Gas, il piano di emergenza dell’Ue divide: riserve anche dall’Italia

L’Italia si aggiunge al fronte del Mediterraneo e alla Polonia, che hanno già manifestato la loro contrarierà al piano di emergenza proposto dalla Commissione Ue
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La Commissione Europea ha presentato ieri, mercoledì 20 luglio, un piano d'emergenza sul gas, secondo il quale tutti i Paesi dell'Unione dovranno ridurre volontariamente il consumo di gas del 15% fino alla prossima primavera per prepararsi all'eventuale taglio delle forniture russe. Il piano ha incontrato l’opposizione di diversi Paesi, tra cui l’Italia, che si aggiunge al fronte del Mediterraneo e alla Polonia.  

Tra i nodi del piano, il potere della Commissione di chiamare l'allerta energetica, che alcune capitali vorrebbero in capo al Consiglio, e il target del 15% uguale per tutti i Paesi membri. Domani il dossier sarà sul tavolo della riunione degli ambasciatori dei 27. La presidenza ceca punta ad un accordo entro martedì, quando si terrà il Consiglio Affari Energia.  

La Spagna boccia la proposta 

Il governo spagnolo si è detto contrario alla proposta della Commissione Europea. "Difendiamo i valori europei, ma non possiamo assumere un sacrificio su cui non ci hanno nemmeno chiesto un parere preventivo", ha detto in conferenza stampa il vicepremier e ministro per la Transizione ecologica, Teresa Ribera. L'idea "non è necessariamente la più efficace, né la più efficiente, né la più giusta". "Qualunque cosa accada, le famiglie spagnole non subiranno tagli di gas o elettricità nelle loro case", ha sottolineato Ribera, che ha insistito sul fatto che la Spagna "difenderà la posizione" della sua industria.  

Anche il Portogallo boccia il piano Ue 

Anche il Portogallo respinge la proposta di Bruxelles di ridurre del 15% il consumo di gas. Il Portogallo ritiene che l'Ue non tenga conto del fatto di essere privo di interconnessioni energetiche con il resto d'Europa e che destina il gas sostanzialmente alla produzione di energia e industriale. Il provvedimento è "insostenibile" e "sproporzionato", ha affermato in un'intervista al quotidiano Publico il sottosegretario per l'Ambiente e l'energia, Joao Galamba. "Utilizziamo il gas per assoluta necessità", ha insistito Galamba, sorpreso dal fatto che "un Paese che per anni è stato danneggiato” dal non avere "interconnessioni energetiche con l'Europa" e che ha dovuto sempre comprare il gas più costoso sia ora "chiamato a un meccanismo di solidarietà che presuppone interconnessioni". L'esponente del governo portoghese ha spiegato come la siccità abbia costretto quest'anno ad aumentare i consumi nel Paese per produrre elettricità e ha stimato che ottemperare alle richieste di Bruxelles implicherebbe in pratica una riduzione del 45%. "E' completamente insostenibile", ha aggiunto.  

Anche la Grecia contro la proposta della Commissione Ue  

Anche il governo greco ha bocciato la proposta della Commissione Europea. Il portavoce del governo, Yannis Ikonomu, ha dichiarato in una conferenza stampa che il governo "non è d'accordo con la proposta della Commissione" e ha sottolineato che la Grecia continua a sostenere e a insistere sulle proposte presentate alla CE, che mirano a imporre regole sui prezzi del gas naturale a livello europeo e a procedere verso uno stoccaggio comune da parte dell'Ue. Ikonomu ha sottolineato che il governo greco "sta facendo tutto il possibile per garantire che non sia necessario attuare raccomandazioni di questo tipo" e ha sottolineato che le proposte greche potrebbero fornire soluzioni per contrastare la crisi energetica che sta colpendo i Paesi europei. 

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