Riprese le ricerche sulla Marmolada dove domenica scorsa una valanga di ghiaccio e rocce, oltre 260mila tonnellate di detriti, sono precipitati a 300 km/h travolgendo 4 cordate. Si procede dall’alto, con droni ed elicotteri, alla ricerca di eventuali resti, indumenti o attrezzatura che possano ricondurre ai 5 dispersi. nel caso in cui viene individuato qualcosa, un soccorritore viene imbragato e si procede al recupero. Da ieri è stato stabilito che procedere diversamente mette a rischio la vita dei soccorritori esposti al crollo del seracco rimasto in bilico. Le ricerche con i droni impegneranno l’intera mattinata, “mentre nel pomeriggio a causa delle previsioni meteo che ipotizzano un peggioramento, con alta probabilità di pioggia, potrebbero essere interrotte,” ha spiegato un soccorritore.
I dispersi, tutti italiani, sono scesi ieri da 13 a 5: 4 stranieri sono stati rintracciati vivi, 2 turisti cechi e un’italiana sono stati identificati tra le vittime e un giovane trentino ferito è stato riconosciuto all’ospedale di Treviso dove era stato portato senza documenti. I soccorritori hanno spiegato che da domani dovrebbero ricominciare anche le ricerche a terra, rese difficili da possibili altri crolli nell’area del dissastro.
“Il ghiaccio si sta sciogliendo e rimane ora in superficie una coltre di terra e sassi. Domani, se le condizioni meteo lo permetteranno, grazie all’intervento degli operatori via terra e con l’eventuale ausilio di cani specializzati si cercheranno dunque nuovi reperti. Al fine di garantire l’incolumità degli operatori sul campo, il personale della Protezione civile del Trentino ha portato nella parte superiore della montagna interferometri e radar doppler, cioè speciali apparecchiature di monitoraggio che misurano i movimenti della parete ghiacciata. La strumentazione lancia un allarme per consentire agli operatori di mettersi al sicuro in caso di pericolo,” ha affermato Mauro Gaddo, direttore dell’Ufficio previsioni e pianificazione della Provincia di Trento.