E’ una giornata drammatica per i prezzi del Gas, che in Europa hanno raggiunto record senza precedenti nella storia determinando uno scenario catastrofico per famiglie e imprese in vista del prossimo autunno-inverno. Il prezzo del gas naturale sulla piattaforma Ttf di Amsterdam ha infatti raggiunto poco fa ben 283 euro al MWh dopo il nuovo stop del gasdotto Nord Stream annunciato venerdì scorso da Gazprom, ufficialmente per “manutenzione“. Venerdì il mercato aveva chiuso con il nuovo record di 244,5 euro al MWh, adesso già frantumato.
Ma le quotazioni sono ancora maggiori se si guardano i contratti in scadenza nel medio periodo, indice del fatto che gli analisti si aspettano che la corsa del prezzo del Gas continui ancora per qualche mese. I contratti futures sul mese di settembre salgono nella Capitale olandese del 15,5%, mentre a Londra vengono chieste 5,35 sterline (+16,88%) per una singola unità termica (Mbtu) di Gas naturale. Il picco dei prezzi lo si ha nel contratto in scadenza a gennaio 2023, scambiato a 293 euro al MWh. Solo dopo quella data il prezzo potrebbe iniziare a ripiegare, ma molto lentamente, visto che anche quello relativo all’inverno 2023 viene quotato a 259 euro, quindi a valori comunque ancora molto sostenuti.
Dmitry Medvedev, vice capo del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa nonché voce ultra-caustica del Cremlino, ha commentato il prezzo record toccato dal GAS. “GAS: 2.800 dollari per mille metri cubi – scrive Medvedev su Telegram -. Sembra che solo Scholz, che sta cercando benzina in Canada, riesca ancora a lavarsi per bene. Cosa accadrà al prezzo alla fine dell’anno? 3.000 dollari? 4.000 dollari? Chi offre di più, signori?” aggiunge Medvedev, ponendo una domanda retorica: “chi è il migliore?“.
“Abbiamo ancora un inverno molto critico davanti a noi. Dobbiamo aspettarci che Putin riduca ulteriormente il Gas“. Lo ha detto il ministro dell’Economia della Germania Robert Habeck, parlando con l’emittente tedesca ARD dal Canada, dove è in viaggio con il cancelliere Olaf Scholz.
Scendono i prezzi del petrolio per timori di una grande crisi
I prezzi del Petrolio, invece, scivolano ancora, con il Brent sotto quota 95 dollari al barile, tra le preoccupazioni sulla domanda globale, un dollaro forte e la prospettiva di una maggiore offerta iraniana di greggio dopo le discussioni del presidente degli Stati Uniti Joe Biden con l’Ue sul rilancio dell’accordo sul nucleare del 2015. I future sul Wti perdono il 2,4% a 88,6 dollari al barile, quelli sul Brent il 2,25% a 94,5 dollari al barile.
Cina, boom di import dalla Russia
Intanto in questo difficile scenario internazionale, si registra il dato del valore delle importazioni totali della Cina dalla Russia che tra gennaio e luglio è aumentato del 48,8% rispetto allo stesso periodo del 2021. Le esportazioni cinesi verso la Russia sono cresciute su base annua lo scorso mese del 22,2% a luglio (-17% a giugno), per la prima volta in cinque mesi, a fronte di importazioni che hanno mantenuto un ritmo elevato a +49,3%, ma meno del +56% di giugno e del +79,6% di maggio. I Paesi occidentali hanno imposto pesanti sanzioni a Mosca per l’aggressione ai danni dell’Ucraina, ma la Cina ha indicato che continuerà a commerciare con la Russia come prima, tenendo conto sempre dei suoi interessi nazionali, e determinando un asse sempre più stretto tra i due Paesi. La Russia ha invaso l’Ucraina il 24 febbraio attraverso quella che è stata presentata come una “operazione militare speciale” che Pechino s’è rifiutata di condannare, affermando però che non avrebbe fornito assistenza militare a Russia o Ucraina, ma che avrebbe adottato le “misure necessarie” a tutela delle sue aziende.
Le importazioni della Cina di combustibili fossili dalla Russia continuano a correre anche a luglio grazie ai prezzi a sconto offerti, facendo di Mosca il primo fornitore di greggio per il terzo mese di fila. Pechino, secondo i dati diffusi dalle Dogane cinesi, ha acquistato greggio e gas naturale liquefatto (Gnl) in aumento per il quarto mese consecutivo, segnando rialzi annui, rispettivamente, del 7,6% (a circa 7,14 milioni di tonnellate) e del 20,1%, superando le 400.000 tonnellate. Anche l’import di carbone, nel mezzo delle aspre tensioni con l’Australia, è salito ai massimi degli ultimi cinque anni. E’ quindi evidente che la Russia, nonostante le sanzioni, possa fare il bello e il cattivo tempo, forte del possesso e della produzione delle materie prime vitali per il sostentamento degli altri Paesi.
Crisi energetica, le dichiarazioni odierne di Berlusconi e Letta
Il dibattito sulla crisi energetica coinvolge anche la politica italiana. Stamani il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi in un video su Instagram ha detto: “Mentre l’attenzione dei leader politici in questi giorni è tutta concentrata sulle liste e le candidature, sul nostro Paese si sta abbattendo una gravissima emergenza. Il costo dell’elettricità e del gas è cresciuto da 4 a 6 volte in un anno. Molte famiglie rischiano di dover fare una scelta drammatica: pagare le bollette o fare la spesa. Molte imprese rischiano di non farcela, di chiudere o ridurre il personale. Occorre occuparsene subito, con provvedimenti urgenti per sterilizzare gli aumenti e partendo immediatamente nella realizzazione dei rigassificatori, dei termovalorizzatori, delle energie rinnovabili ed anche con le ricerche sul nucleare pulito. Tutte cose che la miopia ideologica della sinistra ha bloccato per anni, portandoci a questa situazione“, conclude Berlusconi.
Il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, ha invece annunciato in un’intervista a Radio 24 un piano di cinque punti per fronteggiare la crisi tramite il controllo dei prezzi dell’energia elettrica, evocando l’introduzione in via transitoria per 12 mesi di un regime di prezzi amministrati per l’energia elettrica attraverso la fissazione di un tetto nazionale al prezzo dell’elettricità (100 euro/Mwh) per imprese e utenze domestiche. Le altre proposte prevedono “un nuovo contratto ‘luce sociale’ per microimprese e famiglie con redditi medi e bassi con fornitura elettrica prodotta totalmente da fonti rinnovabili e gratuita fino ad un massimo di 1.350 KWh/anno per famiglia (pari al 50% del consumo medio), con prezzi comunque calmierati sulla parte eccedente“. C’è poi il “raddoppio del credito d’imposta per compensare per gli extra-costi delle imprese per gas e elettricità a partire dal mese di giugno di quest’anno (dal 25 al 50% per le imprese energivore e gasivore; dal 15 al 30% per le altre imprese), da finanziare con la proroga e l’estensione ad altri settori del contributo straordinario sugli extra profitti delle imprese energetiche“. Tra i punti contro il caro bolletta anche “un grande piano nazionale di risparmio energetico, incentivando degli investimenti delle imprese in efficienza energetica, e investimenti su produzione di energia da fonti rinnovabili nel quadro dell’accelerazione alla transizione ecologica che abbiamo messo come punto centrale del nostro programma” e infine “pressione a livello Ue per l’introduzione di un tetto europeo al prezzo del gas“.