Una violenta e decisa risalita del livello dell’acqua degli affluenti dell’Arno a Firenze, in particolare a valle del centro storico si è verificata a causa del nubifragio che ieri sera ha interessato il capoluogo toscano, secondo le tabelle idrometriche riportate dalla protezione civile del Comune.
I corsi d’acqua intorno alla città hanno risentito dei mesi di siccità e parte di essi erano in secca per lunghi tratti. Le misurazioni idriche del Mugnone al Ponte alle Mosse, in pieno abitato di Firenze, della Greve al ponte di Scandicci, e dell’Ema a Grassina, affluente che ha fatto registrare il maggior incremento del livello dell’acqua nei momenti di pioggia copiosa, mostrano rialzi dei livelli idrometrici molto evidente ed importanti.
L’Arno, invece, è rimasto quasi invariato alla stazione idrometrica di Rosano, prima di entrare in città, e poco più che rialzato alla stazione degli Uffizi, ma va tenuto conto della notevole differenza dell’ampiezza degli alvei tra il fiume maggiore e i torrenti che lo servono. Le tabelle proposte dalla protezione civile comunale mostrano pure le precipitazioni cumulate in città, ovvero quasi 40mm stimati tra le ore 20 e le ore 23, e anche la forza del vento, con forti raffiche rilevate nel primo breve temporale del pomeriggio, verso le 17.30, altre, ma meno intense, nel lungo nubifragio serale.
Nella notte il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani sui social ha scritto: “Sto seguendo con la sala operativa regionale della Protezione Civile la situazione del violento nubifragio che sta colpendo parte della Toscana provocando allagamenti a Firenze, in corso interventi di ripristino e messa in sicurezza. Grazie a tutti gli operatori e volontari impegnati anche questa sera“.
Danni all’impianto dell’acquedotto nel Chianti
Il maltempo ha causato diversi problemi in Toscana. Difficoltà di approvvigionamento di acqua potabile nel Chianti Fiorentino sono stati causati dell’allagamento dell’impianto della rete di Publiacqua a Capannuccia, per via dei forti temporali della notte scorsa a sud di Firenze. I disagi, spiega il gestore dell’acquedotto Publiacqua, riguardano i comuni di Impruneta, San Casciano Val di Pesa e la località Strada in Chianti nel comune di Greve.
I tecnici sono al lavoro da questa notte per riparare l’impianto ma intanto sono previsti nel corso della giornata ore abbassamenti di pressione e mancanze d’acqua che potranno interessare anche il più lontano comune di Barberino Tavarnelle Val di Pesa. Autobotti vengono posizionate a Bagnolo di Impruneta e in piazza della Repubblica a San Casciano Val di Pesa.
Danni a olivi e vigne, Cia: “adesso bisogna fare tutto il possibile per aiutare le aziende”
Il violento nubifragio di Ferragosto, nel Fiorentino, ha portato, oltre alla pioggia, 40 minuti di grandinata che ha creato problemi a tante aziende del territorio, in particolare a Bagno a Ripoli, Antella e Grassina (Firenze). E’ quanto denunciano gli agricoltori della Cia. “E’ urgente e necessario che ci sia consapevolezza di quello che sta accadendo e che si faccia tutto il possibile per aiutare queste realtà – ha sottolineato il presidente Cia Toscana Centro, Sandro Orlandini -. Il tempo per intervenire è scaduto. Come diciamo da tempo servono bacini di raccolta in collina che, in casi come questi, avrebbero aiutato anche trattenendo questa risorsa preziosa, l’acqua, che ormai arriva sempre più in maniera devastante purtroppo”.
Il vicepresidente Cia Toscana Centro e produttore orticolo e olivicolo a Bagno a Ripoli Andrea Pagliai ha sottolineato che “4.000 piante di olivo su un totale di 6.000 sono state colpite. Dove le olive sono rimaste ce ne sono davvero poche: il 70% delle olive sono a terra, mentre molte piante sono spaccate e compromesse. Anche le produzioni orticole stagionali sono state interessate dalla bomba d’acqua: ho avuto danni su nove dei 21 ettari coltivati. Anche i fossi all’interno dei campi non sono stati sufficienti visto l’enorme quantità e violenza. Mentre nella fascia Grassina-Antella la grandine ha colpito tutte le aziende, e molto danneggiati sono stati i vigneti che per lo più sono andati distrutti“.
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