Le conseguenze negative legate alla siccita‘ riguardano non solo la disponibilita’ della risorsa idrica, ma anche l’approvvigionamento energetico: “a causa della crisi idrica dovuta a scarse precipitazioni di pioggia e neve in particolare sull’intero arco alpino, la produzione idroelettrica nel 2022 si e’ ridotta del 40-50% rispetto ai mesi di gennaio, febbraio, marzo e aprile del 2021“. E’ quanto emerge da un’analisi di Utilitalia, la federazione che riunisce le imprese dei servizi pubblici dell’acqua, dell’ambiente, dell’energia elettrica e del gas in Italia, rappresentandole presso le istituzioni nazionali ed europee. Le imprese associate a Utilitalia forniscono oggi i servizi idrici a circa l’80% della popolazione.
Rimangono alti i consumi in Italia di acqua potabile. Questi gli ultimi dati disponibili raccolti da Utilitalia: “il consumo pro capite di acqua potabile resta molto elevato: si attesta (dato Istat 2018) a 215 litri per abitante al giorno, contro la media europea di 125 litri; per di piu’, nei Comuni capoluogo e Citta’ metropolitane italiane, il dato (anno di riferimento 2020, Istat) sale ulteriormente fino a 236 litri. I principali consumi dell’acqua riguardano irrigazione 51%, industriale al 21%, civile 20%, energia 5%, zootecnica 3%. Le fonti di approvvigionamento di acqua per uso civile, per i nostri rubinetti, sono per l’84,3% acque sotterranee, per il 15,6% acque superficiali (corsi d’acqua, laghi e invasi artificiali), per l’0,1% acque marine o salmastre”.
Berselli: “chiusura della centrale danno enorme per la vita del Po”
A causa della siccità che sta affliggendo il Po e che non ne permette al momento il funzionamento, Enel Green Power Italia ha dovuto spegnere le turbine della centrale idroelettrica di Isola Serafini di San Nazzaro, nel Piacentino. L’impianto idroelettrico, conferma Enel Green Power, ripartira’ solamente a seguito del ripristino delle condizioni idrauliche sufficienti all’esercizio dell’impianto stesso. E’ la prima volta dalla sua nascita, all’inizio degli anni ’60, che la centrale viene temporaneamente ‘spenta’.
“In un momento geopolitico cosi’ difficile dovremmo produrre di piu’, questa mancanza di risorsa ci crea danni ancora maggiori, sia dal punto di vista ambientale che dal punto di vista economico: proprio la chiusura della centrale di Isola Serafini rappresenta ancora di piu’ un danno enorme per la vita del Po“, ha detto all’AGI il Segretario Generale di ADBPo-MiTE Meuccio Berselli.
“La portata del Po e’ in continuo esaurimento – spiega Berselli – se le condizioni idro-climatiche non cambiano, dovremmo per forza tagliare ancora maggiore acqua ai prelievi in agricoltura, che in questo momento hanno un fabbisogno enorme, per cercare di sostenere per quanto si possa la portata nell’area di valle, perche’ li’ abbiamo l’idropotabile che serve 750 mila persone e in piu’ abbiamo il sale che e’ gia’ entrato per 21 chilometri. Quindi, bisogna fare di tutto per cercare di sostenere, con uno spirito di cooperazione e di sussidiarieta’, i territori di valle. Operazione difficilissima – continua Berselli – perche’ questa situazione apre un conflitto tra territori di monte e territori di valle. Spero ci sia un senso di responsabilita’ da parte di tutta la comunita'”.
“Le regioni si stanno gia’ muovendo per richiedere lo stato di emergenza – dichiara ancora all’AGI Berselli – noi avevamo gia’ convocato per mercoledi’ prossimo un nuovo osservatorio, credo che se la situazione non mutera’, dovremmo per forza fermare i prelievi. Spero di sbagliarmi – conclude Berselli – spero che gia’ con questo taglio di prelievi del 20% riusciamo a sostenere in qualche modo la portata del fiume nella sezione di valle. Pero’, con questa temperatura, tutto e’ difficile”.
