Le sostanze chimiche lisciviate dai sacchetti di plastica stimolano più la crescita batterica nei laghi rispetto alla materia organica naturale. La scoperta è stata resa nota in un articolo pubblicato su Nature Communications. I risultati si basano su campioni di 29 laghi scandinavi e in alcuni casi possono informare le strategie di mitigazione dell'inquinamento.
I rifiuti di plastica inquinano ampiamente le acque dolci. La scomposizione della plastica rilascia composti che possono fornire energia per la crescita batterica, ma possono anche ostacolare la crescita a causa della tossicità. Tuttavia, il modo in cui questi composti influenzano il metabolismo microbico e i tassi di crescita non è ben compreso.
Utilizzando la spettrometria di massa ad altissima risoluzione, Eleanor Sheridan e colleghi hanno analizzato i composti lisciviati da sacchetti di plastica in polietilene a bassa densità (LDPE) (il tipo più comune di plastica che si trova nelle acque dolci) e la materia organica in campioni di 29 laghi scandinavi. Hanno scoperto che i composti disciolti dalla plastica erano chimicamente distinti e più facili da usare per i batteri come fonte di carbonio rispetto alla materia organica naturale. Questa maggiore accessibilità del carbonio ha migliorato la crescita batterica di 1,72 volte. Gli autori osservano che i tassi di crescita dipendevano sia dalla diversità batterica che dalle caratteristiche della materia organica naturale all'interno del lago.
Gli autori avvertono che il loro studio si concentra esclusivamente sui batteri e non prende in considerazione l'effetto della plastica su altri microrganismi, come microalghe e funghi. Tuttavia, suggeriscono che alcuni taxa batterici, come Deinococcus e Hymenobacter, che si trovano naturalmente negli ambienti lacustri, potrebbero essere particolarmente adatti per rimuovere i composti derivati dalla plastica e potrebbero aiutare future strategie di mitigazione dell'inquinamento.