Crollo Marmolada: “le vittime potrebbero raddoppiare o triplicare”, è stata “una carneficina inimmaginabile, serve l’esame del DNA”

Sta cambiando il tempo sulla Marmolada, la ricerca dei dispersi potrebbe essere interrotta
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E’ in arrivo una perturbazione di carattere temporalesco sulla Val di Fassa, e quindi sul ghiacciaio della Marmolada, dove ieri il crollo del seracco dalla calotta sommitale sotto Punta Rocca ha travolto oltre trenta persone: le ricerche dei dispersi potrebbero quindi essere interrotte per evitare di mettere a rischio la vita dei soccorritori. Sei al momento le vittime accertate, 17 gli escursionisti dispersi e 8 quelle ferite ricoverate in ospedale, di cui due sono in rianimazione.

La ricerca dei dispersi, con i droni, iniziata alle 4, potrebbe continuare per altre due ore. Nessun soccorritore può salire ai piedi del ghiacciaio, per motivi di sicurezza. “L’operazione è molto complicata, in questo momento l’attività principale è svolta dai droni che stanno scandagliando ogni metro della valanga. Il pericolo oggi sono le alte temperature e non sono esclusi ulteriori crolli, per cui stiamo lavorando con meno forze possibili sul terreno per non mettere a rischio i soccorritori. Lo zero termico è a oltre 4000 metri, adesso è previsto un peggioramento che potrebbe portare qualche precipitazione in serata,” ha dichiarato il portavoce nazionale del Soccorso Alpino, Walter Milan, rispondendo alle domande dei cronisti fuori dalla sede dei Vigili del Fuoco di Canazei.

Per quanto riguarda i dispersi, ufficialmente ne risultano 17, però, secondo i soccorritori, sarebbero una trentina le persone che ieri si trovavano sul ghiacciaio della Marmolada al momento del crollo del seracco sommitale. Non è chiaro al momento quante di queste siano effettivamente disperse e le verifiche sono in corso.

Le vittime confermate sono al momento 6: “E’ stata una carneficina inimmaginabile. Alcuni corpi sono così deturpati che saranno identificati solo attraverso l’esame del Dna,” hanno riferito i soccorritori e le autorità presenti allo stadio Gianmario Scola di Alba di Canazei dove è in corso l’iter per il riconoscimento da parte dei parenti delle vittime. “L’apertura del fascicolo è un atto dovuto. La prima cosa da fare in questo momento è l’identificazione delle vittime che non sarà facile, servirà l’esame del DNA“: ha confermato all’Adnkronos il procuratore di Trento, Sandro Raimondi. “Temo che le vittime aumentino almeno del doppio se non del triplo, visto il numero dei dispersi e il fatto che siano rimaste parcheggiate 16 auto“.

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