L'espansione delle infrastrutture del gas naturale mette a rischio la transizione energetica, poiché il gas naturale non è una tecnologia ponte verso un sistema di energia rinnovabile al 100% come definito dall'Accordo di Parigi sul clima. Questo è il risultato di uno studio condotto da un gruppo di ricerca interdisciplinare tedesco e pubblicato sulla rivista Nature. I ricercatori hanno esaminato la questione del gas naturale da cinque punti di vista e gli hanno attribuito un equilibrio climatico piuttosto scarso, paragonabile a quello di carbone o petrolio. Gli autori dello studio raccomandano a politici e scienziati di rivedere le attuali ipotesi sul gas naturale.
Lo studio è stato condotto dalla Professoressa Claudia Kemfert, dalla Leuphana University Lüneburg e dell'Istituto tedesco per la ricerca economica (DIW) in collaborazione con Franziska Hoffart della Ruhr-Universität Bochum, Fabian Präger della Technische Universität Berlin e Isabell Braunger e Hanna Brauers dell'Università di Flensburg.
La crisi energetica è solo un aspetto del problema
Sulla scia della guerra condotta dalla Russia in Ucraina, il governo tedesco affronta la sfida di ridurre la dipendenza energetica dalla Russia e continuare a garantire un approvvigionamento energetico conveniente e sicuro, in linea con gli obiettivi climatici. Sono attualmente in corso sforzi per compensare il gas naturale russo, la cui fornitura è ridotta e incerta, stabilendo nuove relazioni commerciali di gas e nuove infrastrutture. Claudia Kemfert spiega: “il gas naturale fossile non è né pulito né sicuro. Aggrappandosi troppo a lungo al gas naturale fossile, la Germania si è trovata in una crisi energetica. Il Paese ora può uscire da questa crisi solo con un'azione decisa per una consistente decarbonizzazione verso un pieno approvvigionamento da energie rinnovabili”.
L'uso del gas naturale non è di per sé preferibile al carbone e al petrolio
I ricercatori mettono in discussione convinzioni diffuse sul gas naturale da cinque prospettive, concentrandosi sui rischi associati all'ulteriore espansione delle infrastrutture del gas naturale e al suo continuo uso massiccio. Sebbene molti condividano ancora l'idea che il gas naturale sia pulito, ricerche approfondite mostrano che l'impatto sul clima dell'uso del gas naturale è significativamente sottostimato e che il combustibile fossile non è affatto di per sé l'alternativa migliore all'uso di carbone e petrolio. “La CO2 non è l'unico problema; c'è anche il metano, gas serra altamente efficace, che fuoriesce incombusto nell'atmosfera lungo l'intera catena del valore attraverso emissioni fuggitive. Finora queste emissioni non sono state sufficientemente prese in considerazione e sono state sottovalutate”, sottolinea Fabian Präger.
La narrativa della tecnologia ponte è fuorviante
Inoltre, i ricercatori ipotizzano che un'espansione delle infrastrutture del gas naturale può portare a dipendenze dal percorso e rischi per il clima economico come la prematura perdita di valore dei beni fossili. “Gli investimenti nelle infrastrutture per l'energia fossile cementano la dipendenza dai combustibili fossili e dalle emissioni per decenni. Si creano così enormi costi economici e dipendenze del percorso fossile, ritardando l'eliminazione graduale dell'energia fossile e lo sviluppo di un sistema di energia rinnovabile al 100%. Le infrastrutture che non sono compatibili con gli obiettivi climatici sono minacciate dalla disattivazione anticipata con perdite economiche”, sottolinea Franziska Hoffart.
Cinque misure
I ricercatori propongono cinque misure per evitare questi rischi:
- Gestione delle emissioni di metano lungo tutta la filiera del gas naturale
- Revisione delle ipotesi di analisi di scenario sulla base dei nuovi risultati della ricerca sulle emissioni di gas serra legate al gas naturale
- Sostituire la narrativa della tecnologia ponte con criteri di decarbonizzazione chiari e decisi
- Evitare ulteriori lock-in di gas naturale e perdite di metano
- Considerazione seria e rigorosa dei rischi legati al clima nella pianificazione delle infrastrutture energetiche
"Speriamo di utilizzare questi risultati per aggiungere una prospettiva critica alla discussione accademica e pubblica sul futuro del gas naturale fossile e delle infrastrutture", afferma Isabell Braunger. “Lo studio non è rivolto solo alla comunità scientifica, ma, soprattutto, ai governi che sviluppano strategie per mitigare i gas serra. Gli investimenti nelle infrastrutture del gas naturale possono frenare la transizione energetica e comportare enormi rischi economici", sottolinea Hanna Brauers.
Uno degli aspetti unici di questo studio è la combinazione di diverse prospettive che creano una visione olistica dell'argomento. I ricercatori sono stati in grado di raggiungere questa prospettiva grazie ai loro diversi background in economia, ingegneria industriale, politica ed etica. "Questo è il modo in cui dimostriamo che l'attuale discussione è incompleta e che un approccio di ricerca olistico e interdisciplinare alla transizione energetica e ai processi di trasformazione socio-ecologica fornisce informazioni più approfondite", concludono gli autori. "La crisi climatica ed energetica geopolitica che circonda i combustibili fossili evidenzia la necessità di un'uscita tempestiva e coerente del gas naturale, che deve essere organizzata e implementata dalla società nel suo insieme".