Nonostante le informazioni e i dati non conclusivi, è possibile che un’espulsione di massa coronale (CME) abbia sfiorato il campo magnetico terrestre oggi, 29 agosto, intorno alle 05:30 ora italiana. Il debole impatto non ha ancora causato una tempesta geomagnetica. Tuttavia, sono possibili tempeste classe G1 nelle prossime ore, mentre la Terra attraversa la scia della CME.
Il brillamento e la CME
Il brillamento solare classe M4 verificatosi il 27 agosto (02:40 UTC) ha scagliato un’espulsione di massa coronale (CME) nello Spazio. Gli analisti della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) avevano previsto effetti sul campo magnetico terrestre tra 28 e 29 agosto.
Imponente onda d’urto
Per il secondo giorno consecutivo, il Sole ha generato eruzioni solari di classe M. Il più forte finora, è un brillamento classe M4 proveniente dalla macchia solare AR3088. L’esplosione ha inviato un’imponente onda d’urto attraverso l’atmosfera solare, registrata dal Solar Dynamics Observatory della NASA:
Onde d’urto come questa di solito proiettano CME nello Spazio: in effetti, i coronografi SOHO hanno rilevato un’espulsione emersa dal sito dell’esplosione.
I modelli di previsione NOAA suggerivano che la CME avrebbe spazzato via un’altra espulsione davanti ad essa, forse formando una “CME cannibale“. Quanto previsto era proprio l’interazione tra questa combinazione e il campo magnetico terrestre:
Le CME cannibali sono espulsioni di massa coronale veloci che spazzano via le CME più lente di fronte a loro. Il miscuglio di CME risultante contiene forti campi magnetici e plasmi compressi che possono scatenare tempeste geomagnetiche.
Nel frattempo, la macchia solare AR3088 si sta accrescendo e sembra pronta a scatenare un potente flare classe X.
Cos’è un brillamento solare (o flare)
I brillamenti solari sono le più violente esplosioni del Sistema solare, e si possono osservare anche su molte altre stelle: sono improvvisi aumenti di luminosità ben visibili nella bande dei raggi X, ma ci può essere emissione un po’ in tutte le bande, dal radio ai gamma. Nella banda X emette radiazione la corona solare, la parte più esterna dell’atmosfera del Sole, caratterizzata da tenue plasma a milioni di gradi. Durante i brillamenti, il plasma raggiunge temperature ben al di sopra dei 10 milioni di gradi e una luminosità che può superare quella dell’intera corona.
In ordine crescente di potenza, le classi sono A, B, C, M e X. Ogni classe è dieci volte più potente di quella precedente.
I flare hanno un andamento caratteristico della luminosità: un aumento repentino, seguito da una diminuzione molto più graduale. Non durano molto, da qualche minuto a qualche ora al massimo, e sono localizzati in piccole regioni sulla superficie del Sole.
Essendo canali magnetici chiusi che trattengono il plasma solare, queste regioni sono per lo più a forma di arco. A volte la forza del brillamento è tale da generare eruzioni solari, con nubi di plasma che vengono proiettate nello Spazio. I brillamenti sono più frequenti in periodi di alta attività solare, in presenza di intensi campi magnetici delle macchie. La causa dei flare viene fatta risalire a instabilità magnetiche, che accelerano particelle e liberano energia rapidamente, provocando l’aumento repentino della luminosità, seguito da un raffreddamento più graduale.
Cos’è un’espulsione di massa coronale
Un’espulsione di massa coronale (CME, acronimo dell’inglese coronal mass ejection) è un’espulsione di materiale dalla corona solare. Il materiale espulso, sotto forma di plasma, è costituito principalmente da elettroni e protoni: quando questa nube raggiunge la Terra può disturbare la sua magnetosfera.
Cos’è una tempesta geomagnetica
Quando sul Sole si verificano fenomeni di attività improvvisa e violenta, come i brillamenti, vengono emesse grandi quantità di particelle ad alta energia che viaggiano velocemente nello Spazio, a volte scagliate in direzione della Terra: questa corrente di particelle viene frenata e deviata dal campo magnetico terrestre, che a sua volta ne viene disturbato e distorto.
Quando avviene questo “impatto” la magnetosfera terrestre (la regione attorno alla Terra pervasa dall’azione del suo campo magnetico) subisce un forte contraccolpo che può causare blackout temporanei nelle reti elettriche o nei sistemi satellitari di comunicazioni. Alle tempeste geomagnetiche è anche associato il ben noto fenomeno delle aurore polari.