Gli scienziati di Copernicus Atmosphere Monitoring Service (CAMS) avvertono che livelli molto elevati di inquinamento da ozono rilevati in Europa meridionale, causati dall’ondata di calore, potrebbero colpire anche le aree nord-occidentali nei prossimi giorni. Questa previsione arriva dopo che un inquinamento superficiale da ozono estremamente elevato è stato registrato in Europa occidentale e meridionale, in particolare nella Penisola iberica e in alcune aree dell’Italia settentrionale.
CAMS, implementato dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine per conto della Commissione europea e finanziato dall’Unione Europea, continua a monitorare le concentrazioni superficiali di ozono a seguito dell’aumento dei suoi livelli causato dall’ondata di calore, insieme ai devastanti incendi boschivi.
A metà luglio, i valori giornalieri massimi di ozono in superficie, che raggiungono il picco nelle ore centrali della giornata, hanno toccato livelli insalubri in Portogallo, Spagna e Francia, con alcune località che hanno rilevato un eccesso di 200 μg/m3. Mentre si prevede che le concentrazioni si attenuino nella Penisola iberica, si è registrato un loro aumento a livelli superiori a 120 μg/m3 in alcune aree settentrionali e occidentali dell’Europa dal 18 luglio, quando l’ondata di calore ha portato temperature da record. Si prevede un picco tra il 18 e il 20 luglio prima di un loro attenuamento.
L’ozono nella superficie terrestre è uno dei principali inquinanti atmosferici che può danneggiare la salute fisica, l’agricoltura e persino, ecosistemi. L’ozono (O3) è un gas reattivo presente all’interno di due strati dell’atmosfera, la stratosfera (ad altitudini comprese tra i 15 e i 50 km) e la troposfera (circa fino a 15 km di altitudine). Il noto strato di ozono nella stratosfera protegge la vita sulla Terra dalle radiazioni ultraviolette del Sole. Tuttavia, ad altitudini inferiori, svolge ruoli diversi: è al tempo stesso un importante gas serra in grado di regolamentare la composizione atmosferica, e un componente inquinante atmosferico tra i principali responsabili dello smog urbano. In quanto gas secondario prodotto dall’interazione della luce solare con composti volatili organici e ossidi di azoto emessi dai combustibili fossili e da altre fonti artificiali, ridurne le emissioni è cruciale.
Mark Parrington, Senior Scientist presso Copernicus Atmosphere Monitoring Service (CAMS), ha commentato: “Le potenziali conseguenze di un inquinamento molto elevato da ozono sulla salute umana possono essere notevoli in termini di malattie respiratori e cardiovascolari. Valori più elevati possono portare a sintomi come mal di gola, tosse, mal di testa e un aumento del rischio di attacchi d’asma. Il Clean Air Alliance stima che l’inquinamento da ozono sia la causa di circa un milione di morti in più all’anno. Per questa ragione, è fondamentale monitorare i livelli superficiali di ozono.”
Gli incendi boschivi continuano a divampare in vaste zone dell’Europa sud-occidentale
Oltre all’aumento dell’inquinamento da ozono, l’ondata di calore europea sta aggravando la portata e l’intensità degli incendi boschivi che al momento divampano in Europa meridionale, in particolare nella Francia sud-occidentale, Spagna e Portogallo. Le aree maggiormente colpite ad oggi includono la Gironda a sud di Bordeaux, l’Estremadura e la Galizia in Spagna, e alcune zone del Portogallo. Le condizioni di infiammabilità e il caldo estremo stanno aumentando il rischio di incendi boschivi e le previsioni del pericolo di incendi di ECMWF, disponibili grazie a Copernicus Emergency Management Service, avvertono che gran parte dell’Europa è in ‘pericolo estremo di incendi’ con alcune aree in ‘pericolo molto estremo di incendi’. In aggiunta a Copernicus Emergency Management Service, il sistema GFAS di CAMS basato sulle osservazioni satellitari dei luoghi degli incendi boschivi e la Potenza Radiativa di Fuoco (FRP), una misura di intensità utilizzata per stimare le emissioni di inquinanti da fumo. Il totale stimato di emissioni di carbonio prodotte da incendi boschivi in Spagna tra il 1° giugno e il 18 luglio è superiore rispetto ai totali relativi a giugno-luglio tra il 2003 e il 2021 nel dataset GFAS di CAMS.