Regioni: stato emergenza e supporto Protezione Civile
La volonta’ emersa in Conferenza delle Regioni è quella di tornare a chiedere lo stato di emergenza al Governo per affrontare il problema della siccita’ nelle regioni del Nord e avere cosi’ il supporto a livello nazionale della Protezione Civile. I governatori oggi incontreranno i rappresentanti del Governo nella Stato-Regioni e domani vedranno il capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio.
Bonifica Ferrara: misure per evitare razionamenti
“Dobbiamo garantire alle nostre aziende agricole di continuare a irrigare le colture, molte delle quali rischiano di diventare improduttive per l’assenza di precipitazioni prolungata e per questo” sono gia’ “in campo tutte le misure necessarie in questa fase di forte criticita’“. Lo afferma Stefano Calderoni, presidente del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara che oggi ha tenuto una conferenza all’impianto idrovoro di Pontelagoscuro.
Attualmente il livello del Po dal quale proviene il 99% dell’acqua per uso irriguo e’ a un metro, lo stesso del 2006, e tecnicamente e’ ancora possibile effettuare i prelievi, ma il limite e’ vicino. “Nonostante la fase di criticita’ dei livelli del Po, le derivazioni stanno funzionando in maniera soddisfacente ma sappiamo che tra 15-20 giorni la richiesta irrigua nel Basso Ferrarese sara’ massima – aggiunge Mauro Monti, direttore generale – e vogliamo in tutti modi evitare il razionamento. Per questo il nostro piano siccita’ e’ operativo e abbiamo gia’ attivato una serie di pompe provvisorie per recuperare l’acqua che dai canali di scolo va verso il mare e reimmetterla negli impianti. Inoltre abbiamo accresciuto la capienza dei canali, aumentando di 10-15 centimetri la quota d’innesco delle pompe degli impianti. Siamo anche pronti, in caso di necessita’, a deviare verso monte parte dell’acqua che arriva da Codigoro e si immette nel terzo tronco del Po di Volano per disperdersi nel mare. Misure per recuperare, in sostanza, tutta la risorsa idrica che andrebbe ‘persa'”.
Dall’autunno il Consorzio lavorera’ insieme a tutti gli attori politici e istituzionali per attuare strategie di sistema e avere una riserva idrica sufficiente anche in caso di siccita’ estrema. “Chiaramente stiamo scontando i ritardi di una mancata programmazione per il Bacino del Po – ha detto Calderoni – e la mancanza di progetti per creare un sistema adeguato a cambiamenti climatici che erano previsti. In autunno, anche grazie ai fondi del PNRR, sara’ necessario progettare, finalmente, quel sistema di invasi delle acque di Alpi e Appennini per conservare l’acqua e utilizzarla quando serve, come ora”.
Il vademecum per risparmiare 10mila litri acqua annui
Ecco un breve vademecum che consente di risparmiare “fino a 10mila litri di acqua all’anno”. Sono dieci semplici ‘regole’ di comportamento individuale elaborate da Utilitalia: “avvitare un ‘frangigetto’ al rubinetto. Il frangigetto e’ un miscelatore acqua-aria che consente un risparmio 6-8 mila litri anno”; “riparare rubinetti o water che perdono. Possono arrivare sprecare anche 100 litri al giorno”; “scegliere uno scarico wc con pulsanti a quantita’ differenziate o direttamente una manopola di apertura e chiusura. Risparmio ottenibile 10 – 30 mila litri all’anno”; “preferire la doccia al bagno in vasca. In doccia il consumo e’ di 40-60 litri di acqua, per una vasca e’ di due o tre volte superiore”; “quando ci si lavano i denti o ci si rade, evitare di tenere aperto il rubinetto: risparmio 5 mila litri anno”; “elettrodomestici: metterli in funzione solo a pieno carico. Si risparmiano 8 -11 mila litri anno e si risparmia anche energia elettrica”; “lavare l’auto solo quando necessario e utilizzando il secchio anziche’ il tubo. si potranno risparmiare oltre 100 litri di acqua a lavaggio”; “innaffiare le piante e gli orti alla sera, quando le perdite per evaporazione sono ridotte: risparmio 5-10 mila litri anno”; “l’acqua della pasta o del riso e’ ottima per innaffiare le piante: risparmio 1400 – 1800 litri all’anno”.