bascialla ha firmato l’ordinanza che vieta dalle 6 a mezzanotte fino al 31 agosto di utilizzare l’acqua potabile erogata dall’acquedotto per lavare piazzette e vialetti, per riempire piscine, per innaffiare “prati, giardini e orti“, per lavare auto (esclusi gli autolavaggi) e chiede di “ridurre i consumi domestici di acqua ai soli usi potabili ed igienici”. 

11 Comuni in emergenza nel Piemonte Orientale  

Si allarga la fascia dell’emergenza idrica nel Piemonte Orientale, e in particolare nell’area delle province di Novara e del Verbano Cusio Ossola. Secondo i dati forniti nel pomeriggio di oggi dal gestore del ciclo integrato delle acque per questo territorio, Acqua Novara e Vco Spa, sono ormai 11 i Comuni delle due province che si trovano in pieno allarme rosso: in questi centri sono in corso interventi con autobotti, chiusure notturne della distribuzione dell’acqua, ordinanze di non potabilità. I comuni in questione sono Fontaneto d’Agogna, Cureggio, Cressa, Suno in provincia di Novara e Baveno, Brovello Carpugnino, Cambiasca, Pieve Vergonte, San Bernardino Verbano e Vignone nel Vco.  

Si fa più consistente soprattutto la fascia “gialla”, quella che comprende i Comuni a rischio di passare in emergenze piena. Oggi questi comuni sono trenta: Invorio, Borgomanero, Gozzano, Paruzzaro, Gargallo, Maggiora, Boca, Cavallirio, Orta San Giulio, Castelletto Sopra Ticino, Borgo Ticino nel novarese; Caprezzo, Piedimulera, Arola, Borgomezzavalle, Valstrona, Aurano, Germagno, Nonio, Casale Corta Cerro, Ghiffa, Oggebbio, Cannero Riviera, Cannobio, Macugnaga, Mergozzo, Premeno, Premosello-Chiovenda, Trarego Viggiona, Valle Cannobina nel Vco. Ci sono poi 20 Comuni in cui si osservano importanti abbassamenti delle falde acquifere o delle portate provenienti dalle sorgenti: si tratta di Oleggio, Arona, Bolzano Novarese, Soriso, Pogno, Gattico-Veruno, Madonna del Sasso, Oleggio Castello, Pombia, Varallo Pombia in provincia di Novara e Bee, Ceppo Morelli, Colazza, Armeno, Gignese, Villadossola, Montescheno, Nebbiuno, Bannio Anzino, Cossogno, Ornavasso, Verbania, Vogogna nel Vco. 

Cingolani: “istituiamo Tavolo politico istituzionale” 

Stiamo potenziando il monitoraggio sulla scarsità idrica. E’ costituito il Comitato di coordinamento nazionale degli Osservatori presso le Autorità di bacino, e stiamo costituendo un Tavolo politico istituzionale di alto profilo, per fare un quadro d’insieme delle misure a livello nazionale”, ha detto oggi al question time del Senato il Ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. Secondo il Ministro, “ci sono iniziative più strutturali, come il potenziamento degli strumenti gestionali di bilancio idrico, o gli investimenti in opere infrastrutturali, sia all’interno del Pnrr che nel Piano nazionale degli interventi sul settore idrico. Prevediamo interventi per migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento idrico di importanti aree urbane e la sicurezza e la resilienza delle reti”. 

Due esempi – ha proseguito Cingolani – sono un forte investimento per la riduzione delle perdite, che superano il 40% su 24.000 km di tubazioni, e un potenziamento della raccolta di acque piovane, creando un certo numero di bacini. C’è una incapacità endemica di raccolta dell’acqua piovana che dobbiamo risolvere. Basterebbe un quarto della piovosità nazionale per soddisfare il fabbisogno agricolo. Su questo stiamo intervenendo con i progetti del Pnrr“. Per quanto riguarda il Po, ha concluso il Ministro, “sono previsti interventi per la mitigazione del fenomeno della siccità, con risorse Pnrr e aggiuntive per un valore complessivo di 480 milioni. I primi 360 sono già stati stanziati con il programma di rinaturazione. Ulteriori interventi sono previsti dal Ministero delle Politiche agricole, che ha avviato un massiccio piano di investimenti volti all’efficientamento delle strutture per l’accumulo e la distribuzione ai fini irrigui”.   

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