La pandemia ha avuto un impatto rilevante su tutte le componenti della dinamica demografica. La perdita di popolazione ascrivibile alla dinamica demografica negativa è stata pari a 658mila residenti tra il 1° gennaio 2020 e il 31 dicembre 2021, mentre il deficit è risultato doppio rispetto a quello riscontrato nel biennio 2018-2019 (-296mila): è quanto si legge nel “Rapporto annuale 2022. La situazione del Paese” presentato oggi a Montecitorio dal presidente dell’ISTAT Gian Carlo Blangiardo. Il crollo delle nascite si è protratto nei primi sette mesi del 2021 per poi rallentare verso la fine dell’anno. Secondo i dati provvisori per il primo trimestre 2022, a marzo il calo raggiunge il suo massimo (-11,9% rispetto allo stesso mese del 2021).
Spagna e Italia non hanno ancora recuperato il calo della natalità del 2020. In Francia, dopo la riduzione osservata tra il 2015 e il 2020, nel 2021 le nascite sono state 3 mila in più. In Germania, a un calo dei matrimoni nel 2021 è corrisposto un balzo nel numero dei nati, il più alto dal 1997, ha proseguito l’ISTAT.
In Italia prosegue l’invecchiamento della popolazione per una persistente bassa fecondità e una longevità sempre più marcata. Al 1° gennaio 2022 l’indice di vecchiaia (rapporto percentuale tra anziani di 65 anni e più e giovani di età inferiore a 15 anni) è pari a 187,9%, aumentato in vent’anni di oltre 56 punti. Anche nei prossimi decenni si prevede che l’invecchiamento continuerà: l’indice raggiungerà quota 293 al 1° gennaio 2042. Secondo l’ISTAT, gli anziani di 65 anni e più sono 14 milioni 46mila a inizio 2022, 3 milioni in più rispetto a venti anni fa e pari al 23,8% della popolazione totale. Nel 2042 saranno quasi 19 milioni, il 34% della popolazione. I grandi anziani (80 anni e più) superano i 4,5 milioni mentre la popolazione con almeno cento anni raggiunge le 20mila unità, valore quadruplicato negli ultimi vent’anni. Nel 2042 gli ultraottantenni saranno quasi 2 milioni in più e gli ultracentenari triplicheranno, raggiungendo le 58mila e 400 unità. La popolazione continua a diminuire dal 2014 per via del saldo naturale negativo non compensato dall’apporto positivo delle migrazioni. Secondo i primi dati provvisori, al 1°gennaio 2022 la popolazione è scesa a 58 milioni 983mila unità, cioè 1 milione 363mila in meno nell’arco di 8 anni.