Raccontare lo svolgersi dei processi naturali al pubblico non è mai semplice perché spesso si tratta di fenomeni complessi che non è facile “tradurre” in linguaggio “comune”. Con lo studio “Eruptions and Social Media: Communication and Public Outreach About Volcanoes and Volcanic Activity in Italy“, recentemente pubblicato sulla rivista ‘Frontiers in Earth Science’, il gruppo di comunicazione INGVvulcani, ha fatto il punto sull’attività di comunicazione che ha svolto nel mondo dei “social” negli ultimi quattro anni.
Attraverso i canali Facebook, Twitter, Instagram e YouTube di INGVvulcani si sono condivise notizie e curiosità sui vulcani e la loro attività, mentre sul blog INGVvulcani hanno trovato spazio approfondimenti più dettagliati. Un’attività di informazione continua che non si è occupata solo di diffondere tempestivi aggiornamenti nel caso di emergenze legate all’attività vulcanica, ma anche di raccontare le novità della ricerca sui vulcani, contrastando il fenomeno sempre incombente delle fake news. “La sfida è trovare contenuti sempre nuovi adatti a suscitare la curiosità e l’interesse del pubblico e poi riuscire a descriverli in un linguaggio accessibile a un pubblico non esperto. Per un gruppo di ricercatori abituati ad esprimersi in gergo tecnico non è stato sempre facile. Per capire come fare, abbiamo applicato alla comunicazione lo stesso approccio che dedichiamo alla ricerca scientifica: prima raccogliamo informazioni ed esperienze, poi analizziamo i dati raccolti e li condividiamo nell’ambito della comunità scientifica internazionale per confrontarci con chi svolge compiti simili”, afferma Micol Todesco, vulcanologa dell’INGV nel team degli autori dello studio. Le differenti modalità di comunicazione a seconda del tipo dei fenomeni e del luogo del loro accadimento e i differenti impatti sulle popolazioni coinvolte sono stati il fulcro dell’analisi degli autori. L’analisi ha messo in evidenza che blog e social sono stati consultati da un gran numero di persone per avere informazioni sugli eventi vulcanici in corso, come dimostrato dal rapido aumento di visitatori in occasione dei parossismi dell’Etna del 2021. “Da quando abbiamo aperto i vari canali social, abbiamo studiato la comunicazione online che scambiavamo con il pubblico. Un fil rouge diretto che ci ha permesso di capire le variegate esigenze dei lettori e di poter impostare linguaggio e modalità sempre più soddisfacenti alle richieste degli interlocutori ma sempre con il massimo rigore scientifico”, continua Maddalena De Lucia, vulcanologa dell’INGV e anch’essa autrice dello studio.
Per il gruppo di comunicazione INGVvulcani questi ultimi quattro anni sono stati molto impegnativi. Oltre all’attenzione costante all’attività dei Campi Flegrei e degli altri vulcani campani, in terra siciliana si sono succeduti oltre 50 parossismi dell’Etna, la violenta attività esplosiva dello Stromboli nell’estate del 2019 e più recentemente la crisi idrotermale di Vulcano caratterizzata in particolare da un forte aumento dei gas vulcanici emessi. Tutti eventi che hanno determinato una forte domanda di informazioni da parte dei cittadini residenti nelle suddette aree, del pubblico in generale e degli operatori dell’informazione.
Boris Behncke, vulcanologo dell’INGV del team INGVvulcani, è autore di molte fotografie e video spettacolari dell’Etna pubblicate sul blog e sui social. “Grazie ai numerosi post e video sui social e attraverso articoli e fotonotizie sul blog, sono stati dati aggiornamenti sull’attività in corso e sull’impegno del personale INGV nelle attività in campo”, afferma Behncke che continua: “Abbiamo rivolto il nostro costante lavoro di comunicazione soprattutto al pubblico nazionale, in lingua italiana. Abbiamo desiderato rispondere alla grande domanda di informazioni che viene dalle popolazioni che vivono vicino o sulle pendici di questi vulcani, e che sono spesso affascinate e talvolta spaventate dall’attività vulcanica".
“Calibrare il messaggio a seconda dei casi e degli eventi non è stato facile”, afferma Piergiorgio Scarlato, vulcanologo dell’INGV del team INGVvulcani. “Così come importantissima è stata la creazione del blog che offre uno spazio più ampio per la divulgazione scientifica. In esso, infatti, è possibile illustrare i vari aspetti dei fenomeni vulcanologici senza i limiti di spazio e di tempistica propri dei social. Esso è diventato il luogo per il completamento e l‘approfondimento dell’informazione rapida che diamo sui social all’avverarsi dell’evento vulcanico. Il pubblico che ci segue sa di poter trovare sulle nostre pagine informazioni accurate, fondate sui dati disponibili e senza quel sensazionalismo che spesso domina l’informazione sui social”.
I tre Dipartimenti scientifici in cui sono articolate le attività di ricerca dell’INGV – Terremoti, Vulcani, Ambiente – hanno attivato canali sui social network, accompagnando i social con tre blog specifici raggiungibili dal portale dell’Istituto, per offrire una comunicazione e una divulgazione scientifica sempre più capillare ed efficace. “Nel caso del Dipartimento Vulcani, la comunicazione scientifica non si occupa solo di raccontare le novità nelle ricerche sui fenomeni vulcanici ma mira a diventare una accreditata e autorevole sorgente di informazione”, afferma Augusto Neri, Direttore del Dipartimento Vulcani dell’INGV, che conclude: “Raccogliere e pubblicare informazioni sull’attività di comunicazione svolta, permette il confronto con quanto viene fatto da istituzioni analoghe all’estero, consente di identificare gli aspetti che si possono migliorare e le strategie comunicative che più funzionano. Scopo di questa prima pubblicazione su una rivista scientifica internazionale è quello di favorire il dialogo in seno alla comunità scientifica sulle migliori strategie di condivisione dei prodotti della ricerca e delle attività di monitoraggio con la società civile. Anche grazie al lavoro svolto dai colleghi di INGVvulcani oggi i ricercatori sono maggiormente consapevoli che una ricerca attenta alle esigenze della società e condivisa in modo semplice, veloce e trasparente, consente di migliorare la corretta percezione dei fenomeni naturali e quindi di favorire misure efficaci di mitigazione del rischio”.