La crisi energetica internazionale determinata dalle tensioni tra Russia e Ucraina e soprattutto dalle successive sanzioni imposte dai Paesi occidentali proprio nei confronti della Russia che è di gran lunga il principale produttore ed esportatore mondiale di gas, e il secondo produttore (nonché principale esportatore) di petrolio, sta iniziando a determinare gravi conseguenze anche negli Stati Uniti d’America: l’onda lunga del rialzo dei prezzi ha raggiunto anche gli USA dopo aver già investito l’Europa nei mesi scorsi.
Infatti il prezzo del gas negli Stati Uniti ha raggiunto proprio oggi un altro record, salendo a una media di 4,98 dollari per gallone. Un anno fa il prezzo medio era di 3,13 dollari e due anni fa il prezzo medio era di 2,06 dollari. Come possiamo osservare nel seguente grafico, siamo ai massimi storici di sempre, ben oltre il picco del 2008 e con la prospettiva di ulteriori aumenti nelle prossime settimane:
Non va meglio per la benzina, che oggi ha raggiunto una media nazionale clamorosa di 4,92 dollari al gallone! Nonostante sia un dato ancora molto più basso rispetto all’Europa (si tratta dell’equivalente di 1,21 euro al litro, quindi quasi la metà di quanto paghiamo la benzina noi europei), è un record senza precedenti per il costo del carburante negli Stati Uniti d’America dove fino ad un anno fa si poteva fare il pieno di un SUV con poco più di 20 dollari, meno di 20 euro. Proprio oggi, inoltre, Goldman Sachs ha detto che prevede un prezzo del Brent a 140 dollari a barile tra luglio e settembre: sarebbe un record mondiale senza precedenti per il petrolio, con l’aggravio degli elevati costi di raffinazione che porterebbero il prezzo finale alla pompa ad “aumentare come se il Brent salisse fino a 160 dollari a barile“. Le conseguenze sull’economia mondiale sarebbero drammatiche (oggi siamo ancora sotto i 120 dollari a barile). Gli analisti americani sono estremamente preoccupati per il rischio di una pesante recessione economica innescata proprio dalla crisi energetica. Che, ricordiamo, è dovuta alle sanzioni che gli stessi governi occidentali hanno imposto alla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina.