Un tribunale di Tokyo ha giudicato colpevole l'operatore Tokyo Electric Power (Tepco) per non essere stato in grado di prevenire il disastro nucleare di Fukushima, avvenuto del marzo 2011, ordinando un rimborso record di 13.000 miliardi di yen, l'equivalente di 94,6 miliardi di euro. La sentenza regola un contenzioso del 2012 contro i dirigenti del gruppo: secondo la corte, 4 dirigenti della Tepco dovranno rimborsare l'operatore – come richiesto dagli azionisti – per le perdite subite dal gruppo a causa degli enormi costi sostenuti per lo smantellamento dell'impianto di Fukushima Daichi e i risarcimenti ai residenti locali, costretti all'evacuazione dopo l'incidente.
Il processo è stato incentrato sul livello di affidabilità di una valutazione delle attività sismiche nell'area eseguita da una commissione governativa nel 2002. Gli azionisti ritengono che la valutazione fosse credibile e che i gestori avrebbero dovuto fare di più per salvaguardare l'impianto da un enorme tsunami che era considerata un'ipotesi probabile. Gli ex dirigenti hanno controbattuto che la valutazione non era attendibile, e che non potevano prevedere i danni di uno tsunami di quella portata.